A M M O IX - N . 1m L Í M a « u 6 M T W C E “ L E G R H I o i« . A N D I IS S E T T E M B R E 1 9 3 S -X L s a ltili I F I R M E ” - O R I N O S I G A R E T T E A N t? | 1 ? M A T O S S I L a s i g a r e r t a e g i z i a n a f a b b r i c a l a e s c l u s iv a m e n t e a ! C a ir o e i n v e n d i l a p r e s s o le p r i n c i p a l i r i v e n d i l e d i l a b a c c h i e f o c a i i d i lu s s o 58 - Chiarelli: La morte degli 112 - Wexley: Keystone. 113 - Engel e Grunwald: Dolly e il amanti, suo ballerino. 59 - Vanni: Hollywood. 60 - Urvanzol: Vera Mirzeva. 114 - Herczeg: La volpe azzurra. &■! 61 - Saviotti: Il buon Silvestro. 115 - Falena: li duoa di Mantova. *• ' 116 . Hatvany: Questa sera o mai. 62 - Amiel: Il primo amante. A 63 - Lanza: il peccato. 117 . Qumtero: Tamburo e sona fQ: 64 - Birabeau: Il sentiero degli glio. x scolari. 118 - Frank: Toto. f) 65 . Cenzato: La moglie Innamo. 119 - Maugham: Vittoria. ^0 rata. 120 - Casella: La morte in vacanza. «agj 66 - Romains: Il signor Le Trou- 121 . Uuiniero: li centenario. ^2 122 - Duvernois: Cuore. hadeo si lascia traviare. 67 - Pompei: La signora che ru 123 - Fodor: Margherita di Ma bava i cuori. varra. eék 63 - Ciapek: R. U. R. 124 - Veneziani: La finestra sut Sfel 69 - Gian Capo: L’uomo in ma. mondo. sohera. 125 - Kistemaekers. L’istinto. gQ 7 0 Armoni: Audace avventura. 1 2 6 Cenz: Profumo di mia moglie. P53? 71 - De Angelis: La giostra dei 127 - Wallace: il gran premio di I~>y peccati. Ascot. i_< 72 - Ostrovski: Signorina senza 128 - Suliiotti, Fiorita e Carbone: dote. L’armata del silenzio. 73 - Mazzolotti: Sei tu l’amore? 129 . De Benedetti e Zorzi: La re 74 - G. Antona Traversi: I giorni sa di Tifi. più lieti. 130 - Falena: La Corona di Strass. 75 - Natanson: Gli amanti ecce 1 31 - Gherardi: Ombre cinesi. 0 zionali. - Maugham: Circolo. 76 - Armoni e Gerbidon: Una don. 132 133 . Sardou: Marchesa! nina senza importanza. * r 1 134 - Golia: Ombra, moglie beila. SPI 27 - Fossato e Giancapo: Delitto e _ jyj0jQar: Qualcuno. afr, castigo 136 - Mazzolotti: La signorina Chi • ' 78 - Chlumberg: S! recita come si mera. A può. 137 - Benavente: La señora ama. 79 - Donaudy: La moglie di en. 138 - Harwood: La via deiie Indie. trambi. Colui che guada |maj 80 . Napolitano: Il venditore di 139 - Maugham: gna il pane. fumo. 140 - Goward: La dolce intimità. 27 - Bernard e Frémont: L’atta- 81 - Devai: Débauché. e Braddel: Nelle miglio W : che d’ambasciata. 82 - Rocca: Tragedia senza eroe, 141 . Hart ri famiglie. - a S 28 - Quintero: Le nozze di Qui- 83 - Lonsdale: La fine della si- 142 De Stefani: L’amore canta. gnora Chéyney. SO ; aita. 143 Fodor: Roulette. 84 . Falena: Il favorito. ' J I 29 - Bragaglia: Don Chisciotie. 144 Amiel: Tre, rosso, dispari. 85 - Chiarelli: Le laorime e lo 1 30 - Boueui: Storienko. 45 - E. Garcia e Muiloz-Seca: I steile. 31 - Mirande e Madis: Simona è milioni dello zio Peteroff, 86 - Cenzato: La vita in due. • fatta così. 146 . Gordm: Oltre l’oceano. 32 . Moinar: Prologo a re Lear . 87 - Achard: No i vi amo. 1 4 7 G . Zorzi e G. Sciaiani: La i » Generalissimo - Violettadi 83 . Ostrovski: Colpevoli senza fiaba dei Me Magi. colpa. ù tl bosco. 33 - Veneziani: - Haiàsz: Mi amerai sempre7 Il signore è ser- 89 - Cavacchioli: Cerchio della 148 tasj vito. 149 - Maugam: Gran mondo. morte. kU 34 - Blanchon: II borghese ro150 - John Colton: Sciangai. 90 . Tonelli: Sognarel 1 * mantico. 51 - E. Carpenter: Il paure celibe. f ì 35 - Conty e De Vissant: Mon bé. 91 - Crommelynck: Lo scultore di 1 152 . Egei- e Letraz: 13 a tavola. maschere. guin piazzato e vincente. 153 - De Benedetti: Non ti conosco 92 - Lengyel: Beniamino. 36 - Solari: Pamela divorziata. più. ^ 37 - Vanni: L’amante del sogno. 93 - Rèpaci: L'attesa. Il bacio davanti allo 94 . Martinez Sierra: Dobbiamo 154 Fodor: r-1 38 . Gherardi: Il burattino. specchio. esser féiici. f®®{ 39 - Paolieri: L’odore del sud. K. Jerome: Robina in hgri 40 - Jerome: Fanny e i suoi do- 95 - Rosso di San Secondo: Le 155 ■Jerome di marito. esperienze di Giovanni Arce. 156 ■cerca « mestici. Alessi: li colore dell’anima. 96 - Bajard e Vailler: La tredice r i 41 - Colette: La vagabonda. 157 Ladislao Bus Fekete: La ta sima sedia. 42 - Antonelli: La rosa dei venti. baccheria della Generalessa. „ 43 . Cavacchioli: Corte dei mira. 97 - D’Ambra: Montecarlo. Cesare Vico Lodovici: Ruota. 1 5 8 9 8 . Mancuso e Zucca: Interno 1, fey con. 159 Michel Mourguet: Amicizia. Irnerno 5, Interno 7. 44 - Massa: L’osteria degli im160 ■Moinar: Armonìa, 99 - Apei: Giovanni l’idealista. @1^ mortali. 100 - Pollock: Hotel Ritz, alle otto! 151 Enrico Roma: La corsa dietro 45 - Borg: Nuda, l’ombra. 101 . Veneziani: L’antenato. f*H 46 . Boneili: Il topo. 162 Ferdinando Nozière: Quella 102 . Duvernois: La fuga. 2 47 - Nivoix: Èva nuda. vecchia canaglia... 103 - Cenzato: La maniera forte. 48 - Goetz: Giochi di prestigio. 163 Lonsdale: Aria nuova. 104 - Moinar: 1, 2, 3 e Souper. A. Debenedetti: M. T. 1 6 4 105 - Stui'ges: Poco per bené. 49 - Geyer: Sera d’inverno. 165 ■André Birabeau: Baci perduti 1 0 6 . Guitry: Mio padre aveva ra. 50 - Savoir: Passy: 08-45. 166 - Luigi Antonelli: Avventura gione. 51 - Birabeau: Peccatuccio, sulla spiaggia. 107 . Martinez Sierra: Noi tre. “ 52 . Giachetti: Il mio dente e il 1 167 - Chiarelli: Fuochi d’artificio, 08 - Maugham: Penelope. A\ tuo cuore. 103 - Vajda: Una signora ohe vuoi 168 - Calar e Artu: li trattato ^ 0 53 . Falena: La regina Pomarè. divorziare. scomparso. 51 - Gabor: L’ora azzurra. 110 Wolff: La scuoia degli a- 169 - Giuseppe Bevilacqua: Bot55 . Moinar: Il cigno. manti turno del tempo nostro. 56 . Falconi e Biancoli: L’uomo 111 Renard: II signor Vernet. 170 - Barry Conners: Roxy. di Birzulah. H •a i 57numeri arretrati dai N. 1 al N. 100 costano lire cinque la copia; dal N. 101 al N. 150, lire tre la copia; - Amiel: li desiderio. tutti gii altri una lira e cinquanta ia copia. I numeri 1, 2, 3, 4, 5, 6, 2, 8, 9, 10, 12, 16, 17, 18, 20, 21, 22, 23, 24 32 33 37, 40, 42, 49, 65, 73, 74, 77, 83, 96, 101, sono esauriti. Ogni richiesta di copie arretrate dev essere acocmpagnata dalt’impcrto anche in francobolli, ma non mai marche da bollo. Non si spedisce assegno. 0 1 . Antonelli: Il dramma, la commedia e la farsa. 2 ■Alvarez: Il boia di Siviglia. 3 - Falena: Il buon ladrone. 4 - Giachetti: Il cavallo di Troia. 5 - Goetz: Ingeborg. 6 - Bernard: Tripeplatte. 7 - Garidera e Geyer: L’amante immaginaria. 8 . Molnar: L’ufficiaie della guardia. 9 - Verneuil: Signorina, vi voglio sposare. 10 - Gandera: I due signori della signora. 11 . Aniante: Gelsomino d’Arabia. 12 . Conti e Codey: Sposami! 13 - Fodor: Signora, vi ho già vi. sta in qualche luogo! 14 - Lotliar: Il lupo mannaro. 15 - Bocca: Mezzo gaudio. 16 - Delaquys. Mia moglie. 17 - Ridenti e Falconi: 100 donne nude. 18 - Boneili: Il medico della si. gnora malata. 19 - Ferdinand: Un uomo d’oro. 20 - Veneziani: Alga marina. 21 ■Martinez Sierra e Maura: Giulietta compra un figlio! 22 - Fodor: Amo un’attrice. 23 - Cenzato: L’occhio del re. 24 - Moinar: La commedia dei buon cuore. 25 . Madis: Presa al laccio. 26 - Vanni: Una donna quasi one. ][^£ m ‘ft.B ¿E£;$j?e3s&’lssf'<£ ic p o v n c Ù L L U C U F F IC I. V IA U N FASCICOLO m I O R I D E N T £ m % 6 , I G IA C O M O B O V E , 2 - T O R IN O - T e l. « 9 -0 5 0 L>. 1.50 - A B B O N A M E N T O A N N U O 2L. S© - ESTERO E. 60 C B A R R I! ' Ì.1?0 CONNERS oKY S E R & IO TOFANO @li a p p la u s i a scena a ^eH a sene severam ente p r o ib iti O. B. F. J&a repaibfclica elei T c a iro A. V A LE N T E . A L L Ò ' S.?. A L V A R E Z eU IM TR U O € u c .e a lla mano o p e r t i n a JksfesraiL O l g a S s s l ls e l ia Sotto l’insegna di « Spetiacoii Meda », un accorio uomo d’affari che ha per il teatro particolare predilezio ne, ha riunito alcuni elementi che per le loro eccezionali qualità godo no larga considerazione e viva sim patia da parte dèi pubblico. Alcuni hanno già fatto parte della « Zabum »; infatti la Compagnia tut ta, nel genere e nell’impostazione degli spettacoli, ricorda questa for mazione. La commedia musicale pre. domina e la signora Ghellini, la Renzi, Barbarici, Roveri, Oppi, han. no particolari attitudini per il canto. A questi si aggiunge Oìga Anna Soi. belli, che presentiamo in copertina nelì’atteggiamento lusinghièro per noi dj interessarsi attentamente aìla nostra rivista. Anna Olga Solbelii, attrice spigliata ed elegante, la ricordiamo con Dina Galli fino a quando, diventata la si gnora Meda, ha messo in pra tica li saggio comandamento di « se. guire II marito». Ma, sposando il proprietario di una Compagnia drammatica, non ha creduto di autopromuoversi a prima attrice. Una prova, questa, di sicura intelligenza. M A R IO C A M E R IN I a1 ERM ETE SACCO NI ...SSÌcs Erm ete Zaccoai è pet1 j i l i a p p la u s i V IT T O R IO G U ER R IER O ckz Tesinoli*»» I L NUOVO A N N O COMICO T E R M O C A U T E R IO cscesi esalai d’im p e rtin e n ze La nostra copertina è stota eseguita col nuovo sistema TlPOCALCON dalla Zincografia CONFALOÌNÌERI di Torinoi Via Vincenzo Monti, 13 3 T O F A N O S E R G IO C IM A R A B a r r y C o n n e r s Versione d i E Y E L iN A LE VI DI questa commedia, Silvio d’Armco, ha scritto sulla « TRIBUNA»: La premeditata e ostentata conven zione deiì’intrecoio, e degli stilizzati tipi comici che v'agiscono, è stata rinfrescata dall’autore con una bra vura sottile e vivace, di gradevolis simo sapore anglosassone. Piace al pubblico di ritrovare via via, nello scoperto artificio della vicenda, e nella grazia delia sua psicologia spicciola, le confessioni di un’umani tà ingenua, dai sentimenti sani è accessibili: gli piace soprattutto, ere. diamo, l’ottimismo che ne spira. Un crepuscolare italiano o un intimista francese avrebbero probabilmente, dopo la lite dj Grazia col suo secon do fidanzato, ridato a lei la vittoria sulla sorella, e riaggiogato al fasci, no della ragazza prepotente il fidan zato numero uno, lasciando Cene rentola (come dicono succeda nella vita) senza denaro, senza mantello, e senza l’uomo amato. ¡Via l’autore americano ci ha tenuto a rimandare a casa i suoi spettatori contenti, col trionfo della virtù e dell’amore in nocente. E forse una morale della vecchia favola da lui innovata vuol èssere questa, che all’amore non oc corrono interventi taumaturgici: ba sta il più sciocco degii ausilii, ac cattato magari nella pubblicità dei Questa commedia ha formato uno dei più grandi giornali, per farsi strada e vincere. In conclusione, il successo è sta to pieno, i sorrisi e gli applausi innumerevoli. E L S A M E R L IN I L U IG I successi delia Compagnia della Commedia con C o m m e d i a in i r e a i t i d i ROXY l» E , K . 5 Ì> M i^ G r « £ r I asigici r %j&. sà«5m«?*?A EXas?r in jiiim r G ra s ia Haafjpiaagio» »■ Hcacy Sia*’r in ^ e n r B ill CaliStvelS y Temy As)ó«isom ' I^Sae'Y B a xte r *• E^sfaaaci^ 3&.a4ie£clc 0* Flalaeif^y <3> L ’axixme ¿sa svoi^e ¿n unat ciààik assieificana, n e l saloiis? cier la Ditta? Va tutto messo in conto. Tutto. Non ho ragione? Signora Harrington — Si può anche mettere in conto senza spendere. In questo momento abbiamo necessità di denaro. Harrington — Perchè proprio in questo mo mento? Negli altri momenti no, forse? (Siede alla tavola di mezzo e accende un sigaro). Signora Harrington — Ma ora che Grazia si è fidanzata con B ill Caldwell, ne abbiamo più bisogno che mai. Converrai che bisognerà r i prendere la macchina. Harrington (con un poco d’impazienza) — T i preen, cara, non ricominciare col « conver rai ». Non convengo niente affatto, io. Quanto alla macchina, sono contentissimo di aver ven duto quella vecchia. Signora Harrington — Allora, niente mac china? Harrington — Non ci penso nemmeno! Signora Harrington — Vuoi dire che dovrò andarmene in tram come una sartina o una commessa... Harrington — Non ti sembra di esagerare? Signora Harrington —■Esagerare, sicuro! E se il fidanzamento di Grazia va a monte per questo, non te ne curi, eh? Dovresti essere ben felice di avere nella nostra famiglia un m atri monio così splendido! Harrington — Nella mia famiglia c’è già sta- BARRT CONNERS to un matrimonio splendido. E ce n’è abba stanza. Signora Harrington — E chi l ’ha fatto? Harrington — iu , quando m ’hai sposato! Signora Harrington — Diventi sempre più stupido ! Harrington — Perchè non voglio condannar m i a vender coloniali per tutta la vita! Un pic colo capitalista non ha bisogno d’automobile. Fa meglio a risparmiare e a impiegare il suo patrimonietto in modo sicuro. Signora Harrington — Per esempio, nei ter reni della Florida! Harrington (irritato ma senza gridare) — Senti, lasciami in pace con quei disgraziati ter reni! Una volta nella vita si potrà, no, fare una speculazione sbagliata? Signora Harrington — Non gridare a questo modo! Cerca piuttosto di figurarti quello che significa avere una figlia sposata a B ill Caldwell ! (Piangendo) E che cosa devono pensare di noi, i Caldwell? Che io, se voglio andare al circolo del bridge, debbo andare in tram! Co me una merciaia o una stiratrice! Ma tu pensi solo a te stesso! Harrington (che passeggiava su e giù, si fer ma improvvisamente) — Io? Solo a me stesso? Ah, questa poi è troppo grossa! Grazia (dall’ alto della scalai) — Chi c’è, mamma ? Harrington (improvvisamente mutato e sor ridente) — Chi c’è? indovina! Grazia — B ill?! Harrington — Sì, mi chiamano anche B ill, ma non sono quel B ill che tu credi. Grazia (la sua testa appare dall’alto) — Ah, sei tu, papà? Harrington — Sicuro! Scendi, tesoro. Grazia (scende la scala. Bella, giovane, fred da, capricciosa. In tutto e per tutto figlia di sua madre. E ’ vestita da sera, senza mantello) — Buona sera, p.apà. Come mai sei tornato più presto di quel che dovevi? Harrington — M ’ha portalo il treno! (Ab braccia Grazia, poi Vallontana da sè e la guar da incantato. Vedendo Vanello che ha nel dito, sorride) Ah! Ah! Questo si chiama un anello! Grazia! E’ bello esser fidanzata, no? Che ne dici? Grazia — Hai ricevuto la mia lettera? H arrington — Certo! Grazia — Sei stato molto sorpreso? Harrington — Mio Dio, per esser sincero... è stata mia cosa tanto improvvisa... Grazia — Ma non ti piace Bill? Harrington •— Come potrebbe piacermi o di spiacermi? G li ho parlato una volta sola, e per telefono ! Signora Harrington — Insonima, hai qual che cosa da dire contro di lui? H arrington — Niente affatto! Soltanto ave vo l ’idea che quel Tony Anderson... Grazia (guardando la madre, con aria infa stidita) — Tony Anderson? Signora Harrington — Non vorrai confron tare il tuo Tony Anderson con un B ill Cald well ! Harrington — Senti! Sono quattro anni che è in casa nostra quasi tu tti i giorni, e non è nemmeno buono ad esser confrontato con un altro ! Grazia (seccamente) — Non lo amo. (Siede sul divano) Mi pare che possa bastare. Harrington — Cara, non è che io voglia im portelo, Dio me ne guardi! Solo m i fa pena, povero ragazzo. E’ tanto innamorato di te! Grazia — Non ho nessun motivo per spo sarlo. Signora Harrington — Fammi la cortesia di non scuotere la cenere sul tappeto ! Harrington (togliendo accuratamente la ce nere col piede) —■ Vorrei sapere almeno che cosa hai da rimproverargli, a quel poveretto! Signora Harrington — Una quantità di cose. Prima di tutto, non sa nè ballare, nè giocare a bridge. Grazia —>Non sa far altro che star seduto co me un tronco, a parlare della sua vita spiritua le. Come se potesse interessare qualcuno! E poi, che vita spirituale può avere? Un mediatore di terreni ! Signora Harrington — A che gli può servire la vita spirituale? Grazia — Gli uomini di quel tipo non l i pos so sopportare! B ill è tu tt’altra cosa. Lo vedrai, papà, viene stasera. Anzi, papà, vorrei pre garti... (Esita). Harrington —. D i’, cara! Grazia — Ecco... Papà, fammi il piacere, non raccontare le tue barzellette di viaggio! Signora Harrington — E sorveglia un poco le tue espressioni... Harrington (improvvisamente serio e fisso, le labbra strette) — Capisco, capisco benissimo! Grazia — Papà, non devi interpretar male le mie parole... Harrington — Ma no, figliuola, no. Tu fai un matrimonio splendido, sposi un Caldwell, e t i vergogni un poco che tuo padre vada visitan do droghieri per collocare spezie e coloniali. Grazia —- Senti, papà. Harrington — Ma questa casa, questi mobili, i: tuoi bei vestiti, la tua educazione... niente di tutto questo esisterebbe se tuo padre non an dasse a visitare tanti droghieri. Signora Harrington ■ — Non dire sempre « vi sitare»! E’ un’espressione di una volgarità... Grazia — Lascia stare, mamma! Se non vuol capire, lasciamo che tutto vada come Dio vuole! (Fissa il padre). ROXY Harrington — Ah, vale proprio la pena di affrettarsi a tornare a casa! Grazia — Per me non vai la pena davvero. Io sarò felice quando ne sarò fuori, da questa ca sa! (Sale correndo la scala. Fermandosi im provvisamente) T i rimane 1 altra figliuola... la piccola... l ’innocente... Harrington (inquieto) — La piccola? Che fa la piccola? Grazia — Te lo dirà la mamma! (Riprende la corsa su per la scala, ridendo beffarda) Ad dio, papà. Harrington (la guarda minaccioso, poi si volta alla moglie, con dolcezza) — Che vuol di re? Che c’è? Dov’è la piccola? Signora Harrington — B ili! Debbo parlarti francamente. Non so quello che abbia, ma qualche cosa ha... Io credo che sia un poco sbalestrata qui... (Accenna la fronte). Harrington (ripetendo il gesto) — Qui? Signora Harrington — Sì. Harrington (impressionato) —- Che c’è, in somnia ? Signora Harrington — Una quantità di cose strambe... Harrington — Per esempio? Racconta! Signora Harrington — Per esempio... Stase ra è andata a pranzo con O’ Flaherty. Harrington — Quale O’ Flaherty? Signora Harrington — L ’avvocato, quel grassone... E’ tanto vecchio che potrebbe esse re suo padre, ed è già la terza volta che va a pranzo con lui. E, naturalmente, racconta che va dalla zi,a. Che te ne pare? Harrington — E dove va con lu i a pranzo? Signora Harrington — A l Parco! E poi... bisogna che ti dica un’altra cosa, B ill. Ogni vol ta che suonano, corre su per le scale e si va a nascondere ! Harrington — E le hai domandato il perchè di tutto questo? Signora Harrington —■No; ma purtroppo ci sono altri gravi segni di... (Indica la fronte). Harrington —- Ma die segni, ti prego? (Con impazienza). Signora Harrington — Sono due settimane òhe parla... come una demente... Harrington — Per esempio...? Signora Harrington — Una volta dice, sen za motivo : « Non bisogna piangere sul latte versato : ci sono già abbastanza lagrime den tro »... Harrington — Lagrime? Nel latte? E a chi l ’ha detto? A l lattaio? Signora Harrincton — Sicuro. E ha ripetuto almeno venti volte che ogni uomo è un servo di scena. Harrington — Servo di scena? Signora Harrington — Con quella figliuola c’è sempre stato qualche cosa che non andava, fin da quando è venuta al mondo. E adesso abbiamo il coronamento! H arrington — Abbiamo... che abbiamo? Niente, abbiamo. Cioè: c’è qualcosa che non va, è vero. Ma tu non ne hai la più lontana idea. Quando c’era qualche piccola questione fra lei e Grazia, si è sempre rivolta a te in u til mente, perchè tu hai sempre dato ragione a Grazia. Signora Harrington — Io davo ragione a chi l ’aveva! H arrington •—■E la piccola non l ’aveva mai. Questo è indiscutibile. Perciò è diventata quel la che è oggi. E perciò i suoi pensieri non van no mai per la stessa strada dei tuoi. Signora Harrington — La sua mente è sem pre stata fuori di istrada. Effetti della tua edu cazione, signor mio. Harrington •— Si capisce! Se si dice bene delle ragazze, le hai educate tu : se poi c’è qual cosa da ridire, allora è colpa della mia educa zione! (Siede). Signora Harrington — Ma nella tua famiglia ci sono dei casi... pensa soltanto a tuo cugino Egberto ! Harrington — Povero diavolo! Ha avuto un calcio sulla testa da un cavallo ! Ma pensa tu, piuttosto, a tuo zio Gianni, che non ha mai avvicinato un cavallo in vita sua, eppure... Signora Harrington — Che colpa ne ha, po veretto, se non ha preso calci? Ma è naturale! Bisogna che tu offenda l ’onore della mia fami glia, perchè la tua figliuola... sst! Eccola! Roxy (dalla porta di strada. Piccola, vivace, aggraziata, gentile, spontanea, espansiva. Ele gante abito da strada. Quando vede il padre, s’illumina di un sorriso di felicità) — Oooh! C’è papà! I l mio caro papà bello! (Gli va in contro a braccia aperte) Papà mio! (Lo bacia) Che bravo! Sei tornato, finalmente! Quando sei arrivato? Harrington (abbracciandola e baciandola) — Adesso! Proprio adesso! Mezz’ora fa! Che ne dici, piccola? (L ’allontana da se come ha fat to con Grazia, e la guarda con un poco di pre occupazione) D i’, piccola mia, come t i senti? Stai bene? Roxy (meravigliata) — Ma certo, papà, sto benissimo, grazie. Perchè me lo domandi? (Si volta e guarda la madre con inquietudine). Harrington — Sei stata sempre una brava bambina, mentre io ero lontano? Roxy (guarda prima la madre, poi il padre, e sorride) — Brava? Posso, io, essere brava? Harrington — E... che hai fatto? Roxy — Io? (Improvvisamente) Senti papà, non parlare. Bugie non ne voglio dire, e dir la verità... la verità (con un altro tono, come se recitasse la lezione) « La verità è un sollievo per i l cuore ma un aggravio per la carriera ». BARRY CONNERS Harrington (sorpreso) — Che? (Guarda per plesso la moglie che accenna con la testa come per dire: « Vedi? »). Roxy (notando la scena, cerca di cambiar di scorso) — Intanto... Intanto... papà, se sapessi quel che sto preparando... se sapessi... Harrington — Che cos’è? Roxy — D i’, conosci il signor Eisenvein, il padrone di quei grandi magazzini? Harrington — Sì, lo conosco! Ma che c’en tra questo signore? Roxy — Figurati che ha bandito un concorso al Club della Caccia: la signora o signorina che indicherà i nomi dei tre americani che hanno onorato meglio la loro patria nel campo musi cale, politico e finanziario, vincerà una bellis sima coppa d’argento. H arrington — E allora? Roxy — Allora io sono sulla strada per vin cere la coppa. Se ci riesco, sarà una cosa diver tentissima. Signora Harrington — Non ci trovo niente di divertente. Anche Grazia ha concorso, ma lei queste cose le prende sul serio, perchè è seria di natura, lei ! Roxy —• Ma se la prende sul serio, non vin cerà niente! Io invece vi posso confidare... che proprio per questo sono stata anche adesso... (guarda la madre, che l ’ascolta con le labbra strette, e tace all’improvvisò),. Signora Harrington — Sentiamo, dunque! Dove sei stata? Roxy — Dove sono stata? Se ti dicessi che sono stata dalla zia, che ne diresti, tu? Signora Harrington (severa) — Che è una bugia ! Roxy —- Va bene. Allora... Non sono stata dalla zia. Signora Harrington — Dove sei stata, allora? Roxy (sorridendo) — Aspetta un momento, mamma. Adesso ho in mente che m i crederai: aspetta ! Signora Harrington — Roxy, non risponder mi m questo modo. Per grande che tu sia, ti arriva uno schiaffo! Roxy (guarda il padre, in cerca d’aiuto, ma anche il viso di lu i è piuttosto severo) — A llo ra, se proprio volete saperlo, vi dirò dove sono stata stasera. Harrington — E anche le altre due volte, la settimana scorsa... Roxy — Allora gliel’hai già detto a questo povero papà? Mi dispiace molto... (Cambian do tono a ll’improvviso) Ma « è inutile piange re sul latte versato : c’è già abbastanza acqua dentro ». Harrington (guardando la moglie, sconcerta to) —- Ma che vuol dire? Roxy — Niente! Basta, ora. Tu sai che non sono stata dalla zia. E’ probabile che tu sappia anche che sono stata a pranzo al Parco con qualcuno... Signora Harrington (aspra) — Con ehi? Roxy — Ma sì, mamma, sì! Con l ’avvocato O’ Flaherty!... Signora Harrington — Dimmi un poco, che modo è questo? Senza che io lo sappia, senza die io abbia dato il permesso... Harrington (interrompendo) — Questo non c’entra. La cosa principale è il motivo. Perchè sei andata con quel vecchio panciuto...? Roxy (appassionatamente, ma senza alzar la voce) — Papà... papà bello, papà caro... sii buono... H arrington — Come? Roxy — Non dire che vuoi assolutamente sa perlo! Se no... se no te lo dico... e allora mi guasti la sorpresa, la mia magnifica sorpresa... Tutta la città ne riderà... Harrington (sorridendo) — E va bene! Allo ra tienla per te! (Orgoglioso di sua figlia) Io non sono curioso! Roxy — Vedrai, vedrai, sarà una cosa mera vigliosa! Harrington (guardando la moglie) — Insomma, spero che non sarà una cosa che non vada. E’ meglio che tu abbia una ragione... diverten te... per andare a pranzo con... piuttosto che... T i dico francamente, avevo paura che tu avessi bisogno delPavvocato per qualche guaio... Roxy (trasalendo) — Guaio? No, non si può dire... Ho una piccola preoccupazione... momen tanea... ma infine anche il bufalo nero, [più ne ro, non è mai nero come sarebbe nero se fosse p ili nero di quello che è. (Vede che i genitori si scambiano un’occhiata e cambia nuovamente discorso) Ma questo non conta. La sola cosa importante è che quell’affare mi riesca, E se mi riesce... ne parleranno perfino i giornali, forse! Diventerò la ragazza più celebre di tutta la città! (Suona il telefono. Roxy trasale, corre alla scala, ma poi sii ferma) Ah, è i l telefono! Che paura! M i pareva già di veder entrare qualcuno ! Harrington e Signora Harrington (si scam biano occhiate significative). Roxy (accorgendosene, disinvolta) — Rispon do io? Signora H arrington — Lascia stare, vado io. (A l telefono) Casa Harrington. (Sorridendo a. mobilmente) Ah, sei tu, carissima? (Da parte a Harrington) E’ la madre di B ill. (A l telefono) Come va?? Eh, sai, la mia salute... No, no... vado al circolo... Alt, davvero? (A parte) Vie ne a prendermi con la sua macchina! (A l tele fono) Sei sempre tanto gentile... con la tua bel la macchina... (n parte) una Rolls Royce! (Al telefono) Arrivederci, cara, a fra poco, grazie infinite! (Posa il ricevitore) Bisogna che mi sbrighi! Fammi i l piacere, metti tu le cose a ROXY posto con tua figlia... io salgo a prepararmi. Viene con la macchina, fra poco sarà qui. (Nel salire la scala) Io non so come farei senza di lei. Dovrei andare al circolo in tram, come una lavandaia o una serva... (Via). Harrington (scruta un momento Roxy, poi) — Dimmi un po’, piccola... perchè scappi su per la scala quando suonano? Di cln hai paura? Roxy — Non ho paura, papà. Ci sono per sone che fuggono anche senza .aver paura! Harrington (trasalendo) — Ecco che parli di nuovo in quel modo incomprensibile! Mi preoccupi, davvero ! Roxy — Ma perchè? Ho diciannove anni com piuti. E in questi diciannove anni quello che io ho detto non è mai sembrato comprensibi le... Ora tutto a un tratto pretendete che parli sensatamente ! Harrington — Piccola mia, questo non è ve ro. Tu sei sempre stata una bimba intelligente. Ma in certe questioni io non posso far nulla... Ci sono tante cose, in questa casa, che non rie sco a spiegarmi... Roxy (sorridendo) — Lasciamo andare, papà. E’ inutile piangere sul latte versato. C’è già abbastanza acqua dentro... Ah, questo Elio già detto. Harrington — Sicuro... l ’hai già detto... Roxy — Parliamo d’altro, papà. Hai fatto buon viaggio? Harrington — Grazie, non c’è male. Ma, senti, piccola... Roxy (guarda Grazia che scende per la sca la con un bel mantello da sera sul braccio).— Oh, Grazia! Grazia ■ — Che c’è? Roxy — Vai al circolo con la mamma? Grazia — No. Esco con B ill... a meno che non si sia lasciato bloccare da qualche donnet ta... Pare impossibile, ne trova sempre qualcu na che si appiccica... (Appende il mantello al la ringhiera della scala). Roxy — Oli guarda! Che fai col mio man tello ? Grazia (dispettosa) — Figurati! Me lo metto! Roxy — Non l ’ho mai portato nemmeno io! Grazia — E per questo? Quando la mamma dice che me lo posso mettere, i l resto mi è in differente. Roxy — Ma ti prego! I l mantello è mio! Grazia — Vorrei sapere a che ti serve. Nes suno t i guarda. Trovami un giovanotto, uno, che si sia mai occupato di te! Roxy (sospirando) — Questo è vero, purtrop po. I l mondo è un grande palcoscenico, ma gli uomini per la maggior parte non sono attori, sono semplici servi di scena. Questa è mia. Harrincton — Lo dice davvero! L ’ho sentito con le mie orecchie. E ’ terribile! Grazia — Che hai, papà? in - - il........... • i n i r v u w r ........................ m * * Harrington (smarrito) -—■ Niente, figliuola, niente. Parlavo così... ili generale. Grazia (in tono di sfida) — Credi che glielo mangi, i l mantello, se me lo metto una volta? Harrington — Ma no, ma no! Però sarei più contento se tu portassi la roba tua! Grazia — Già! Se ne avessi! Certo, ho due mantelli. Ma converrai che la moglie di B ill Caldwell non può portare sempre gli stessi due mantelli, come tuia manicure o una sguattera! Harrington — Anche tu! Questa la so già a memoria! L ’ho sentita almeno cento volte da tua madre! Signora Harringtoiv (comparendo sulla sca la) — Parli di me, Bill? H arrincton — Nemmeno per sogno! Per chè dovrei parlare di te? Grazia — Sicuro che parlavi d i lei, papà! E se non mi credi, puoi domandar a lei, se non mi aveva permesso di prendere il mantello! Me l ’ha permesso, sì, me l ’ha permesso... Signora Harrington —■ E perchè no! (Scen de) Basta. Non se ne parli più. Harrington — Io penso che non è giusto... Roxy — Lascia andare, papà. Non vai la pe na. Non si puh costringere l ’acqua a scorrere all’insù. E poi, se non piovesse mai, non ci sa rebbe niente da mietere oliando viene il sole. Signora Harrington — La senti, B ill? Ora ti puoi fare un’idea delle stramberie che dice! Vorrei sapere che c’entra l ’acqua e il sole col mantello da sera, o con quello che ho detto io! Roxy, smettila con questi discorsi. Pensaci, prima che sia troppo tardi. (Trombe d’auto mobile) Dio mio! E’ qui la macchina! B ill dammi la borsetta... la scatola della cipria... fa presto! Ho tanto da fare e tu perdi i l tempo in sciocchezze! Che razza di uomini ci sono al mondo! (Corre alla porta). Harrington <-mende sulla tavola gli oggetti e corre dietro alla moglie) — Eccomi, cara, ec comi! (Escono e chiudono la porta). Roxy (con voce ferma) — Senti, Grazia. Sai che non mi piace far scene. Grazia — Ricominci con la storia del man tello ? Roxy — No. La mamma ti ha dato il permes so e la questione è chiusa. Inghiotto anche que sta, e buona notte. Ma vorrei sapere dove hai preso il denaro, ieri, per invitare le tue tre amiche a prendere il tè al « Plaza ». Grazia — T ’interessa? (Con aria di sfida). Roxy — Moltissimo. Tanto più che lo so. Lo hai preso nel cassetto del mio scrittoio. Grazia — Come prestito. Sai bene che te lo restituisco. Roxy —• Gli, non lo so. Proprio no. Almeno... finora non m i hai mai restituito niente. Grazia — Sicuro, l ’ho preso... perchè sape vo bene che tu non me l ’avresti dato, se te lo BARRY CONNERS domandavo. Sei troppo invidiosa. Sono conten B i l l (simpatico giovanotto abbronzato, ele ta, ecco, di averti preso quel denaro! gantissimo, in smoking. Ha un mazzo d’orchi Roxy (leggermente) — Oh, fa pure! Sarai un dee che porge galantemente a Grazia) •— Buona po’ meno contenta, però, quando la famiglia sera, Grazia. Scusatemi se arrivo un poco in r i di B ill saprà che l ’ufficiale giudiziario ha pigno tardo; ma per la strada ho incontrato... rato tutta la casa per causa di tua sorella. Grazia (amabile, sorridente, tutta diversa da Grazia — Come? Che dici?! quella di- prima) — Qualche bella ragazza, eh, Roxy (c. s.) — Ogni volta che suonano, credo scapestratacelo? Che bei fio ri! Grazie, caro! che sia lu i! (Gli offre le labbra). Grazia — Che diamine hai combinato? B ill — Molto volentieri, cara! (La bacia). Roxy — Io? Niente! Ho soltanto preso qual Roxy (sì sporge dalla scala. Quando vede che cosa a rate, perchè avevo abbastanza de B ill, respira, e scende) — Buona sera, B ill! naro per pagare la prima rata. E ho sottoscritto B i l l — Buona sera, piccola, come state? un impegno. Se non pago la seconda rata, pos Roxy — Magnificamente. E voi? sono fare senz’altro i l pignoramento. B i l l — Anche meglio! Mi dispiace soltanto Grazia — Non è vero. E ’ tutta un’invenzione che non possiate venire alla serata della zia per farmi paura. Clara. Anche a lei è dispiaciuto, tanto, quando Roxy — Ah sì? (Tira fuori dallo scollo una ha saputo che avevate un altro impegno. lettera) Guarda: ecco la lettera della Ditta. C’è Roxy (stupita) — Io? dentro l ’iifficiale giudiziario, o no? Grazia (rapidamente) — Ma sì, ma sì! E ’ un Grazia (spaventata) — E adesso andrai a peccato, ma per stasera aveva invitato una per raccontar tutto a papà, naturalmente! sona... e non era possibile disdire l ’invito. Roxy — Non. aver paura. Non è mia abitudi B i l l — Peccato. Mia zia ha tanta simpatia ne. Tu lo sai benissimo del resto; per questo per voi! hai preso il mio denaro con tanta tranquillità. Roxy —- Anch’io per lei. V i prego, ditele Grazia (rassicurata) —■Allora, tutto è in or (guardando Grazia) che sarei venuta con tanto dine. piacere, e che mancare al suo invito (minac Roxy (con un poco di amarezza) — Certo! ciosa) è molto, molto brutto... da parte mia... Ordine perfetto! Dove non c’è niente, non c’è Grazia (interrompendo) — Viene qualcuno! nemmeno disordine. (Vai per salire la scala). Roxy •— T i sbagli. Non c’è nessuno. Grazia — Santo Dio, se la smettessi con que Grazia — Ma sì, sarà papà... dov’è papà? ste stupidaggini! Ah, a proposito... vieni qui (Corre alla porta e guarda fuori) Eccolo là che un momento. passeggia. (Apre) Papà, papà! Vieni, c’è B ill Roxy ( tornando indietro) — Che c’è, adesso? Caldweìl ! Grazia — Fammi il piacere, se Tony Ander Harrington (entra e saluta cordialmente son venisse, digli che mi dispiace, ma non son B ill) — Salute, giovanotto. Sono molto contento potuta restare a casa. (Tromba d’automobile) di conoscervi. L ’ho invitato, perchè m’ero dimenticata che B i l l — E anch’io. (Si stringono la mano) F i avevo un altro impegno... nora non avevo avuto il piacere di parlarvi che Roxy —• E non ti sei nemmeno presa la pena per telefono... di telefonargli per dirgli di non venire... Harrington (ridendo) — Cioè non ci cono Grazia — Son cose che mi seccano. E poi, in scevamo di vista, ina solamente di... udito! fine, non l ’avevo invitato io, era lu i che voleva B i l l (rispondendo con la stessa cordialità) venire. Non lo capisco : sa pure che sono fidan — Oh, questa è proprio buona! Spiritosissima! zata con B ill. Perchè imi s’appiccica ancora? Harrington — Benone! Chi ama gli scherzi, Roxy — E ’ semplicemente la rivincita per i non può esser cattivo. E spero che Grazia non quattro anni che tu sei stata appiccicata a lui. sarà una cattiva moglie. E così tutto andrà bene. (L ’automobile si è fermata davanti alla casa). B i l l — Proprio quel che penso io! (Ridono). Grazia — Ah sì? Se ti preme tanto, perchè Grazia (nervosa) — Credo che sia ora di an non lo sposi tu? dare, non ti sembra, Bill? Roxy — Sta tranquilla! Lo farei senz’altro, Harrington (guarda Grazia e si fa serio) — solo che lu i mi volesse! Va bene, va bene. Per me, andate pure. Grazia — Oh! Non penserai sul serio che pos B i l l —■Peccato che dobbiamo lasciarvi! Ma sa prendere te! siamo invitati da mia zia, che tiene molto alla Roxy —* Chi sa! C’è della gente che mangia puntualità. volentieri anche le rape. (Suonano, Roxy tra Harrington — Ma sicuro, sicuro! sale e corre alla scala) Grazia! Tu puoi testimo B i l l •— Allora... a rivederci presto. Buona niare... che... (sparisce su per le scale). notte, ipiccola. (Stringe la mano ai due e segue Grazia (s’avvia alla porta con passo esitante, Grazia impaziente presso la porta). poi apre) — Oh, B ill! Roxy (gaiamente) — Arrivederci, amico! E ROXY non dimenticate di dire a vostra zia che mi ram marico molto d’essere impegnata... (B ill e Gra zia escono). Harrington — Con chi sei impegnata? Roxy — Con nessuno ! (Siede) Non avevo la più lontana idea di essere invitata dalla zia di B ill. Grazia si era dimenticata di dirmelo. Harrington — Già. S’era dimenticata. Capi sco, capisco benissimo. Roxy — Papà, non fare i l viso buio per una sciocchezza simile! Harrington — Sciocchezze, sì... ma io sono preoccupato per te. Roxy — Per me? Harrington — Vedi, la mamma e Grazia so no due caratteri che si somigliano; fra loro, sei come un’estranea... non capisco perchè... Roxy — Papà, se io riuscissi soltanto a per suadere la mamma che le voglio bene! Ma se anche glielo dicessi, non m i crederebbe. Prefe risce credere che non donno la notte per in ventare il modo di renderla infelice. M i sembra d’esserle soltanto di peso... Harrington — Questo poi non è vero. T i vuol bene... un poco a suo modo, ma t i vuol bene. Se t i capitasse qualche cosa di male, morirebbe di pena... Roxy (scoppia iti una risata che jinisce senza transizione in un pianto dirotto; e nasconde la testa sul petto del padre). Harrington (accarezzandola) — Via, via, pic cola, non facciamo sciocchezze. C’è qui il tuo vecchio papà. Noi due ce ne infischiamo di tutto il resto dei mondo. Non è vero, piccola, piccola mia? Roxy (sorridendo fra le lacrime) ■ — Certo! (Gettandogli le braccia al collo) Noi due... Harrington — E se qualcuno t i fa del male, se hai qualche cosa per la testa... Dimmi, pic cola, davvero... C’è qualche cosa che ti tormen ta? Ci sarebbe forse qualche ragazzo in giro? Roxy — Ma no, papà, neppure per idea... Harrington — E allora, cos’è? Non ti dirò niente! Dimmi la verità, piccola. Roxy (prima esitante, poi decisa) — Sì... c’è una cosa... Ecco, è cominciata così. Ho tro vato un avviso nel giornale... Harrington ——* Qui. Con questo po’ po’ di lettera! Per la vergogna della famiglia! Un titolo da catastrofe! Questo ci ha fatto, quella cara santarellina! (Gli ridà il giornale). Harrington (leggendo) — « I l concorso Eisewein finisce in una farsa. Roxy Harrington confessa di aver vinto con la frode ». Signora Harrington — Con la frode! I gior nali lo dicono chiaro e tondo! Con la frode! E’ spaventoso ! Harrington — A l diavolo tutti i giornali. Che bisogno hanno di strombazzare una cosa simile? Grazia — Non ti fa niente, eh? Lascia stare i giornali, e pensa piuttosto a tua figlia. Ha frodato o non ha frodato? Si o no? Signora Harrington — Una persona norma le, anche se commette una frode lo tiene per sè ahneno. Lei invece se ne vanta solo per svergo gnare la sua innocente e rispettabile famiglia! Harrington — Ma no! Non l ’ha fatto per que sto! Voleva solo che il suo nome comparisse sui giornali ! Signora Harrington — E c’è riuscita! Dio mio, quando penso quel che diranno i Caldwell! Harrington —>Non diranno niente! Se aves sero voluto dir qualcosa, Pavrebbero già detto da un pezzo! Grazia — Ma quel che penseranno di una fa miglia dove si commettono delle frodi! Signora Harrington — Quell’Eisenwein avrebbe fatto meglio a curarsi dei suoi magaz zini invece di andare in giro offrendo coppe d’argento! Glie l ’ho domandata, io, la sua cop pa? Non ho mai desiderato una coppa, io, in tutta la mia vita! (Piange). Harrington — Ma nessuno ti ha forzato a prenderla! Fammi i l piacere, smetti di pian gere. Non posso vedere! Non c’è buon senso a piangere sul latte versato. C’è già abbastanza acqua dentro. Signora Harrington (con un arido terribile) —* Dio! Cominci anche tu! Harrington — Se mi pare!... Su tutta questa storia non c’è niente d ’importante. Quello che dice la gente mi è indifferentissimo; a me im porta solo quello che dice la piccola. (Preoccu pato) Vorrei soltanto sapere dov’è andata. Quando è uscita? Grazia -— Appena hanno portato il giornale della sera l ’ha aperto, poi s’è messa il cappello, e via. Harrington *— Certo, perchè ha letto quel t i tolo. Se penso che sarà per le strade, sola, nel buio della notte, amareggiata, piangendo di no stalgia della sua casa... Roxy (apre pian piano la porta e fa capolino, angustiata. Si sforza di sorridere, ma vedendo le facce scure degli altri si raggomitola tutta per tenere il meno posto possibile nel vasto mondo. Scivola dentro, chiude la porta, e si ferma voi. tando le spalle agli altri) — Uni...? ROXY Signora Harrington — Purtroppo è proprio Grazia (dopo una pausa penosa) — Sei qua questa, l ’educazione che le hai dato! finalmente ? Harrington (quasi fuori di sè) — Io non t ’ho Roxy (dolcemente) — Oh Grazia! Si. Purtrop po non lo posso negare. Sono qua. (Pausa) Non educata in modo che i giornali debbano par lare di te come di una truffatrice ! avete una buona parola per me? Roxy (sta per piangere) — Ma questo non Harrington (severo) — Dove sei stata? l ’avrei mai pensato, papà! Anche tu mi giudichi Roxy — Un poco in giro, papà. Signora Harrington (gemendo) — In giro! senza avermi ascoltata! Harrington — Come? Senza averti ascoltata? Ecco come fa lei ! Harrington (guarda la moglie con un lampo Questo poi non l ’ho detto. Sicuro che ti ascol terò. negli occhi; poi a Roxy) — Dove sei stata? Roxy — Tu sì... ma... loro due? Roxy — Fuori... ma sono tornata... Pensavo Harrington — Anche loro. (Imperioso) An che vi foste già un pochino calmati. A quel che che voi. (La signora Harrington e Grazia si av pare, m ’ero sbagliata! vicinano l ’una all’altra. Soddisfatto) Lo vedi? Harrington (vuol essere severo)— Sicuro! Anche loro! Ora puoi parlare! Roxy — Allora, ci sarà ancora del chiasso! Roxy (sospira profondamente e si mette nel Va bene... dite, dite... Signora Harrington (geme) — Chiasso! Ha mezzo) — Allora... E’ cominciata così. Quando Eisenwein ha bandito i l concorso, ho cercato di il coraggio di parlare così e... sapere chi era la giuria incaricata di esaminare Grazia — E non è che una volgare truffale risposte. E quando ho saputo che il solo a trice! giudicare era lu i, Eisenwein, mi sono messa a Roxy — Come te! ridere come una matta. Signora Harrington — Niente affatto lei! Tu Harrington — Perchè? sola! Clie pretendi di essere altro? E ’ perfino Roxy — Perchè ho capito che l ’importante stampato nei giornali! Dio mio, quando penso non era trovare i tre americani che avevano ono a quel che dirà la gente... Grazia — E a quel che penseranno i Cal- rato di più la loro patria, ma trovare proprio quei tre che aveva in mente Eisenwein. E ’ tuia dwell! Roxy — Questo non m ’importa proprio truffa, questa? V i pare? LIarrington — Secondo me, no. (Alla signo niente ! Signora Harrington — Sicuro che non t ’im ra Harrington) Che ne dici tu? Signora Harrington — Non ci trovo niente, porta. Che cosa può importare a una truffa per ora. Ma son curiosa di sapere come hai fat trice? Roxy (comincia a perder la pazienza) — Ma to a rubare la coppa. Roxy — Chi dice che l ’ho rubata? che truffatrice ! So quel che ho fatto, sarà una Signora Harrington — Chi è bugiardo, è la cosa un po’ ... azzardata, ma una truffa poi no. Signora Harrington —- Come la chiamere dro. Roxy (vorrebbe dire qualcosa, ma si trattie sti tu? ne) —-Va bene. Posso continuare? Roxy — Se m i deste retta, ve lo direi... H arrington — Sicuro! Grazia •— Non abbiamo nessuna curiosità di Roxy •— Allora... (Sospira) Ho cominciato a sentire le tue bugie! pensare come avrei potuto fare a mettere nel Roxy — Rugiarda sarai tu! Signora Harrington — Signore; signore, per sacco il vecchio Eisenwein... Signora Harrington — Nel sacco? chè m ’hai punita così? Roxy — Ma sì... Roxy — Senti, mamma, non è il caso di ge Signora Harrington — La senti? Mettere in mere così. M i dispiace molto che i giornali un sacco un commerciante rispettabile... pel scrivano queste cose di me... Signora Harrington — Questo non è vero. lame che, poi? Roxy (vorrebbe di nuovo parlare, ma si trat Non ti dispiace nient’affatto. Lo dicevi tu stessa, che saresti stata contentissima di vedere il tuo tiene) — Posso continuare? Harrington — Continua! nome stampato. Roxy — Conoscete l ’avvocato O’ Flaherty? Roxy — Infatti sarei stata contentissima ma Grazia — Sono curiosa di sapere cosa c’entra non così. O’ Flaherty col fatto che tu hai rubato la coppa. Grazia — E come, allora, se non così? Roxy — Chi lo dice lo fa! O’ Flaherty è il m i Roxy (sempre più disperata) — Se m i lascia ste parlare! (Guarda supplichevolmente il pa gliore amico di Einsenwein. Perciò gli ho dadre che fa il severo per seguire la maggioranza). mandato se non gli avrebbe fatto piacere in vi Harrington — Dev’essere difficile spiegare tarmi a pranzo con lu i di tanto in tanto. Grazia — Non ti vergogni? Aliare a mendica una cosa simile, Roxy. Non è questa l ’educa re gl’inviti dai vecchi. zione ohe ti ho da to ! MltRY CONNÈSs Roxy —* Chi lo dice... E allora lu i m i ha r i sposto che gli faceva. Harrington — Come, gli faceva? Roxy •—- Piacere. E siccome gli fa piacere an che discorrere, la prima sera che ho pranzato con lu i l ’ho fatto discorrere di musica. E ho saputo che secondo lu i il più grande musicista del mondo è Wagner, ma che Eisenwein pensa che Victor Herbert valga molto di più. Harrington — Victor Herbert? Chi è? Roxy — Non so. Un americano... E così ho avuto i l primo. Harrington — I l primo che? Roxy — I l primo voto per il concorso di E i senwein. I l musicista, Victor Herbert. Harrington (cominciando a capire) — Ah! Roxy — Sicuro. Ho dovuto andare a pranzo con lu i altre due volte per riuscire a sapere che secondo l ’opinione di Eisenwein i l più grande uomo di Stato americano è Abramo Lincoln. Così il secondo. I l terzo è stato il più difficile. Signora Harrington — I l terzo? Roxy — Ma sì, il finanziere. Non sapevo co me fare a portare il discorso sull’argomento del la finanza. Ma finalmente, per mia fortuna, O’ Flaherty ha cominciato a parlare delle guer re per l ’indipendenza americana, e mi ha rac contato che Eisenwein vorrebbe che si facesse un monumento a un certo Salomone... Signora Harrington —• I l re Salomone? Roxy — No, uno nuovo. Un banchiere. Sen za il suo denaro, l ’America non avrebbe vinto la sua guerra d ’indipendenza. E così li ho avu ti tu tti e tre: Herbert, Lincoln e Salomone. A l lora ho dato il mio voto e ho vinto la coppa. Grazia — Inaudito! Uno scandalo! Inconce pibile ! Roxy — Inconcepibile no, se io l ’ho concepi to. Papà... che ne dici, tu? Harrington — Ma... per conto mio, non ve do dove sia la frode! Signora Harrington — La frode è che ha preso la coppa e poi Fila restituita. Perchè? Chi gliel’aveva detto di restituirla? Harrington — E che c’entra questo con la frode ?... Grazia — Ma no, la frode è stata prender par te al concorso dopo aver saputo le opinioni del giurì. Questo dicono i giornali. Signora Harrington — E i giornali non ose rebbero mai dire una cosa falsa o poco esatta! Roxy —- Non avrebbero mai dovuto parlare di frode! Ho soltanto voluto prendere un poco in giro quel signor Eisenwein, tanto istruito; e pensavo che la stampa avrebbe detto : « La splendida trovata di una ragazza spiritosa »... Non « la frode » ! Ma disgraziatamente m i ero sbagliata ! Harrington — Perchè non hanno saputo di stinguere ! Signora Harrington — Ma sì, tua figlia è un genio. Ruba una coppa, e poi, senza dir niente a sua madre, la restituisce. Bella educazione! Roxy — Vuoi dire che l ’avrei dovuta tenere? Signora Harrington ——- Per questo? Non è abbastanza? coppa! Signora Harrington — Ma hai perduto la te 0 ’ F la h e rty — Ride ancora, a pensarci! sta? Sei impazzita? Che t ’è venuto in mente? Roxy — E il County Club mi darà un diplo Grazia (che s’è messa il cappello) — Perchè ma d’onore! ho dato retta a te, perchè ho seguito i tuoi con 0 ’ F la h e rty — Tutto il club è stalo una r i sigli. Questo è il risultato. (Apre la porta) Ma sata sola, quando hanno letto i adornali! non finirà così! Roxy — E tutta la città ne parla. Signora Harrington — Non finirà? Che si 0 ’ F la h e rty — E tutta la città ride a crepagnifica? pelle! A li! ah! ah! Grazia — Gliela farò vedere, al signor B ill Roxy —er forza di abitudine) — Ma neppure mia... Harrington ( brandisce il ferro da ricci). Signora Harrington — Parla, parla... ti ascolto. Harrington — Mettiamo che sia colpa mia! Ma io l ’ho tirala su finora, e la casa è sua come tua o di Grazia. Da oggi in poi è finita con la storia della cenerentola cui niente è permesso. Finita. Le è permesso tutto. « Tutto »! Inteso? Signora Harrington (dolce) — Come vuoi tu. Harrington — Sta zitta! Non ho ancora fin i to. Per 25 anni in questa casa tutto è andato sempre come volevi tu. Cliè se qualcosa andava diversamente, cominciavi a... soffrire. E allora pianti e gemiti e singhiozzi, e tutti dovevano sa pere com’eri malata, e bisognosa di riguardi... Adesso basta. Non dire più neppure una volta elle sei malata, altrimenti t i faccio io da dot tore. E alla prima commedia fracasso tutto! Hai capito? Tutto! Roxy (apre la porta di destra. Ha un grembiulone da cucina, e porta una pila di piatti e un cencio) —* Papà, ti prego! T i prego, papà! Harrington (raddolcendosi) — Eh, piccola? Roxy — Basta, papà! Credimi, non c’è ra gione... Harrington — No? Se non c’è ragione per te, c’è per me, hai capito? E se tu non hai il coraggio di parlare e di importi, debbo farlo io per te. Io, i l tuo unico padre! Roxy — Oh, non ho nessuna necessità d’impormi ! A l ballo non ci voglio andare. Non ne ho più nessuna voglia! Harrington — Ah si? Ma io, tuo padre, ti or dino di averne voglia! Hai capito? E se tu non vai subito a levarti questo stupido grembiule... Roxy (spaventata, torna in cucina). Signora Harrington (lamentosa) — Ah, se non l ’avessi mai messa al mondo! Harrington (tirannico) — Che hai detto? Signora Harrington (spaventata) —- Niente, niente, non ho detto niente! Harrington ■ —■Va bene. Ammettiamo che tu non abbia detto niente. E adesso... Uno, due... Marsch! A l ballo con le ragazze! Oppure non andarci, se non credi, ma di qui... via! Marsch! Ne ho abbastanza di te! Signora Harrington (comincia a salir la sca la, come ipnotizzata, poi fa un ultimo tenta tivo) —■B ill, senti, ti prego... Harrington — Che? Signora Harrington — Se... se le cose debbo no prendere... questa piega... Se... insamma, r i cordati che mio cugino mi ha detto una volta che se dovessi divorziare, sarebbe disposto a farmi la causa gratis... Harrington — Lo so, lo so, me l ’hai detto e ripetuto! Ve bene, allora telefonagli che tutto è all’ordine. Signora Harrington —- A ll’ordine? Allora, in una parola... Debbo telefonargli... domani? BARRY CONNERS Harrington — Perchè aspettare a domani? Telefonagli ora, subito. Più presto lo fai, me. glio è. Signora Harrington (completamente fuori di se, non sa quel che si dica) — Gratis, mi fa la causa completamente gratis ! Harrington ■ — Questo non l ’accetto! Per divi dermi da te nessun prezzo mi sembrerà troppo alto. Ti lascio la casa, i mobili, tutto. E fin da stasera me ne vado da questo maledetto inferno ! Va’ nella tua camera e telefona! Via! Signora Harrington — Ma nella mia camera non c’è telefono ! Harrington — Farò mettere una derivazio ne! Va, va, ti bo detto! Signora Harrington (spaventata fa due sca lini). Roxy (in abito da sera, agitatissima, viene dalla destra) — No, papà, questo non lo puoi fa re! Non puoi! Signora Harrington (attaccandosi alVultimo filo) '— Tutta colpa tua ! Prima tutte quelle bu gie, poi hai mandato a monte il fidanzamento di Grazia e adesso dividi tuo padre da tua madre! Harrington — Marsch! Nella tua camera! Marsch! Signora Harrington (fa due scalini poi si ferma) — Dopo 25 anni di pace e di felicità! Harrington (senza tarlare fa un gesto di mi naccia). Signora Harrington Gorre su per la scala). Roxy (mettendosi eroicamente davanti al pa dre) Papà, battimi, fa di me quello che vuoi, ma... Harrington (forte) — Tutto inutile, Roxv. Me ne vado. Per 25 anni sono stato felice solo qil and ero fuori di casa. Anche questo posso dirtelo, tanto adesso non ci sente nessuno. (Quasi gridando verso il piano di sopra) Sono rimasto finora in questa casa, soltanto perchè c’eri tu! Roxy (tanto infelice che si rende conto unica mente delle parole) — Papà! T i prego! Ti prego ! Hakrington (c. s.) — E adesso me ne vado. (Gridando) Me ne vado... Roxy (c. s.) — Per sempre? Harrington — No! Per un momento! (G ri dando) Questa volta è un momento e poi sarà per sempre! (Piano) Voglio soltanto rinfrescar mi un poco la testa! Mi pare di averci un vul cano ! Roxy (spaventata) — Hai tanto caldo? Harrington — Non fa niente! E’ peccato sol tanto che questo caldo non mi sia venuto 25 an ni prima! Ora vedo. Roxy (attaccandoglisi al collo) — Ma toma... almeno per questa volta! H arrington (stringendola a sè, ammicca ac cennando alla scala, poi con aria misteriosa) — Sst! Roxy — Come? H arrington (stacca Roxy dal suo collo, guar da la scala e sorridendo ammicca significativa mente) —• Sst ! Roxy (non capisce bene, vorrebbe sorridere e non osa) — Che? Harrington (felice, trionfante) — Ssst! (Si avvia alla porta con passi risonanti, serio e acci gliato. Sulla soglia si volta con un sorriso im provvisa e getta un bacio a Roxy). Roxy (non capisce niente, è molto turbata. Guarda un poco dietro al padre, un poco verso la scala dove compare furtivamente Grazia). Grazia (piano, spaventata) — Se n’è andato? Roxy (id.) — Sì! Grazia —>lE quando torna? Roxy —* Non so... Grazia (con un sorriso di trionfo) — Allora, non ti conduce al ballo? Roxy — Che me ne importa ormai del hallo? Grazia (c. s.) — La mamma e io ci andiamo subito ! Roxy — Buon pio vi faccia. Grazia (guardando ironicamente Roxy, pren de il ricevitore del telefono) — Pronto? (Scuote il ricevitore) Pronto? (c. s.) Finalmente! Sono venti m inuti che aspetto! 599. Pronto? Per pia. cere, un tassì, subito: Harrington, Viale Lin coln, 436. Subito. Va bene. (Posa il ricevitore) I l tassì sarà qui fra un momento. Roxy —- Che vuoi da me ancora? Grazia Io? Niente! Credi ancora che To ny Anderson resterà per te? Roxy — Sicuro che lo credo! Grazia — Anche se passo tutta la serata con lui? Roxy (incerta) — Non viene per te, al ballo. Grazia Può darsi. Ma ci resterà per me! Roxy (c„ s.) — Non mi pare tarato certo! Grazia —- Scommettiamo che resterà. Roxy —• Con te non scommetto! Se perdi noti paghi ! Grazia — Vuoi scommettere che durante tut0 il hallo non si stacca un momento da me? Roxy (sempre più incerta) — Non scommetto dente. Grazia E che dopo il ballo m ’accompagna 1 casa? Roxy — Questo non lo farà. Grazia •—. Perchè? Per i tuoi begli occhi? Roxy —* Non lo farà ! Grazia — Hai qualche ragione per dirlo? Roxy — Sì. Grazia — E quale? Roxy — Questo non ti riguarda. Grazia —• Allora mora ne sei sictira. Roxy —■Sicurissima! Grazia — Bugiarda! ROXY Grazia -— Mamma, dille che me lo renda! Roxy — Bugiarda tu! Signora Harrington (guardando verso la por Grazia (non risponde, ma ridendo beffarda ta) ■ — Io non le dico nienile. Tanto non lo fa. mente si mette il mantello). Se credi che serva a qualche cosa, diglielo tu! Roxy •— Ancora il mio mantello? Grazia — Va bene. (S’avvia risolutamente Roxy — Ancora, se ti piace! verso la porta, poi si ferma) Che cosa credi, Roxy — Chi te l ’ha ¡permesso? mamma? Avrò proprio bisogno del mantello Grazia — La mamma. questa sera? Roxy — Ancona? Signora Harrington (incipriandosi) — Non Grazia — Ancora. so, io... Roxy — Ti... ti... ringrazia Dio che te l ’ha Grazia ■ —. Ali sembrai ima serata così calda! permesso la mamma! Grazia — Se anche non me l ’avesse permesso, A che serve il mantello? Signora Harrington (sospirando) — Eh sì, me lo sarei preso ! fa molto caldo. Roxy —- Questo poi no! Grazia — Credo che basterà lo scialle... (In d i Grazia — No? Allora chi m i ha dato il per messo di flirtare con Tony? Eppure ine lo ca un bellissimo scialle che ha sul braccio). Signora Harrington —■Forse basterà... prendo, perchè lo vaglio. Grazia — Tanto si va e si torna in mac Roxy — Bada, tu... china ! Grazia — Sicuro, me lo prendo. Signora Harrington — Hai chiamato un tassì ? Roxy (come una furia) ■ — Oh, basta! Senti: Grazia — Da un pezzo! Dovrebbe essere se non t i levi il mio mantello e non me lo rendi immediatamente... (Impugna i l ferro da ricci già qui. Signora Harrington —- E... che cosa credi? che il padre ha lasciato sulla tavola). Grazia (indietreggia, stringendosi intorno il Domanderà il divorzio? Grazia — Chi? mantello) — Non oserai... non oserai... Mam Signora Harrington — Tuo padre. Da me. ma! Maaanima! Grazia — Quello là, è capace di tutto! Signora Harrington (spaventata, affaccian Signora Harrington — Quello là... Oh, sì! dosi alla scala) — Che c’è? (Piangendo) Sapere almeno quello che gli si Grazia — Mi vuol battere! Mi corre dietro è fatto! Avergli sempre voluto tanto bene... per battermi! Signora Harrington — E perchè ti vuol bat tanto bene... Grazia — Sta attenta, ti viene ¡il naso rosso! tere ? Signora Harrington — Lascia che diventi! Grazia — Perchè ho preso i l ¡suo mantello... Signora Harrington (spaventata) — Levate Che se ne fa una vecchia di un naso bianco? Questo divorzio è la mia morte! lo! Ridaglielo subito, subito, se no ti assassina! Grazia —- Non ¡siamo ancora a questo punto! Vedrai! E ’ figlia di suo padre! Anche lu i prima Signora Harrington (con un lampo di spe. m ’ha assassinata! Roxy (lascia cadere il ferro e senza intenzione ranza) — Credi che m i debba ancora incipriare ostile fa un passo verso Grazia che fugge stril il naso? Grazia — In ogni caso! Così non sei decente! lando su per la scala gettandosi dietro il mantel Signora Harrington — Sarebbe meglio che lo e si stringe alla madre. Roxy raccoglie il mantello e s’avvicina per renderlo a Grazia; al suo non uscissi, forse... Fra le altre cose, ini, sento primo passo Grazia e la madre spariscono sul tanto male! Dio volesse che non fiossi mai (si pianerottolo. Roxy rimane uti poco interdetta, guarda intorno spaventata, poi finisce la frase) ma orgogliosa del suo successo, e si ritira col nata! (Rumore di motore). Grazia — C’è il tassì. Vieni o non vieni? mantello per la porta di destra. Dopo una pic Signora Harrington — E chi t ’ha detto che cola pausa Grazia si affaccia alla scala e accenna alla madre che viene cautamente dietro a lei. non vengo? (Sospira e s’incipria il naso) Va bene così? Scendono la scala e si guardano intorno). Grazia — Benissimo. Grazia — L ’ha preso son se. Roxy (entra dalla porta di destìra e rimane Signora Harrington (cominciando a inci priarsi per cancellare le tracce delle lagrime) —■ sulla soglia). Signora H arrington — Andiamo. (Guarda Chi? Roxy con l ’intenzione di essere cordiale) Addio, Grazia —- H mantello. Roxy. Va a letto e dormi bene. (Via). Signora Harrington — Sembra! Grazia (beffarda) — Sì, cara, dormi bene! Grazia — Nella sua camera? O l ’avrà porta Roxy (esasperata fa un passo avanti, ma Gra to in cuoina? Signora Harrington — E’ possibile anche zia esce e le sbatte la porUa in faccia) — Dormir questo. E’ capacissima di portare un mantello bene? (Improvvisamente le viene una bellissi ma idea. Trionfante) Ecco, per dormir bene! così elegante in cucina. IÌàRIìY CONNÉRS (Corre al telefono, prende il ricevitore e ci sof fia dentro) Pronto! Pronto! 872. Pronto! Parlo col Country-Club ? L ’ispettore del garage, pre go! Pronto! Pronto! Signor Sinnis, è lei? Roxy Harrington, come ala? E i bambini? Grazie, anch io. No, non ci vengo... Per cortesia... mi farebbe un immenso piacere?... Se viene il si gnor lo n y Anderson a depositare la macchina... Come? E ’ lì? Proprio lui? La prego, caro si gnor Sinnis, me lo chiami all’apparecchio! Grad* ‘. (grazie... (Si mette a ballare col ricevitore in niano) Pronto, "lony ! Si, Roxy. Volevo dirvi che purtroppo stasera non posso venire. No, la mamma non ha voluto e son rimasta a casa. No, Tony, non posso uscire, assolutamente. Dovrò stai-mene qui tutta la sera... sola sola... Ah, di'piace anche a me, tanto pili che... avevo da par larvi di una cosa importantissima... Importan tissima... sì, sempre per quel signore... sono tanto perplessa per... certe circostanze., nuove, sì, muove... che non so quel che sarà di me se... non vi posso parlare. Oh, no, Tony! V i pare! Farvi rinunciare al bailo? Ma nemmeno per so gno! Ma no, Tony! Davvero? Mio Dio, se pro prio volete, a me fate un piacere immenso... sì... a rivederci! (Posa il ricevitore. Raggiante) Così dormirò bene! (Si mette a saltare, poi corre al divano, per distrazione tira fuori il libro, lo apre a metà senza pensare a quel che fa, e si metile a studiare macchinalmente) « Chi è in dotto al matrimonio con la violenza, con la vio lenza presto o tardi si scioglierà ». Presto o tar di... Mio Dio! (Impressionata, rimane con lo sguardo fisso davanti: a sè, e comincia a pian gere pian piano). Harrington (entra dalla porta di sinistra. Raggiante di contentezza e di buon umore. Ha completamente cambiano andatura e contegno. Ora è un uomo forte e sicuro di sè) — Oh, pic cola! Se ne sono già andate quelle due? Roxy (sorride fra le lacrime per la. gioia che il padre sia tornato). Harrington (stupito) — Che hai? Perchè piangi? Sono qua io. E ’ im itile piangere sul latte versato, c’è già... come dice? Roxy (commossa) — Abbastanza acqua dentro... Harrington — Quello che è stato è stato. Vedrai che vita nuova comincerà qui d’ora in poi! Resterai di sasso, a vedere quel che suc cederà quando torna a casa tua madre! Si mette rà in ginocchio davanti a me; in ginocchio! Roxy — Dio volesse che fosse vero, papà! H arrington —• Sarà vero! Perchè, credi, bim ba mia, tutto il mondo è un grande scenario e chi lo cambia non è sempre un servo di scena! Roxy — I l libro non dice proprio così, papà! Harrington ■ — Ma nella vita è così. Basta. Ora preparati, che vado a mettermi in ordine anche io, e andiamo al Country-Club. Roxy No, papà, adesso non ci posso più venire. Harrington Hai sempre paura di tua ma dre, allora! Adora non credi... Roxy ■Sì, papà, credo, credo... ma non è Per L mamma, che voglio restare a casa. E ’ iper Pony... Harrington — Perchè, è là... al ballo? Roxy — No, perchè viene qui! Harrington — Qui ? Roxi - Sì... capisci, papa... non ero sicura che saresti venuto a prendermi... e per ogni caso ho preferito telefonare a Tony... Harrington — Dimmi un poco, piccola. Ave vi paura die s’incontrasse con Grazia? Roxy — No... avevo paura che s’incontrasse con me... Harrington — Con te? Ma che dici? Roxy (risolutamente gli mostra il libro) — Guarda qui, papà. Harrington (legge) — « Chi è indotto al ma trimonio con la violenza... con la violenza... ». Roxy —. Presto o tardi... H arrington — Si scioglierà... E adora ?... Roxy — E allora Grazia adesso vuol sposare Pony. Ma Tony non ci pensa nemmeno. E se stasera gli suggerisco, come mi proponeva, di domandarti la mia mano, sposa me. Ma se vie ne a sapere, più tardi, che avrebbe potuto avere Grazia, allora... (Scoppia nuovamente in pian to) presto o tardi... con la violenza... Capisci, papà? Harrington (serio) — Certo, in fondo può esserci qualche cosa di vero... Roxy Ecco! E’ quello che dico anch’io! Harrington — Io sono persuasissimo che ve nendo a sapere che potrebbe sposare anche Gra zia... se n ’infischierà; ma in ogni caso... la sciare che si leghi con te senza sapere... non sarebbe un giuoco leale. Roxy — No ! E per questo sono decisa a dir glielo francamente. Harrington — Diglielo, piccola, diglielo! Sul la mia responsabilità ! (Motore, faro, ecc.). Roxy — Eccolo! E’ già qui! Harrington — Non aver paura, piccola. Se avendo la scelta fra te e Grazia non sceglie te senza pensarci neppure un momento, vuoi dire che è un idiota che non ti merita! Ecco! (Suonano. Roxy non ha il coraggio di andare ad aprire. I l padre l ’incoraggia. Roxy raccoglie tutta la sua energia e va ad aprire). Roxy •— Oh, Tony, buona sera! Siete stato molto gentile a venire! Tony (dopo aver salutano Roxy, vede Harring ton) —. Oh, signor Harrington! Sono contento di vederla! Harrington — Anch’io! (Stretta di mano) E... come va il Roxy Park? Tony —• A meraviglia, (grazie! A proposito. *********< ROX'V Per quesà vostri famosi lotti... avete avuto nes suna offerta? Harrington (commosso) — Perchè? Credete che si troverà un compratore? Tony — Non lo credo, lo so. Ho venduto oggi un grande appezzamento di terreno a una So cietà che vuol costruirvi un Grand Hotel e ha 900.000 dollari di fondi... Harrington — Ed è... dalle parti dei miei lotti ? Tony — Proprio al confine! Domani riceve rete ima proposta... che potrete accettare, ve l ’assicuro ! Harrington (fuori di sè dalla gioia) — Ma al lora... allora... oh, Tony, come vi posso ringra ziare? Io, io... vorrei potervi procurare ima gioia in ricambio... ma non dosso far altro che andarmene!... E lasciarvi qui, voi due coi vostri segreti! (Corre via per le scale). Pony (guardando Roxy che sorride al padre) —. Dunque è accaduto qualcosa? Roxy — Accaduto? (Improvvisamente si r i corda e si rabbuia) Ah, sì... un grosso guaio, Tony! Tony — Con... quel signore? Roxy — Con... quel signore! Tony —• Che gli è capitato? Roxy — Tony... vi avevo detto che prima... quel signore... era innamorato di un’altra? Tony — Si, me l ’avevate detto. Roxy — E che quell’altra... l ’avevjj. piantato e si era fidanzata con un altro? Tony — No, questo non lo sapevo. Roxy — Va bene, potete far conto di non averlo mai saputo, perchè quell’altra... e quell ’altro... non sono più fidanzati. Tony —• Si sono lasciati? Roxy -— Si. E la ragazza di cui quel signore, il mio, è innamorato, ha cambiato idea e adesso lo rivuole. Ma io gli voglio bene! Tony (contento) — Perchè non mi dite tutto? Allora quel signore l ’ha lasciata ai suoi capricci e lei è rifidanzata con quell’altro! Roxy —• Oh, no, se fosse così, noi non starem mo qui a parlarne... Tony — Via, parlatemi sinceramente; io non ho nessun interesse personale nella cosa, quindi mi potete dir tutto! Dove sta la difficoltà? Roxy —• Quel signore non sa niente, nè della rottura, nè delle intenzioni di... quell’altra! Tony — E voi avete paura che se lo sapesse, la sposerebbe? Roxy — Ne sono quasi sicura, purtroppo... Ditemi un po’, Tony, quale sposereste voi, se foste nel suo caso? Tony — Io... non posso rispondere, io. Tutto sta nel sapere se lu i ama ancora quell’ altra. Roxy —• Certo che l ’ama ancora! Che fareste voi al suo posto? Tony (riflettendo) — Eh, se amassi davvero quell’altra, la sposerei. Roxy ( tristemente) —- Me l ’immaginavo! Tony — Ma ditemi un’altra cosa. Che posso fare io per aiutarvi? Roxy — Cercate di figurarvi... sentite. Una ragazza ama un uomo al punto che preferisce saperlo felice con un’altra che averlo per se... Pony — Me lo figuro benissimo. E ’ quel che ho provato io quando Grazia si è fidanzata con B ill Caldwell. Roxy — Allora vi dirò tutto. L ’ultima volta che l ’ho visto, mi pareva che fosse già un poco innamorato di me... Tony (geloso) — Innamorato? Proprio? Non vi sbagliate? Roxy •— Non mi sbaglio, no... innamoralo! Tony — Non m i pare un uomo di carattere, quel signore! Roxy —- Vi sbagliate, Tony. E’ im uomo e so no sicura che non avrebbe inai dimenticato 1 an tico amore se non perchè aveva perdjato tutte le speranze. Ha sentito il bisogno di una conso lazione, poveretto! Tony (c. s.) — Va bene. Difendetelo. Roxy — Non lo difendo. Voglio dirvi soltanto che se gli avessi detto che anch'io gli volevo be ne, si sarebbe subito attaccato a me. Certo, glie lo potrei dire anche ora, ma, appunto per que sto, m i pare che non starebbe bene da parte mia. Tony — Avete ragione; non sarebbe leale. Roxy —■E forse non sarebbe nemmeno abile. Chi è indotto al matrimonio con la violenza pre sto o tardi con la violenza si scioglierà. Tony — Verissimo, Roxy; siete di una intel ligenza... Roxy — Ma la cosa ha anche un altro aspetto. Tony —- Quale? Roxy — Ecco. Che pensate, Tony? Se io vi volessi molto bene?... Se fossi tanto buona con lui?... E facessi tutto il possibile per renderlo felice, credete che non finirebbe col dimenticare l ’altra? Tony (si alza e cammina su e giù) — Non so. Deve essere terribile per un uomo sposare una donna che non sia quella che ama. Roxy — E allora che fareste voi al mio posto? Tony — Non lo so, Roxy. Non lo so! Non po trei che dirvi... quale soluzione sarebbe la più gradita per me. Roxy — Quale ? Toxy — Che voi lasciaste quel signore al l ’altra. Roxy (disperata) —■A ll’altra? Tony -— Sì. Lui appartiene all’altra. Roxy (c. s.) — A ll’altra?! Tony > —• Sì. E voi... voi... parliamo sempre per ipotesi... voi appartenete a me. Roxy (le manca il respiro, non può che bal bettare sillabe sconnesse). ......... nn~nr............ — ■ ■ "il.......* ** *»ai 1• MMMfc BARRY CONNERS Iony — « La vita è un sogno », di Calderón, ambedue da lungo tempo non rappresentate al la Burg, costituiranno per la maggior parte del pubblico delle novità. « Il Burgtheater deve certo anche rappresentare la maggior tribuna degli autori austriaci e ciò dimostreranno le rappresentazioni della « Leg genda degli Absburgo », di Federico Schreyvogel, dei « Sette contro Te be », di Max Meli, di « Uomini del passato », di Franz Theodor Csokor, di « Cavalli », di Riccardo Billinger e infine di « Maria Teresa e Federi co il Grande », di Hans Sassmann ». 39 C U O R E A L L Á M A N O Una s c e n a a d u e p e rs o n e d e i FR ATELLI Q U IN T E R O Ines — E’ naturale! Se voi non potete entrare! Arsenio — Pare impossibile che dobbiate rispondermi sempre co sì! Ines — Sono molto costante nelle mie idee. Arsenio — Io no. Volevo dire, anch’io. Bene, secondo i casi... Vi avverto che la portiera è tra sparente e con la luce che c’è co stà, si vede tutto... Ines — Voltatevi da un’altra parte. Arsenio — Non posso. Ines — Allora fate come vi pare. Arsenio — Veramente? Ines — Siamo allegri, stasera?... I l camerino di Ines Per èira, attrice « encan Arsenio — Tutt’altro! tadora », in un teatro di Madrid. A destra, Ines — Dove siete stato a cena? porta d’ingresso, ed a sinistra un’altra porta, Arsenio — Alla « Peña ». di comunicazione col gabinetto di toeletta. Mo Ines — Con chi? b ili civettuoli, ritratti, fiori, lib ri, luci ecc. Arsenio — Solo. La scena è deserta. Poco dopo alzata la tela, Ines —■ Che noia! arriva Arsenio, un giovanotto elegante, sfaccen Arsenio — Non crediate. La solitudine non dato, che conosciamo anche noi per averlo vi è sempre disprezzabile. Alcune volte quando sto tiei camerini di tutte le belle attrici e spe ci sembra di essere più soli è quando siamo più cialmente in quello della Pereira. Indossa, l ’a accompagnati. bito da sera. Ines — Come siete metafisico! Arsenio — Fino a quando non comparirete Arsenio — Che fortuna! I l camerino è vuo continuerò così! to! Questa commedia è un portento! Non atti Ines — Vengo subito. (Entra. E’ bellissima. ra un’anima in palcoscenico! (Si avvicina alla Veste l ’abito di scena). portiera del gabinetto di toeletta) Si può? Arsenio > — Sia ringrazialo Iddio! (Contem (Ines parla di dentro). plandola) Si spiega, si spiega., si spiega tutto... Ines — No! Chi è? Ines — Che cosa? Arsenio — Un amico : quello di tutte le sere. Arsenio — Si spiega il ritardo : si spiega che Ines — Ah! Arsenio. gli specchi cerchino di trattenervi... perfino Arsenio — Arsenio... V i è scappato di boc nella luce degli specchi c’è fortuna e c’è ca come per dire: cc E’ già qui questo ronzo sfortuna. ne! ». Ines — Me lo diceste anche ieri sera. Ines — Nè più nè meno: Strano! Pisanella. La vittima ascol — ■ Di chi è quella comme ta la sua sentenza, spettra dia che stavi leggendo? le di pallore e di magrezza. — Di Guido Cantini. — Povere bestie — mor — Ah, adesso capisco... mora Tristan Rernard al Un giovane laureato al proprio vicino di poltrona la scuola dei giornalisti, -1—chissà che fame patiran avendo in animo di dedi no quest’oggi! carsi alla critica dramma V Ad un tavolo di risto tica, si lascia ¡catechizzare rante, Armando Falconi af ^lirici ed allori hanno innumerevoli ammiratori da Silvio d’Amico. fronta un amico che sta fa. he esprimono, come possono, il loro entusiasmo, — Quasi sempre i succes cendo colazione. .eco, come può, un ammiratore di Sergio Tofano si danno alla testa agli au — Che fai, qui, con le mie tori i quali montano in su nuove attrici? perbia e non combinano più niente di buono... —— Io? Ma se son solo... sentenziava l ’aspirante critico. — Già: ma vedo che... «magni» «maltagliati» al — E’ vero, verissimo — assentì d’Amico — e per sugo! impedire ciò non c’è che un mezzo: stroncare, stron ■f" Pochi sanno che Ugo .Betti, oltre ad essere poeta care sempre qualsiasi lavoro... e commediografo, è anche un austero ¡magistrato. x Antonio Gandusio riceve sempre in camerino Un giorno alla Pretura di Parma si tante visite, e conosce ogni giorno tante presenta un giovanotto che doveva es persone che è impossibile possa ram sere interrogato come testimone in una mentare il nome di tutte. causa che si stava discutendo. Dopo Una sera, al teatro Quirino, l ’avvocato aver richieste le generalità, il giudice Bruno Cassinelli, il noto penalista dalla Betti, domanda: voce in falsetto, si reca a trovare l ’il — La vostra professione? lustre attore: — Mi riconosce? —■Scrittore —■ fa l ’altro. — Io scrivo —• Eh! Altro che! — esclama compia commedie, romanzi, novelle... cente Gandusio, che non l ’ha ricono, — Ah, si? E’ molto interessante. E scinto affatto. come vivete? E quando dopo un dialogo durato un Alessandro de Stefani racconta che quarto d’ora, Cassinelli esce, Gandusio un amico volle assolutamente presentar, domanda a chi gli è restato vicino: gli una signorina che, avendo letto i — Vorrei proprio sapere come si chia suol romanzi e ascoltato le sue comme ma quel tenore... die e visto i suoi film, era diventata § La Compagnia di Tina Paternò dove una sua sfrenata ammiratrice. va debuttare nel teatro di una cittadina La presentazione avvenne. E subito abruzzese, ma per un errore dell’ammi dopo si vide la signorina stralunare gli nistratore, la Compagnia sbagliò treno, occhi, contrarre il viso e finalmente dimodoché si trovò in condizioni di non scoppiare in un gran pianto. N IN O B E S O Z Z I poter raggiungere la cittadina del de — Ma, signorina, cos’ha? Si sente ma butto nella serata, in tempo utile per la protesta : le? — domandò de Stefani, sorpreso. recita. Allora, Tina Paternò inviò all’ul— Vedi com’è Onorato ? — No, no, — rispose la signorina tra tim’ora un telegramma: « Causa disgui le lagrime. — Ho che lei me l’ero figu Mi ha escluso a pag. 46 do compagnia debutterà domani. Resti rato come un giovane bellissimo... No, dalle formazioni del tuite danaro spettatori. Paternò ». nuovo anno comico ! no. Non voglio: ecco. In serata stessa, la capocomica rice Eppure una Compagnia vette E De Stefani, malinconico: la seguente risposta: «Restituito l’ho anch’io e tutta per me — Ma nemmeno io vorrei, ecco! danaro allo spettatore. Saluti ». ¡tasi WMMMb PROPRIETÀ LETTERARIA E ARTISTICA RISERVATE 48 A-R-S (Anonima Roto-Stampa) Via Monti, 9 - Torino — ernesto scialbi, responsabile a ^ o _____ ^ S f ì a _ ■ I l • « v i * d e b ili c le ^ a n ii ( C ttrm c V l f i c f i c £ m * n u e t c , 3 1 M I l A K O ¡few® !.|kws3S U J 6 S » m<®*s® «O

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Il dramma : rivista mensile di commedie di grande successo. - Torino : Grandi firme, 1925-1992.

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