27° ANNO • N. 12~·124 • 1• GENNAIO 1951 PROFUMO COLON lA TALCO CIPRIE La donna crea il suo fascino romantico con una goccia di questo romantico profumo From Bernard Sha w Phon e & W l " . CODI COTE liB. ; · fY OT SAINT LAWRENCE. 2/ 1; tq.5J WELWYN . HE R TS . "R iturna La vita ., e una co n soLa n te ecceziu n e a lia reg ula de !La trion fa n te /.m twliL(L cin ema tog m fi ea quo tid ia n a . G. B. S. Super ~ isione coN di CL 0 UZ () T i l regista di !11A N 0 N P ATRICIA ROC, JOUVET, REGGIANI, DI S TUIB U ZIO N E : '' ARTIS'l'l NOEL-NOEl~, AS S OCIATI'' PERIER DIZIOt\lllRIO LETTERllRIO OPERE E PERSUl\lllGGI Dl TUTTI I TEMPI E Dl TUTTE LE LETTERATUHE , . . . - - - - - - - - - - - ALCUNI GIUDIZI - - - - - - - - - - - 8.000 pagine 600 ta vole a colori 10.000 illustrazioni 18.000 VOCl .. Un'opera lelteralme nl e magni6 cn, uni ca nel suo J!Cn e r e in tu! Le le lingue; no te vol e per l' esecuz.ione, il gus to, la raffinalezza del la iconog rafia ... .. Un pnese i cui O!'ponenti int elle ttu cdi riescono a un cosi imponente lav01·o cl i fed e e di ri afl ermazi one culturule non potni mai essere perdu to ... Prol Henry Peyr f ~ dell' UniYe rsitU. di Yale Prof. VV. P. F'riedcrich dell' Unirersitci. di North C'arolin.a ~~E certamente uno magnifies impresa che, quando ~ndl ccmpleta to, rapp rese nteril di gran lunl!a il piU a mpio e il p U mod erno diz.iouario di moviro enli cu ltundi . di opere e di personaggi n ella letle ratura .... "Si tratta di uu'impres n. Pditoria le d'a r·d imento eccezion nle, a nostra scienza senza pari in nessun puest:l d el mondo, e cbe dal pun to di visln c ultur ale merit a di venirde£in1tn di val tJ r e inte rn azi0 nnl e ... Pcrcy Eckslc in net giornale zur£ghese Die '!'a t Pro!. Bene Wellck dell' UniJTersild di Yale .. Opera "colossale" addi rittura nel se nso eslatico che q ues ta parola brt in tedesco . Quando la 1..\igantesca imp resa saril compJUta secondo il piHnO p r es tt~bilito , sHril. una d ella set te mera vig li e d el mondo delle lellere - 1-1. K. L . 9 volumi Questo Dizionario, impresa sem:a precedenti nel campo editoriale, comprende tutte le maggiori opere della letteralura antica e moderna, dell a fi lusofia., delta slo ria. della scienza e della musica che abbiano lasciato un segno nella evoluzione d el pensiero umano. Ogni opera inclusa e analizza ta in till denso e completo articolo critico. Ogni articolo e firmato da Ull autore r esponsabile. A questa prima parte si aggmnge un Dizionario dei pe l·sonaggi, rassegna delle figure di maggwr significato, protagonisti d e lle grandi opere della lett e ratura e della musica. Completa il Dizionario Bompiani un Dizionario dei movimenti spiriluali, nel qu ale tutte le correnti dello spirito, dalla sofisttca al surrealismo, sono vividamente tracciate.La preparazione di questo lavoro ha richiesto dieci anm ; Vl hanno collaborato 500 scrittori tra i piu illustri e cumpetenti specialisti. n e! Bol!ettin o de!CUniYersiiiL dell'OJ:lalwma Un .. E un'opera conce pitu con nmp iezza d i visione c rea li zz aln con grande cu ra e sicurezza di indiri?.1.o Non avvi t-" u e spcsso che un lib r·o possa essere d efinito ' ' indi spensabiJe " ; ness un a ltro e piteto e pill appropriate a questo f1utto degli studi italiani .... Pr .. f. A Nicoll d ell' UniversilU. di Birmingham successo mondiale L'U.N.E.S.C.O. ha assunto il patrocinio del « BOMPIANI ~ "quale opera di importanza e di interesse mondwli " BOMPIANI VIA SENATO, 1 6 MILANO ~n~&/l; ~~~-~"~&£" ~dfJan& ~aa:a:/ ORE REGlA DI DUILIO COLETTI REALIZZATO DAD. FORGES DAVANZATI Ann o di fond azione 1944 S. T. D. SCUOLA DEL TEATRO DRAMMATICO OTTOBRE 1950 - GIUG N O 1951 TUTTI I CORSI SONO GRATUTTI - BORSE DI STUDIO AI PID MERITEVOLI * * * ·unit a didattica nelle niaterie fon damentali al Teatro: Dizione, Recitazione, P erfeziona mento, Regia . Col!aborazione didattica integrativa nelle mater ie complem entar i al Teatro: Cultura Teatrale, Storia della Musica, Storia dell'Art e, Fonetica vocale (Canto), Scher ma, Trucco t eatrale, Lingua Fra ncese, Lingua Inglese. Condizione di p assaggio a lla Regia : aver conseguito il Nominetur d 'attore. A l.LO ST U DIO Th e T ragical H i storie of HAMLET Prince of D enmarlce. By William Shak espeare. As it hath been diverse times acted :by his Highness' servants in the City of London: as also in the two UniveTsities of Cambridge and Ox foTd, and elsewhe1·e. SAGGIO A N NU ALE Con la finalit a dimostrativa d' una sintesi di Ernesto Rossi : " .. .la d irezione e l'istruzione sono gli elementi infallibili e necessari per fare di me" diocr i attori dei buoni artisti; senza direzione, acca de precisamente il .rovescio: i " buoni si viziano e diventano catt ivi. Vi sono teorie che illuminano l'intelletto, asso" dano il metodo di un Attore, e possono acc.resce.re la sua grandezza e la sua potenza "· RAPPBESENTAZIONI DELLA TRAGEOIA AMLETO secondo il primo in Quarto del 1603, trascritto da Giova nni Orsini, per la buona recita zione it aliana, e delle Scene ·popolari CAVALLERIA RUSTJCANA ~· ~ovann,· ~~.. S AGGI OCCASIO N AL! ricavabili dal R epertorio pronto della S. T . D.: S egr et eri a : Via La Orazia, SeTenata a Cristo, Diadeste. Cas te l mor r one~ 5 - MIL AN O GRAN PR~MID. IHTERNAIIONAH "L~ON[ 01 SAN MAR CO, ALLA XI MOSTRA 0' ARTE CIN~MATOGRAFICA AY[H~IIA UN FIL~I DI ANDRE CAYATTE I HSTI SC~SPIRIANI ISPIRA Tl DA fA HI ~ fiGUR~ OR lA NDSTRA STD RIA ~ OH lA NOSTRA HGG~NDA Shakespeare LE OPERE I DUE GENTILUOMINI DI VERONA GIULIETTA * BISBETICA DOMATA NULLA * * ROMEO E IL MERCANTE DI VENEZIA * MOLTO GIULIO CESARE E CLEOPATRA ~ ~· -- * * * LA RUMORE PER OTELLO CORIOLANO * * IL QUINTO VOLUME DEl "CAPOLAVORI" COLLANA DELLE OPERE: TEATRALI DEGLI AUTORI Dl ANTONIO RISONANZA MONDIA.LE DillETTA DA L U CIO RIDENTI LA TEMPESTA . I TRADUTTORI LELLA AIMERITO DREONI * * MARIA ANTONIETTA AN- GINO CAIMI * ANGELA GAMBINO ALDO MENE TTO * LETTA NERI * GIG! CANE * LORENZO GIGLI LUCIANA MILAN! * ERCOLE * CARLO * NICO - SILVIO POLICARDI. Come in tutti gli a ltri volumi, ogni opera - nuovamente tradotta ha una propria presentazione. I t est! sono p receduti da una introduzione generale: W ILLI AM SH.\.KlDSPEARE di Annibale PaBtore. ll volume contiene inoltre: INTERPRET! DI SHAKESPEARE IN ITALIA di Bruno Brunelli. -LA STORIA ROMAN A NEL TEATRO Dl SHAKESPEARE di Lorenzo Gigli. - SHAKESPEARE, OU L A LIVRAISON DE L'EMOTION HUMAINE di J acques Copeau SET - TORINO EDIZTO. NE COMUNE EDIZJONE DI LUSSO Lire 3000 Lire 5000 ANNO 27 - NUOVA SEili E - N. 123-124 QU!ND IO!NALE Dl COMMIDD! E Dl GRANO ID f NTil RESS I! O!RETTO DA LITCIO RIDENTI I o GENNAIO I 9 5 I IN C L US O 15 DI C EMBH E 1950 Ufflc! : Cor·so Varcl.oooo . 2 - Torino ·Tel. 40. 44 3 · U n ascicolo ooata L . 200 .A.bt •onam ent i: Anuo L. 4100 : Ssrue>tre L . nu u: T ri mestro L. 1075 ·Con to corr. p ostu.Ie ~ . 6540 K-t but•ittna porc ho g li som bm va c bo il microfono non foss e n on o.lia altezza d"litt sua stat.ltm, m a. d elllt tecnlca n ecessari a ali tt sua voce. Lo placa.rono promct· tendogll per la sera dopo u n m icrofouo spocialo per la trasm iss iono del ron zlo delle zanza ro. Gli lt anno dttto qu attroce ntomila lire per sera . Le poltrono nl Teatro E llsco costavano tr omiltt. Ii g io vanotto d>tll'•tbito a zz u rro i\ flOi pnssato a Mllano per tro sor e, dove h a fatto "lmpazzlre i mila n osi " c a l 'featro di v ia Ma nzoni, a d onta dollo sgoment o di Romlg io Paone, ha o.neho invltato g li spottatori a canta ro con lui: invit o s ubi to ae.cettato, co n t oul 11ri mtt tlm ldl ma po i cornggios am onte decisi. n glovu.n otto ha detto dnll a ribnltn: " Mal visto un pubbllco simile"· Aveva rng ion e. Riconcllio.ti doflnitiv am entc con G. G. Vivote fellcl. [taccuino- COLLABORATOH I: R UT H E A UGUST US GOETZ: L'E R EDITIE R.tJ., contmedia in due parti c sette q·uoilri AND RE.d P E R RUCCI : LA O.tJ.N T .tJ.TA D E I P ASTO R!, p astorale in tre atti Arti · * * coli e scr i ft-i vcvri (nell'orcline di pubblicazione) di FIERBER T READ; SER GI O SUR CHI ; LUO IO R IDENT!; MARCEL LE DUO ; BAS IL MALO NE Y ; R ENATO S I MON I ; LORENZO r:IIGLI ; ENRICO BASSANO; BRUNO SCFIACFIE R L; A L BER T O VIV I ANI; G. N I COLET TI Ooperti · na: SA L VATO R D AL] (Natale ) Diseani di LUZ · Z A TI ; ZI MME R Seauo1w le cronache t oto (}Tatiche e le rubriche varie . * * * Una donna al microscopio * Spesso il teatro, come l'arte tutta, mira a condensare ne! personaggio iJ to·mento di mille figure ·reali per raggiungere I'universalitd del prototipo; ma a volte, questa riduzione della realld neila sintesi deiia rappresentazione non si veriiica, ed e sostituita da uno specchio scrutatore ed analitico che rivela soltant o il meccani.smo segreto deiia vita. Cosi accade ne11a vicenda de L 'er·editiera, e non si tratta di que! naturalismo che dopa aver imperversato neiia Jetteratura europea rimba1zo ne! nuovo conUn?nle, ma piuttosto di psicologismo, che ha ii vantaggio di rivelare la struttura interna dell'anima umana. Ed essa, come un corpo sotto I' azione di raggi misteriosi, rivela allora tulle le sue pieghe invi.sibili, che nelle loro circonvoluzioni portana il segreto deiia personalitd, del carat· lere, del temperamento. Un miracolo di divi·nazione, quindi, che invece di fotografare lu veritd esterna, apparente e transitoria, procede ancora d'un passo verso ii mistero deila natura umana. Ancora di un passo, ma non cer to di piu. La. t riste e sconsolata Caterina, ad uno .sguardo attento, non rivela n e altezze ne abi ssi spirituali, ma una freschezza timida e sincera che l'ambiente contamina e avvelena lentamente, lino a spingerla verso la piu crudele risoluzione. Le figure che insieme a lei si agitano e Iottano, ognuna per il proprio ar ido interesse, sia esso egoismo pater·no o sete di danaro, son tutte tanto povere di potere emotivo e c·asi ricche di realtd psichica, che ben presto ingiaiJi.sco.n o al sofiio malinconico deila calliveria, e restano inerti, mentre il tempo scarre e annega neila •noia !'ultimo zampiiio di tenerezza. La scintiiia di curiosild per la vila, gid tanto fragile in Caterina, alia fine si spegne silenziosamente, senza disturbare n essuno; e cio, se •n on sconvolge, non entu.siasma neppure, per i1 suo orizzonte piatto e desolato, uniforme e triste. Questo mondo colmo di disperazione, ma mancante del piu piccolo tremito passionale, e certo conseguenza di un controiio critico che rivela in lames timi- dezza, forse, ma anche consumata abilitd d'arteiice. La tensione Iirica e percio attutita, e la vicenda procede con passi felpati verso la sconsolata conclusione; Caterina, che rabbiosamente aveva difeso la sua iilusione, infine distrugge da sola !'ultimo lembo di speranza, e. se era disposta a perdonare, non e disposta ad illudersi ancora. La reazion e proviene in lei dalla sua sensibilitd di innam or ata ferita, e quando la luce del desiderio d'amore viene a mancare, la sua casa ricca e solitaria si richiude per .s empre sui naufragio del sogno. 11 grido interessato e banale dell'uomo che amava__non penetra p.iu in lei, che da trepida e ansiosa e diventata pacata e sorda ad ogni voluttd. E cosi si conclude la vicenda del piu concentrico egoismo. Circola neiJ'azione un vento sollile di calliveria che scaturisce dal profondo io dell'uomo e ferisce attraverso un tessuto denso, che e .poi queilo dell'ipocrisia, a tradim ento, senza che i1 colpito quasi se ne accorga: un 'modo originale per disegnare con tratti leggeri il proiilo di una tragica iigura di donna, che ·~ neJ silenzio e nella deso- Iazione ha ii coraggio di seppellirsi dinanzi al richiamo deiia futura felicitd. Cio che in fondo e ii rifiuto dell'illusione e delfinganno quotidiano. * Bos io · Ro ma La. Rtagione teatra.le att ua le segna un a data nella carri era ar t ist ica cli Eva Magni. Agli a.ttori della cla.s;;e e delle qualita della Magni, e fatale quanto log ico, uma no quanto atteso , d1 e un giorno il sole splencla. in pieno nella loro carrier a ar t istica. E va Magni, per aver b en meritato, per aver clisciplinatamente atteso e a.mato .la p rop ri a arte alia scuola fli un v ero m aestro come R enzo Ri cci, h a avuto il suo premio: Cate fina in L 'E1·editim·a. Brava e degna di una grande attri ce, flalla sera della prima a Roma e per le interminabili r epli che di Mila no, si parla di questa interpretaz ione di Eva Magni, co me sullo sch ermo - e non cer to cla meno tli quella di Olivia. de Havilland. Non sapremmo dirle meglio il nostro augurio e compiacimento COMMEDIA IN DUE T EM Pl E SETTE Q UADRJ DJ RUTH E AUGUSTUS GO ETZ DAL ROMANZO WASHINGTON SQUARE DI HENRY J.A.MES LE PERSONE IL DOTTOR S LOPER - GATERINA, sua figlia LA VINIA PEN NI MAN, sua sorella - LISA A LMOND, altra so1·ella - 111.ARIAN, figlia di Lisa ARTURO TOWNSEND, suo fulanzato - lJiAURIZIO 1'0WNSEND - lJiARI A, cam.e1·iem- L A S IGNORA MONTGOMERY, sm·ella di Maurizio L'aziono si svolge nol salotto dol dottor Sloper, in Wttsll ington Square, nol 1850. * P.RIMO ·t .EMPCJ' . ' 'r .• , * QUADRO PRDIO Il salotto della bella casa del dotto1· S lope1·, in Washington Square. A destradue finestre che s'atfaccia.n o sulla piazza. S ono sulla stessa linea della porta principale che si ap1·e, invisibile, in fondo al palcoscenico verso una anticarnera divisa dal salotto per m ezzo di colonne che accompagnano l'a1·chitrave. Dietro a qtwste si scorge la scala che sale al piano supe1·iore. A sinistm, i l cctminetto ; in secondo piano, una pm·ta che immet'te nello stttdio del dottm·e. La casa non e m·redata nel pomposo stile vittm··i ano che si suol vedere in tut-ti gli intm·ni ottocenteschi. Il dotto1· Sloper ha an·edato la sua casa nel 1820 ed m·a in 1Josizione tale da potm· acquista1·e m obili di buon gusto, armonizzandol·i col mogano inglese scelto dai suoi predecessor·i . Il suo gusto non e ?nutato col passar degli anni; la casa che, col tem1Jo, egli ha fatto cost1·uire in Washington Squa1·e e arredata con discrezione ed eleganza . Il nuovo gusto si ?'ivela soltanto n ei tendaggi che dmpp eggiano finestr e, 1Jorte e la a?·cata che mette nell'anticamera; ma anohe questa sontttosita e alquanto modificata nella casa del dottoT Slo per. La mensola del camino, il lam1Jadm·io cU oTistallo, ' lo S1J eoohio che sormonta il caminetto, i l 1·itmtto della defunta signom Sloper eseguito dct Gilbm·t Stua1·t, indioano i gusti del dot-tore. CE una sem cl'ottobre del 1850. A l leva1· del sipa1·io 1liaria, la camerie1·a, sta acoendendo le lampade a p et?·olio. Si ode i l n~more di una om-rozza in st?·ada. MentTe 1Jia1·ia m ette a po sto il tuba dell'ttltima lampada, la porta di casa si apre e si richiude . .111.m·ia va vm·so l'anticarnera). MARIA - Buona sera, clottor e·. SLOPER (si sente ia sua voce ·i n anticamera) Buonaser a, Maria. (Entra. E un ttomo d·i rnezz' eta, * VERSIONE I'l'ALIANA DI .A.D.A. S.A.LV.A.TO RE dist·into, simpat·i oo, irnpeooabilrnente vestito. Maria gl·i toglie di mano i l oappello . Il dottore va verso un tavolino dove posa una piooola borsa di fm·ri ohi1·urgio·i . .Ma1·ia rirnane aooanto a lt~i mentre egli si leva i guanti). MARIA - Vuol cenare subito, dottore~ SLOPER (so?'p?·eso) - La signorina Caterina e sua zia mi banno aspettato~ MAR LA N ossignore. Hanno mangiato presto . Per avere il tempo di vestirsi con comoclo . SLOPER (1··i cm·dandosi) - Ah, gia ... (Da. una occhiata all'orologio) Ma e a ncora presto, per le visite che aspettiamo. MARIA - La cuoca h a tenuto tutto in caldo p er lei. Debbo portarglielo qui, con un vassoio ' SLOPER - No, Maria . Ho preso qualche cosa in casa Garrison. MARIA - Come sta Ja signora Garrison '! SLOPER - Benon e. E madre felice di un nuovo cittadino . (Siede con una traocia d·i stanohezza) Il nuovo v enuto ed io abbiamo fatto conoscenza alle sei e un quarto precise . (lJiaria va ad tm tavolino latemle dove versa un bicchien di s hen·y p er il dot·tore). M ARIA - E un m aschio '! SLOPER - Si. MARIA - Ch e bellezza! E proprio qu ello che desiderava.no, no '! SLOPER - Volevano semplicemente un figlio eel ora lo h anno . Qua ttro chili e un quarto. Che a more, queste creaturine ... Perche non sono piu cosi, quando crescono '! (Sm·seggia lo sherry ) Quando ti sposerai, Maria,' dovrai aver e molt i bambini; cosi non riporra i tutte le tue speranze in uno solo. (Sors egg·ia) Darai a te stessa m aggiori possibilita cli gioia. MARIA (sm-r·i dendo ) - E quello che diceva anche mia ma clre. D ifatt i ne ebbe tredici. SLOPEl't - Dov'e mia figlia, Maria'! MARIA - La signorina e di sopra. SLOPER (alzandosi ) - Devo scriver e il certificato cli questa n ascita . Il signor Garrison verra pili tarcli a ritirarlo, alia porta di ser vizio . Troverai il documento sulla mia scrivania. MARIA Stia t ranquillo, dottore. (Dalla scala scende la signom P enniman chi amando) . LAVINIA - Sei tu, Agostino '! (Entra). SLOPER - Buonaser a, Lavinia. LAVINIA - Meno male che sei tornato. Temevo ch e il p upo ti trattenesse tutta la sera; il nostro piccolo ricevimento sarebbe stato malinconico, senza cli te. / 11 Nella foto a sinistra Olivia de Havilland: Cateri na in "L'eredit.iua" nel film tratto dalla commedia. RUTH E AUGUSTUS GOETZ SLOPER - Invece il pupo e stato puntuaJissimo. MARIA (nell'uscire) - Scusi ... A che ora debbo servire quello che e stato preparatot SLOPER - Che cosa ha detto la signorina Caterina Y MARIA - Di chiedere a lei, dottore. LAVINIA - Servilo tardi. (Poi, confusa per la sua sjacciataggine) Che vuoi, mi farebbe piacere se Lisa si trattenesse a lungo. E sono curiosa di conoscere il fidanzato di Marian. SLOPER (scherzoso) - E allora servilo tardi, Maria. MARIA- Bene. (Esce). LAVINIA (ansiosa di parlare) - Se sapessi, oggi, che giornata interessante! SLOPER (stupito) - Con Caterina~ LAVINIA - No, no; Caterina aveva da fare. Sono uscita sola. (Si ede preparandosi a raccontm·e la sua intm·essante storia) Magari mi disapproverai; ma devi sapere che sono entrata, da sola, nella casa Astor. SLOPER (divmtito) - Davvero¥ Che coraggio! E ti sono piaciuti i quadri del salotto' LAVINIA - Ma... Smettila, Agostino! Non so no andata per quelli; volevo soltanto vedere la scala, che e cosi grandiosa; e mentre la stavo ammirando, sento una voce dietro di me: « Ma · non e Lavinia P enniinan Y». Mi volto stupita; e indovina chi era! SLOPER - Non sara stato per caso un esquimese o un boscimanot LAVINIA Che sciocchezze! Pensa: erano due membri della congregazione del mio povero marito. E non avevano piu messo piede nella sua chiesa dopo la morte di lui: hanno detto che sara ben difficile colmare il vuoto lasciato nella comunita dal reverendo Penniman. SLOPER (meditabondo) Sicuro; era un uomo molto grosso. LAVINIA - E poi mi hanno chiesto dove stavo e ho detto che abitavo in casa di mio fratello, al numero sedici di Washington Square; sono rimasti molto impressionati. SLOPER - A vresti anche potuto dirgli che qui passi il tempo molto malinconicamente. LAVINIA - Niente affatto, Agostino. E stata una vera gioia stare con te e con Caterina. SLOPER - Davvero, Lavinia¥ Ci sei stata volentieri ~ A volte penso se non vorresti rim an ere anche quest'anno. LAVINIA (contenta) Qui con voi¥ Ti farebbe piacere' SLOPER - Si; tanto piu che sono stato invitato a rappresentare i medici americani al congresso medico che si terra a Parigi in dicembre. LAVINIA (molto impressionata) - Parigi, in FranciaY SLOPER (sorride) Precisamente, cara. (Riassumendo il suo pensiero) Senza dubbio, Caterina e in eta da poter benissimo rimanere sola a casa con la servitu; ma credo che se tu restassi con lei durante la mia assenza, potresti esserle utile. LAVINIA Utile, come, Agostino¥ Esce tanto poco che davvero non ha molto bisogno di una accompagnatrice. · Dirige benissimo la casa. Ne, a quanto pare, ha bisogno di una confidente. In che cosa, dunque, potrei esserle utileY SLOPER - Dio mio, per esempio stasera, quando 12 ci saranno gli ospiti .. . Potresti convincere Caterina a rimanere tranquillamente qui con noi e a prender parte alia conversazione. LAVINIA - Ma lo far a di certo! SLOPER L'ultima volta che abbiamo avuto visite, e scomparsa ben quattro volte, andandosene nella dispensa. LAVINIA- Bene, tentero. E rimarro ben volentieri tutto l'inverno . SLOPER - Benissimo. Ora, se permetti, cara, vorrei andare a preparare il certificato di nascita del signorino Garrison. (Si avvia verso lo studio, ma a mezza stmda si fe?·ma e torna verso di lei) Insegnale ad essere piu furba, Lavinia. Vorrei che fosse una donna furba . LA VINIA - Ma e cosi buona e dolce! SLOPER (torna ad avviarsi) - Non serve a nulla, se non si ha un minimo di furb eria ! (Esce. Rimasta sola, la signora Penniman va alla finestra e gttarda juori. In questo momento Gate?·ina Sloper scende la scala ed entra. E ~ma ?'agazza sana ' e t1·anquilla, sui ventisette anni. Indossa un abito di raso rosso, troppo complicato, con guarnizioni dorate) . LAVINIA Caterina... (Si volta) Ah, te lo sei messo! CATERINA - Si. Ti piace il colore ¥ LA VINIA - Si, ma e mol to ricco, mol to vistoso. CATERINA - Credi che al babbo piaceraY LAVINIA- Certamente! Pensa, Caterina: una delle ultime volte che vidi la tua povera mamma, aveva fra i capelli dei graziosissimi nastri di questa tinta. CATERINA - Lo so, zia. Mi hai detto che erano rosso ciliegia. LAVINIA - Precisamente. CATERINA- Ho portato il campione con me oggi, uscendo dalla sarta, quando sono andata al comitato ospedaliero. Le signore mi hanno detto che era un bellissimo colore. LAVINIA - Giusto, raccontami della riunione. Ti sei divertita Y CATERIN A - Alcune delle signore sono talmente sciocche che sono comiche. Credono che sia volgare intendersi di cose da mangiare; percio mi sembra che sia proprio inutile averle nel comitato. Figurati che una ragazza mi ha chiesto oggi se il vitello col quale si fanno le cotolette e la parte ayteriore 0 la parte posteriore della mucca. LAVINIA (sorridendo) - E che lei hai risposto¥ CATERINA (con umorismo) - Cara zia, le ho detto la verita. Che si trattava del piccino della mucca; e che proprio quando la bestiola e piu graziosa, piu adorabile ... noi la mangiamo. LAVINIA - Quante ridicolaggini! Quando ero giovine, noi eravamo orgogliose di saper dirigere una casa; se penso ai pranzetti che preparavo prima che il reverendo Penniman ... CATERINA (motteggiando)- Allora mi hai ingannata, zia. LAVINIA (stupita) - Come¥ CATERINA - Mi b ai sempre fatto credere che tu e lui vivevate di amore e acqua fresca! (Ridono) Il babbo e nello studio1 LAVINIA - Si. (Gaterina si avvia verso lo studio ma sua zia la ferma. E imbarazzata.) Caterina .. . mm ... L'EREDITIERA dal momento che sei vestita con tanta eleganza, vorresti lasciare che Maria si occupasse di tutti i particolari del servizio, stasera Y CATERINA - E gia tutto preparato ... LAVINIA - Tanto meglio; allora non avrai alcun motivo per andare in cucina o in dispensa, ti pare' CATERINA (dopo una pausa) - Te l'ha detto il babbo, veroY LAVINIA - Ecco, veramente .. . Si. Vedi, cara, tuo padre dice ... CATERINA - Il babbo vorrebbe che io non mi muovessi e dirigessi la conversazione. LA VINIA - Si. CATERINA - Non mi riesce, zia Lavinia. Percio vado a rifugiarmi nella dispensa. LAVINIA - Ma forse non ci metti abbastanza buona volonta. CATERINA - Ma si, zia! Farei qualunque cosa per accontentarlo! E la cosa a cui tengo di piu. (Confi denziale) Prendo appunti su quello che debbo dire e su come lo debbo dire ... ma quando mi trovo con le persone, dimentico tutto. LAVINIA - Ma perchM Mi pare che tu ti esprima bene, su qualsiasi argomento. CATERINA - Quando sono in salotto col babbo, mi pare che nessuno possa aver voglia di ascoltarmi. Tutto quello che ho pensato mentre ero nella mia stanza, diventa inconsistente quando sono qui. LAVINIA - Senti, Caterina: se osserverai tua cugina Marian, stasera, ti accorgerai che i suoi discorsi non sono mai particolarmente interessanti. Ma questo non le impedisce di parlare, mia cara. CATERINA - Credo che se Marian recitasse l'alfabeto, Arturo Townsend troverebbe che e la ragazza piu intelligente di New York. LAVINIA- Sei invidiosa di leiY CATERINA - Se non conosco neanche il signor Townsend! LAVINIA - Non dico in questo senso. Voglio dire: non ti piacerebbe di essere anche tu fidanzata~ CATERINA - Non lo so. Non mi e mai venuto in mente. LAVINIA - Come~ Non hai mai pensato ad avere una casa tua, un marito, dei bambini 1 CATERINA (molto tranquilla) - Si, qualche volta. LAVINIA - E non lo desideri' CATERINA (esitando) - Ecco ... penso a quella che puo essere la persona. Cioe ... trovare qualcuno a cui voler bene. LAVINIA - E che ti voglia bene. CATERINA (semplicemente) - Mi pare che sia lo stesso. (V a alla porta dello studio, esita un momento, bussa. Un momento di pausa. Poi dallo studio si ode la voce del dottore che chiede) « Chi M ». Sono io, babbo. SLOPER (la sua voce) - Ah, Caterina! (Apre la porta) Buona sera, mia cara. CATERINA - Buonasera, babbo. Ti disturbo ~ SLOPER (sorridendo) - Non sei una di queUe donne che disturbano, Caterina. CATERINA (leggm·mente a disagio) - Ti piace il mio vestito¥ SLOPER (esaminandola) Possibile che questa magnifica persona sia mia figlia ~ (Caterina non sa come deve prendere questa esclamazione) Sei sontuosa, opulenta ... Si direbbe che hai ottantamila sterline di rendita! ' CATERINA Ho pensato che questo colore ti sarebbe piaciuto. Rosso ciliegia. Lo portava anche mia madre. LAVINIA - I n astri che metteva fra i capelli ... SLOPER - Ah. .. si. Ma tua ma dre era bruna, Caterina. Era lei che dominava il colore. (Caterina va al suo telaio da ricamo. Lavinia, sentendo la tensione, cerea di rimedia1·e pm·lando d' alt?·o). LAVINIA - Agostino, Caterina e stata oggi a una riunione di signore del comitato ospedaliero. SLOPER (a Cate1·ina) - Brava. Hai offerto i tuoi servigi~ CATERINA - Si, babbo . LAVINIA - Si e gia data molto da fare in questa settimana. SLOPER - Davvero" E sei contentaY CATERINA - Molto. E interessantissimo . SLOPER - Bene. Mi piace che le donne siano occupate. Che cosa ti danno da fare~ CATERINA - Debbo preparare i registri per la corsia dei bambini. SLOPER - Anche quello e un lavoro necessario. (Indica il richiamo) Hai cominciato un altro cuscinoY CATERINA - Si, babbo, con un altro disegno; e un passatempo piacevole. SLOPER - Non farne, pero, una specie di lavoro ob bliga torio! LAVINIA (interviene di nuovo per sviare) - Caterina oggi ha fatto all'ospedale una constatazione divertentissima. (Volgendosi a lei ) Racconta a tuo padre quello che ti ha detto quella ragazza. Raccon~taglielo come lo hai raccontato a me. SLOPER (con un sorriso di attesa) - Si, dimmi. CATERINA - Ma ... hm ... una r agazza ... hm .. . una del comitato mi ha chiesto a proposito delle scaloppine di vitello ... SLOPER - Ebbene¥ CATERINA- Ebbene ... non sapeva che cos'erano ... SLOPER- Come~ LAVINIA (agitata) - Credeva che fosse una parte della mucca, vero, Caterina¥ CATERINA - Si... non sapeva che fosse vitello . SLOPER - Davvero~ CATERINA (s empre piu impacciata) - Non cono sceva i tagli della carne di manzo! SLOPER (aspeltando) - E allora ... LAVINIA - Allora Caterina le ha detto che era il figlio della mucca ... SLOPER - Ah, si? CATERINA (sman·ita ) - E mi e parso ... che rimanesse male. SLOPER - Ah ... (Ind-icandole l'at-teggiamento che ha nel ricamm-e) Quella non e una buona luce per lavo rare, Caterina: ti rovinerai gli occhi. (Si senie stwnare il campanello). CATERINA - Si. babbo . (Maria passa per andare ad aprire. Lavinia si alza). LAVINIA- Eccoli! (Vain anticamera) . 13 RUTH E AUGUSTUS GOETZ MARIA (la sua voce in anticameTa mentre introduce i visitatori) - Buona sera, signorL- Almond. LA SIGNORA ALMOND (la voce, in anticamem) Buonasera, Maria .. . Oh, Lavinia! L AVINIA (d. d.) - Lisa ! MARIA (d. d.) Buona sera, signorina Marian . (La signora A lmond, una bella donna sulla quarantina, appare sotto l'arco). LA SIGNORA ALMOND Buonasera, Agostino ... Salve, cara Caterina. SLOPER - Sono contento di vederti, Lisetta. (La fa avanzare ). LA SIGNORA ALMOND - Dimmi subito, Agostino : chi e ammalato ~ Chi e morto ~ Chi hai tagliato a pezzi in questi ultimi tempi ~ SLOPER (divenito) - Si vede che stai bene, Lisetta. Quando hai dei clisturbi cli stomaco, sei piu rispettosa verw l'umanita. LA SIGNORA ALMOND (va ad abbracciare Gate1·ina) - Come va, Caterina~ (Sotto l'a,-co ap7Ja1·e un giovinotto. La signom Almond gli fa cenno di venire avanti) Arturo, questo e mio fratello, il dottor Sloper ... (.ihtuTo si inchina ) e Caterina, la cugina di Mari:m. (EntTa Ma?·ian , bella Tagazza sui ventidue anni. Saluti, presentazioni, convenevoli a soggetto. Un alt?·o giovine appare sotto l'a,-co). ARTURO - Dottore, mi sono preso la liberta di condune mio cugino. (Presenta) Maurizio Townsend, il doltor Sloper. (Gonvenevoli c. s., mentTe Lavinia rientTa ed a sua volta saluta 111auTizio, ecc.). MAURIZIO - Spero, dottore, che vorrete perdonare la mia intrusione in questa riunione di famiglia. Ma sono tornato da poco dall'Europa e mi sento un po' solo e sperduto . SLOPER Sono molto lieto di conoscervi. (.A .Artu1·o) A vete fatto benissimo a condurlo con voi. MARIAN - . Come sei elegante, Caterina! Lo avevo detto, a Maurizio, che sei molto ch ic; e questo lo. ha deciso a venire! CATERINA (timida, si e affermta con tuUe e due le mani al bTaccio del padre) - Grazie, Marian. (Fa un ·identico cenno di saluto ad .A1·tuTo e a Mauriz·io mormO?·ando parole solite) "Piacere » o "molto lieta ». SLOPER Hmmm .. . Caterina ... (Toglie dal suo bmccio una delle mani di lei) Questi signori non possono seclersi se tu rimani in piedi . .CATERINA - Scusam'i, babbo ... (Siede. I due giova nri siedono). MARIAN (seclendo anche lei ) - Zio Agostino, Arturo dice che una casa nella Washington Square e il migliore impiego di capitali che si possa fare a New York. SLOPER (ad ATturo) - Sono lieto che condividiate la mia opinione. ARTURO - Sicuro. L'uffi.cio contabile . dove sono impiegato ha in grande considerazione questa loca lita~ In qualsiasi momento abbiamo denaro disponibile per ipoteche, quando si tratta di queste case ... SLOPER - Uria cosa rassicurante. LAVINI.A Per quanto e fissato il matrimonio, Marian~ M ARIAN Per il venti novembre, zia Lavinia. Arturo voleva rimandare in primavera, ma io non ho voluto! MAumzro - Arturo potra cosi celebrare questo anno il piu bel giorno della sua vita l LAVINIA - Che frase graziosa e gentile, signor Townsend! MAURIZIO (a Gaterina) - Ho saputo dalla signorina Almond che voi sarete una delle damigelle ... MARIAN - Una delle damigelle~! Caterina deve essere la damigella d'onore! LAVINIA - Forse avra i fiori della sposa. LA SIGNORA ALMOND - Senza dubbio. Marian li destina proprio a lei. Potranno fare le prove con un sacchetto di fagioli . (Qualche risatina di convenienza. Gaterina torce nervosamente il suo fazzoletto. Il dottore si alza e le si avvicina. Le prende il fazzoletto dalle mani e se lo mette in tasca). SLOPER (offre a Gaterina lo spunto per parla1·e) Il signor Townsend e appena arrivato dall'Europa, Caterina. CATimiNA - Vi siete stato molto tempoi MAURIZIO - Parecchio ; eel ora vedo che ho avuto tofto. CATERIN A - PerchM MAuRrzro - Perche mi sono privato cli molte belle cose che sono al di qua dell' Oceano. CATERIN.A (debolmente) - Oh ... ! MAURIZIO - Oltre .a questo, si corre il rischio di essere dim,e nticati. MARIAN (motteggiando) - Vuole che diciamo che non lo dimenticheremo mai; vero, Maurizio ? CATERINA (p?·otestando) - Ma, Marian .. . MAURIZIO (soTTidendo) - Certo non potrei· desiderare di meglio .. . (.A Gaterina ) Siete cosi mordace come vostra cugina, signorina Sloper~ CATERINA - No . (Si alza. Vedendola alzm·si anche i due giovani si alzano) . SLOPER - Vuoi qualche cosa, Caterina ~ CATERINA (pTcsa in fallo) - Il... Il mio ricamo. SLOPER - Lo ammireremo dopo, mia cara. MAumzro - Siete proprio come le giovani parigine, signorina Sloper. Anche loro sono sempre occupate a lavorare al "petit point ». (La pronuncia f?·ancese e buona). LAVINIA (esta.tica) - Oh, parlate francese ! MAumzro - Un poco . SLOPER - Avete fatto il giro d ' Europa, signor Townsend ~ MAumzro - No; ho passato la maggior p arte del mio tempo in Francia e in Italia. LAVINIA - I/Italia ~ Come cleve esser bella! MA umzro - Non la conoscete, signora' LAVINIA - No, non vi sono mai stata. Ma ho sempre avuto l'iclea che debba essere un paese assai romantico . Domini audaci e belle donne. Dite, signor Townsend: trovate che le nostre americane sono molto diverse~ MAURIZIO - Molto diverse, signora. (GuaTda Gate,·ina con intenzione) Del1ziosamente diverse! (Gaterina in uno spasimo _di nm·vosismo, urta una miniatura che e sul tavolino) . CATERINA - Oh!. .. SLOPER - Non importa, Caterina . 14 _____________________________________________________ L'EREDITIERA CATERINA (cercando di rimetterla in piedi) - Non s'e rotta, babbo. SLOPER (calmandola) - No, no, cara. (Subito, per distoglim·e l'attenzione) Immagino; signor Townsend, che trovero Parigi immutata. MAURIZIO - Progettate di andarvi, dottore~ SLOPER - Spero di p artecipare al congresso medico che vi si svolgera quest 'inverno. LA SIGNORA ALMOND - Terribile, Agostil10: dover andare a parlare davanti a tanti altri dottori! SLOPER (sorridendo) - Oh, fra un discorso e l' altro trovero il tempo di fare molte altre cose. Percorrero nuovamente le strade che percorsi tanti anni fa; faro acquisti negli stessi negozi ... MAURIZIO Risentirete t utti gli oclori ? (Tutti ridono) . SLOPER - Naturalmente. MAURIZIO - Si vecle che l 'amate clavvero. SLOPEl~ Ho le mie ragioni per amare Parigi. Vi andai in viaggio cli nozze. MARIAN - Ci siamo molto divertiti ascoltanclo le nuove canzoni fTancesi. I eri sera abbiamo tenuto Maurizio al pianofo1-te per delle ore. MAURIZIO - Non so come avete fatto a resister e. ARTURO - Non fare il modesto, adesso. MARIAN - Vuoi sentirne qualcuna, Catma ¥ (Oater·ina non risponde). LAVINIA - Mi farebbe molto piacere ! ARTURO (guardandosi attorno) - Peccato che non vi sia pianoforte ... MAURIZIO (allegmmente) - Davvero, che peccato! (Poi , confiden zialmente a Oaterina) E la mia fortuna, signorina Sloper. LAVINIA - C'e una spmetta nello studio. CATERINA (inon·idita)- Ma e quella della mamma ! SLOPER - Ed e tutta stonata. MAURIZIO - Oh, non suono abbastanza bene perche possa fare clifferenza. SLOPER (con fennezza) - Mi dispiace, ma ... LA SIGNORA ALMOND - P ermettigli di provare, Agostino. E tanto t empo che non si sente un po' di musica, qui! L AVINIA - Per favore, Agostino! ARTURO - Mio cugmo vuole oscm armi di fronte alle signore! SLOPER - Se proprio ci tieni, Lavinia ... LAVINIA (alzandosi e avviandosi vm·so lo st·udio) Da questa parte, signor Townsend. Caterma, porta que! lume. Sulla spmetta non ce n 'e. (Esce). CATERINA - Si, zia. (Marian e Arturo seguono Lavinia). MARIAN (nell'usc·ire) - Sai, Arturo, dobbiamo consacrare all'acquisto di un bel pianoforte una parte del denaro che avremo disponibile per le nozze. (lllaurizio premurosamente va a prendere la piccola lampada p1·oprio m entre Oaterina sta prendendola). MAURIZIO - Lasciate fare a me, signorma Sloper. E p esante per voi. CATERINA (cerea di sollevarla ment?-e Maurizio tenta di impedirglielo) - No, no! · MAURIZIO - Vi prego ... (Oatm·ina continua a tenm·e le mani sul piede della lampada, sforzandosi di portarla via). SLOPER - Caterma. (Con irritazione che riesce a dominare) ·Lascia che la porti il giovinotto! CATERINA (abbandonando il lurne) Si, babbo . (Va nello studio ). MAURIZIO (seguendola)- Avete p aura che la faccia cadere, non e vero¥ Ma non temete. Staro attento . (Esce. Dopo che i due sono usciti, il dottore va al tavolinetto, prende un sigaro, lo accende. Poi si avvicina alla sorella ). S LOPEl~ Non riusciro ma i a capire ... Dire che sua madre era t anto graziosa! (La signora A lmond, imbarazzata, guarda altrove). L AVIN IA (rientmndo) - Agostino, la spilletta e chiusa a chiave. SLOPER - E sempre chiusa, Lavmia . Eccoti la chiave. (La tme cli tasca) Ma bada di riportarmela. L AVINIA - Grazie. (Oonfidenziale) Simpatico, vero~ (Esce ). SLOPER - Non allude ad Arturo, Lisa. L A SIGNORA ALMOND - Lo so . SLOPER - Che tipo e quel cugino? Chi M LA SIGNORA ALMOND - Pare che sia parente alla lontana, La mamma di Arturo parla sempre di altri rami della famiglia: rami piu antichi, piu r ecenti, superiori, inferiori ... Come se fosse una famiglia reale. Pare che Artmo appartenga al ramo principale, quello della discendenza regale, e suo cugmo no. (Dallo studio giunge il suono di una canzone suonata sulla spinetta) . SLOPER - Pero si comporta con una disiuvoltura regale invitandosi in questo modo, non trovi¥ Uno di quei tipi che piacciono alle donne. LA SIGNORA ALMOND - Si. SLOPER - Che cosa faceva prima di intraprendere i suoi viaggi ? LA SIGNORA ALMOND - Nulla, credo. P are che abbia avuto una piccola eredita. E dev'essersela mangiata tutta. Abita presso sua sorella, nella seconda A venue. SLOPER - Chi e la sorella ' LA SIGNORA ALMOND - Una certa signora Montgomery, vedova; una donnilla graziosa, l' ho conosciuta a una vendita di carita a favore dei b ambini poveri. So che lei ne ha cmque, dei suoi. SLOPER - Vedova con cinque figli ¥ E lui si fa man tenere da lei ? LA SIGNORA ALMOND - Non potrei affermarlo, Agostino. Bisognerebbe chiederlo a lei ... Ma dimmi: che impressione ti ha ·fatto Arturo ¥ SLOPER (smTidendo ) ~ Ma .. . non mi pare molto brillante. Lo vedrei presidente di una ba nca a cinquant'anni. LA SIGNORA ALMOND - Magari! SLOPER - Di una piccola ·banca, il1tendiamoci. LA SIGNORA ALMOND - Anche piccola, Marian ne sara contenta. SLOPER- E tu sei contenta di questo matrimonio' LA SIGNORA ALMOND - Lo ha voluto lei ... SLOPER - Credi che ci sia un altro Arturo in questo nostra grande citta? LA SIGNORA ALMOND Oh, Caterina trovera senza dubbio un marito. SLOPER (div ertito) - Credi' ____________________________________________________ 15 RUTH E AUGUSTUS GOEI'Z LA SIGNORA ALMOND (con impazienza)- Diamine, con la prospettiva di trentamila sterline all'anno ... SLOPER (sorridendo)- Vedo che la apprezzi secondo il suo valore. LA SIGNORA ALMOND - Non dico che sia il suo solo merito. Ma tu ne parli sempre come di una ragazza destinata a restar zitella. SLOPER- Non vedi come si comporta coi giovinotti' LA SIGNORA ALMOND - Questo e il guaio di New York. Gli uomini sono troppo giovani. Si sposano nell'eta dell'innocenza, prima di arrivare all'eta del calcolo. Se t ardassero un pochino, Caterina troverebbe di meglio. ~ LOPER Qualcuno che sappia calcolare~ Grazie tante! LA SIGNORA ALMOND - Ma no, non volevo dir questo! SLOPER (stringendosi nelle spalle) - Fra noi, mia _ cara, non e il caso di dire una cosa per un'altra. LA SIGNORA ALMOND - Ma sei davvero cosi indifferente come sembri, nei riguardi di Caterina ' SLOPER Indifferente1 Neanche per idea! Mi interesso pronfondamente a tutte le fasi della sua vita. Indifferente~ Magari lo fossi! LA SIGNORA ALMOND - PerchM SLOPER - Perche vorrei poter aver fiducia nella sua capacita di dirigere se stessa e il suo avvenire, con un po' di saggezza ed anche un pochino di intelligenza. LA SIGNORA ALMOND - E invece non ne hai punta. Credo che anche Caterina se ne r enda conto. SLOPER - Se intendi muovermi un rimprovero, Lisa, devi specificare. Che cosa dovrei fare per lei, piu di quanto ho sempre fatto1 Ho mancato in qualche cosa~ L'ho mandata alla migliore scuola della citta. Ha avuto i migliori insegnanti di musica e di danza. La sera ho sempre tentato di fare conversazione con lei, cercando di darle qua,lche idea sulla vita sociale. Non le ho mai impedito di spendere del denaro ne l'ho contrariata in quanto concerneva la direzione della casa. Le ho concesso tutta la liberta possibile. Il risultato e quello che vedi ... Una creatura mediocre e senza difesa, senza un'oncia di equilibrio. In che cosa ho sbagliato, sorella mia ~ Se lo sai, vorrei che tu me lo dices~i. LA SIGNORA ALMOND - Non dico che tu non abbia fatto il tuo dovere di padre ... SLOPER - Ho fatto del mio meglio, col materiale datomi dalla Provvidenza. (La musica iJ ora piu forte. Entrambi ascoltano per un momento). LA SIGNORA ALMOND (sorpresa ) - Ma la spinetta non e affatto stonata, Agostino! SLOPER - Lo so . LA SIGNORA ALMOND - Strano, dopo tanti anni. SLOPER - La faccio sempre accorclare. Viene un accordatore tre o quattro volte all'anno. LA SIGNORA ALMOND Dovresti incoraggiare Caterina a suonare. SLOPER (aspro) - Ho provato. Non riesce. LA SIGNORA ALMOND - Sei intollerante, Agostino. E pretendi Dio sa cosa. SLOPER- Sicuro. Ti ricordi sua madre' Era tutta grazia e gioconQ.ita! Sua madre era una gioia per 18 gli occhi e per lo spirito! Questa e sua figlia. (Pausa) Avevo il diritto di aspettarmi che un giorno avrebbe riparato, no' LA SIGNORA ALMOND - Riparato a che cosa~ SLOPER - Alla morte di sua madre. E stata lei che I 'ha uccisa, venendo al mondo. LA SIGNORA ALMOND (compassionandolo) - Agostino! SLOPER - Ho vissuto tutti questi anni in solitudine, aspettando che Caterina fosse una creatura deliziosa come sua madre. Percio non mi sono riammogliato. E non ho fatto nulla per ostacolare i progressi che speravo facesse. Ho concentrato la mia vita nell'os&ervarla avvicinarsi alla perfezione di suamadre. LA SIGNORA ALMOND (severa) - Nessuna figliola potrebbe competere con l'immagine che tu hai di sua madre. L 'hai idealizzata al di la di tutto cio che e umano. SLOPER (offeso) - Non hai il diritto di dir questo. Soltanto io so che cosa ho perduto con la sua morte. (La musica si espande. Entrambi ascoltano . La signora Almond osserva il dot·tore) Quando sento questa spinetta, ricordo il giorno in cui la compro . Eravamo a Parigi; la acquisto da Pleyel. Non volle imbarcarsi per tornare a casa finche non trovo un capitano disposto a lasciargliela p01·tare a bordo . Sei mesi dopo era morta. LA SIGNORA ALMO ND (con dolcezza) - E passato tanto tempo, Agostino . SLOPER Questo non e un conforto. (Mentre ascoltano la musica, la luce si atfievolisce lentamente). _ _ QUADRO SECONDO Un pomeriggio di sole, due settimane dopo. Dalle finest?·e penetra la luce solare, in raggi luminosi, rendendo tutto piu brillante, in modo che la stanza sembra molto gaia. (Al levm· del sipario Lavinia e Maurizio sono seduti sul divano; Lavinia sta ridendo). LA VINIA - Ma no, signor Townsend, non dovete farvi beffe di Arturo. In fin dei conti, e vostro parente. MAURIZIO - Che me ne importa? Ma mi ha introdotto in questa casa; e di questo gli saro grato per tutta la vita. (Facendo un lieve grazioso inchino col capo) Qui ho trovato una vera arnica. LAVINIA - (guarda verso l'anticamera) - Forse vi avete trovato qualche cosa di piu importante. MAURIZIO -Le avete detto che oggi sarei venuto¥ L AVINI~ - Per esser sincera, non gliel'ho detto. E cosi dolce, cosi timida che ho avuto paura che prendesse la fuga senten,do che venivate per la terza volta in una settimana. MAURIZIO - Ma non vi e niente di straordinario. E dal momento che e uscita, che cosa ne abbiamo ricavato¥ LAVINIA - Tornera a casa; questo e certo. MAURIZIO - Si, ma quando~ LAVINIA (compiaciuta della sua impazienza) - Oh, signor Townsend, come mi ricordate il reverendo Penniman. Lo stesso ardore, lo stesso carattere appassionato. L'ERElDITIEIRA MAURIZIO (rassegnandosi) - E stata contenta dei fiori, signora Penniman? LAVINIA - Credo di si. MAURIZIO - Che ha detto? LAVINIA - Ha detto: "Sono fiori di primavera. E difficile trovarne in questa stagione "· MAURIZIO - E nient'altro' LAVINIA - Li ha portati di sopra nel suo salottino e li ha messi sul tavolino accanto alia finestra, dov'e la sua poltrona. Mi pare buon segno, no~ MAURizro - Suo padre che ha detto ' LAVINIA - Come' MAURIZIO - Si, dico: l'ha motteggiata quando li ha visti' LAVINIA- Come avrebbe potuto vederli~ Non va mai nel salottino. MAURIZIO (ceTcando di farla parla?·e) - Caterina, cioe, la signorina Sloper ... LAVINIA (son·idendo) Oh, quando siamo soli parlate pure liberamente. MAumzro - Dicevo: Caterina vede molti giovinotti' LAVINIA (irnbarazzata) - Ma, ecco; riceve molti inviti. E non manca mai ai cotillons. MAURIZIO - Non volevo dir questo. Chiedevo se riceve spesso dei giovani come me. LAVINIA - E di carattere piuttosto riservato . MAuRrzro - Non posso credere che sia cosi riser. vata con tutti. Temo di non essere nelle sue simpatie. LAVINIA (allannata) - Che idea! MAURIZIO - Non mi incoraggia in nessun modo. LAVINIA - Perche e molto timida. MAURIZIO - Dio mio, ma allora non sapremo mai che cos'ha nel cuore. LAVINIA- Con me non e timida, signor Townsend. Si confida liberamente. E molto espansiva, quando siamo sole in camera sua. MAURIZIO - Posso osare di chiedere se in quei momenti e mai stato pronunciato il mio nome~ LAVINIA - Vi assicuro che e ricca di sentimento, rna aliena dal metterlo in mostra. MAURIZIO (?·iflettendo) - Strano. In Europa una ragazza come lei sarebbe sposata da un pezzo. A Parigi, con la sua rendita, avreb be trovato almeno un conte. LAVINIA (incantata)- Un conte~ Sul serio' (Ripensandoci) Ma Agostino non avrebbe mai voluto. MAURIZIO - Parlatemi del dottore, signora. Di che cosa si interessa~ Ama l'arte, la pittura' Ha qualche piccola mania' LAVINIA - Solo il suo lavoro. Quella e la sua mania. La medicina e la sua amante. MAURIZIO - E tremendamente difficile p arlarne, per uno come me. LAVINIA - Quando sapra quali sono i vostri sentimenti, gli argomenti di conversazione non vi mancheranno. (Si sente apri?·e e richiudere la porta di ingresso. Lavinia alza un dito per avvertire Maurizio) Sei tu, Caterina t CATERINA (in anticarnera) - Si, zia. LAVINIA - C'e una visita per te, madamigella . li visitatore sta aspettando con ansia il tuo ritorno . CATERINA (entrando) - Buongiorno. MAURIZIO - Il giorno ej? bello per me adesso, signorina. Temevo che non tornaste piu. CATERINA - Un momento o l'altro dovevo pur tornare, visto che abito qui. MAURIZIO (sorridendo) - Lo so. Appunto per questo sono venuto. (Una bTeve pausa) . LAVINIA - Il signor Townsend voleva sapere se i suoi fiori sono stati debitamente consegnati. CATERINA - Si, grazie. Molto belli. Ho impostato un biglietto di ringraziamento stamattina. MAumzro - Lo conservero come un tesoro, signorina Sloper. Ma non vi ho mandato i fiori per essere ringraziato. (Guarda Lavinia con una certa seve?·ita) Li ho mandati per farvi cosa gradita. CATERINA - Grazie. MAumzro - A proposito: ho trovato quella poesia di cui vi parlavo. CATERINA - Davvero~ MAURIZIO - Sono cosi svagato. L 'ho lasciata nel mio cappello. Sensate, vado a prenderla. (Va in anticarnera e toglie dall'attacapanni il cappello a cilindro. Vi fruga dentro, rnentre le due donne si guaTdano). LAVINIA - Ora ti lascero sola con lui. CATERINA - E di che cosa gli parlero~ LAVINIA (son·idendo ) - Non tocca a te parlare, bimba mia. Tocca a lui, visto che viene per farti la corte. CATERINA- A me' ! LAVINIA - A me no di certo. (La bacia) Cerea di essere graziosa con lui. MAumzto (rientra con un foglio di carta in mano) - L'ho copiata ieri sera . (Guarda CateTina con esp?·essione) Ero inquieto e non potevo prender sonno . LAVINIA Permettete, signor Townsend. Ho parecchie cose da sbrigare. Ma spero di rivedervi presto. MAURIZIO (profondo. inchino) Servo vostro, signora. LA VINIA - Caterina, non dimenticare di andarti a riposare un poco, dovendo uscire stasera. (A Mau?-izio) Un altro ricevimento; non finiscono mai. Ballerauno fino all'alba. (Esc e). MAURIZIO - Questo mi rend.e molto infelice. CATERINA- Che cosa' MAURIZIO - Sentire che siete cosi gaia, cosi ricercata. Mi rende il compito piu arduo. CATERINA - Ma non vado a nessun ricevimento. Mio padre ed io pranziamo in casa Hone, con la signora e col marito. Ecco tutto . MAURIZIO - E questa vostra sincerita che mi piace tanto. (Corne imbarazzato) Mi permettete di chiedervi una cosa, signorina Sloper' Siete uscita oggi perche avete immaginato che sarei venuto' CATERINA (dopo una pausa) - Si. MAURIZIO - Vi dispiace vedermi' CATERIN A - Vi vedo volentieri, signor Townsend. Ma siete venuto cosi spesso, in questa settimana, che ... MAURIZIO (somdendo)- Che ne avete abbastanza! CATERINA - No. MAURIZIO - Allora considerate la mia condotta sconveniente. 17 \RUTH E AUGUSTUS GOETZ CATERINA - Non lo so. Sono perplessa. MAURIZIO (ridendo) - Bene! Questo mi fa piacere. Se siete perplessa, vuol dire che pensate a me; e questo e cio che desidero soprattutto : che pensiate a me. , . CATERINA - Siete molto ardito, signor Townsencl. l\1AumziO (confidenziale) - Lo saro ancora piu. Voglio rivolgervi un'altra domanda: or ora, rincasando, speravate che me ne fossi andato o che fossi aucora quif CATERINA (distogliendo lo sguardo) - E questa la poesia~ M.aumzro (gaiamente) - Si, me ne stavo dimenticanclo. Dimentico tutto, qua ndo son qui con voi. (Gaterina tende la mano pe1· prende1·e il foglio) Dice quello che io ho cercato di dirvi !'ultima volta che sono stato qui. CATERINA - Posso leggerlaf MAURIZIO - Non adesso. Quando sarete sola. Vi p arlera piu efficacemente, allora. (Le da il foglio. Gaterina lo prende e lo fissa ) Mi sembrera di vedervi intenta a leggerlo mentre ·io saro sotto alla vostra finestra . CATERINA - No, non dovete far questo, signor Townsend. M.aumzro (motteggiando dolcemente) - Co me posso non farlo, signorina Sloperf Penso continuamente a voi. CATERINA - Qnesto genere di conversazione non e il mio forte. MAURIZIO - Neanche il mio . Questo e il guaio. Non sono un uomo loquace. CATERINA - Trovo che parlate benissimo. MAURIZIO - Non so mai parlare qua.n do sarebbe necessaria; mai quando sono con voi. E quando sono con vostra zia, o nella mia camera, a casa, penso tante belle cose che vorrei dire. Lo capite questo f CATERINA - Perfettamente. M.aumzro - Ma qui, con voi, mi pare di diventare uno sciocco. . CATERINA (sorridendo) - Non mi sembra. MAURIZIO - Ma se a volte vi sembrasse, o se le mie parole vi dessero l'impressione di essere presuntuose o false, vi prego di dirmelo. CATERINA - Tentero. MAURIZIO - E abbiate pieta delle mie condizioni. CATERINA Che condizionif MAURIZIO - Signorina Sloper, sono innamorato di voi. CATERINA (con un sussulto) - Che avete dettof MAURIZIO - Siete rimasta senza fiato . CATERINA Si, proprio. MAURIZIO - PerchM E tanto strano f CATERINA --:- Stranissimo. (Durante le ult·i me due battute il dottor Sloper e entmto dalla porta d'ingresso e si e tolto il cappello in anticamera) . SLOPER (vedendo il cappello di Maurizio) - Hai visite, Caterina f CATERINA - Si, babbo. SLOPER (entrando) - Buqngiorno, cara. Come va, signor Townsend f MAURIZIO - Non c'e male, dottore. 18 SLOPER (guardandosi attorno) - C'e anche vostro (A Gaterina) Dove sono i felici fidanzatif CATERINA - Non sono venuti, babbo. MAURIZIO - Mi sono preso la liberta di venir solo, dottore. Volevo ringraziare voi e la signorina della cortesia con la quale mi avete ricevuto la prima volta. SLOPER - , Siete molt o gentile. La nostra era una riunione molto modesta e sia mo lieti di avervi con noi. MAURIZIO (gmziosamente) - A volte sono le riunioni poco numerose quelle ch e danno maggior piacere. Io ho avuto cosi il pretesto per fare una visita ad una simpatica signori11a ed al suo simpaticissimo padre. SLOPER Oh, non siamo poi tanto simpatici. Mi fai il favore di suonare il campanello, Caterina~ Vorrei un po ' di sherry e un biscotto. Il signor Town send mi fari compagnia. · M.aumzro - Ne saro molto onorato. (Gaterina va a s~wnare il campanello). . SLOPER (annusando)- Adoperate un'ottima lozione per capelli, signor Townsend. M.aumziO - L 'ho portata dalla Francia. Permett etemi di dividerla con voi, dottore. SLOPER - E perche mai f MAURIZIO -Per nulla; soltanto perche mi farebbe piacere . SLOPER ·Grazie. Ma non posso permetterlo. (Siede. Poi a Gaterina) Dunque, mia caraf Hai deciso di riprendere le lezioni di musicaf CATERINA Si, sono andata oggi dal signor Ruggini. SLOPER - E che ti ha detto f CATERINA - Che l'arpa e uno strumento difficilissimo. SLOPER - Questo lo sapevamo. CATERINA - E non lo crecle -adatto per me. SLOPER - PerchM CATERINA (timidamente) - Perche occone avere un orecchio perfetto, per suonare l'arpa. E pare che a me manchi. SLOPER - E impossibile. Tua madre aveva un orecchio impeccabile. Figurati che accordava da se il pianoforte. · CATERINA (con gli occhi bassi) - Lo so, babbo . MAURIZIO (con tatto) - La signorina Sloper gusta molto la musica. Questo e gia per se stesso un talento. SLOPER - Trovate f ·. MARIA (entra pm·tando lo sherry e i bisco~ti) Buongiorno, dottore. SLOPER - Va meglio il ginocchio della cuoca ~ MARIA - Si, un pochino. SLOPER (versando lo sherry) - Fra poco andro su . a vederla. Tieni: da questo al signor Townsend . MARIA (porta il bicchiere a JJ1aurizio) - Ma la cuoca non e disopra: e in cucina. SLOPER - Ma, Maria, come vuoi che guarisca dall'infiammazione se non la tieni a letto f MARIA - Forse lei potra ·persuaderla, dottore. SLOPER - A momenti scendo. Non volete acco modarvi, signor Townsend 1 (M aria posa il vassoio ed esce). MAURIZIO - Siete molto buono voi, dottore. Molti cugino~ L'EREDITIERA grandi medici si danno troppo da fare per occuparsi delle malattie dei loro dipendenti. SLOPER- Voi pronunciate una quantita di parole gentili e lusinghiere, signor Townsend, tanto per Caterina quanto per me. Vorrei proprio sapere perche. MAURIZIO - Perche questa e la vera impressione che ho di entrambi. L o dicevo per l'appunto poco fa alla signorina. Io sono molto schietto. CATERINA (parla con suo padre ma gua1·da JV[aurizio ) - Si, e molto schietto. SLOPER (sorseggiando lo sherry) - Di che vi state occupando, signor Townsend, da quando siete tor nato a New York~ State cercando una posizione~ MAURIZIO - Oh, non oso definirla una posizione : troppo bello. Mi basterebbe un lavoro tranquillo; qualche cosa che mi d.esse modo di guadagnarmi onestamente la vita. SLOPER - Che specie di lavoro preferireste~ MAURIZIO - Volete dire che cosa sono capace di fare ~ Mol to poco, in verita. Non ho altro che la forza del mio braccio, come si dice nei melodrammi. SLOPER - Siete troppo modesto. Oltre al vostro braccio, mi pare che l 'intelligenza non vi manchi. Non so nulla di voi, se non quello che vedo; ma mi basta per giudicarvi molto intelligente. CATERINA (mormorando) - Oh si. MAURIZIO - Non so che rispondervi. (Fissando il dottore ) Allora, mi consigliate di non disperare ~ SLOPER (con un sorriso) - Mi dispiacerebbe dovere ammettere che un uomo robusto e non privo di talento possa disperare. Se non riesce in una cosa, dovra tentarne un'altra. Soltanto, deve sapere scegliere la sua linea di condotta. Con discernimento . MAURIZIO - Si capisce. Con discernimento. Ne ho mancato, prima, e sono stato leggero; ma e cosa passata. Sono diventato serio. (Ora son·ide) Volevate forse propormi qualche cosa~ SLOPER - Nulla di particolare. · Ma a volte capita l'occasione. Per esempio, ho sentito dire che nel West c'e da fare. Molti giovani rivolgono la loro attenzione a quesi paesi. MAURIZIO - Non credo che potrei farlo anch'io. Debbo sistemarmi qui e non altrove. Ho dei legami, qui. (Si volge a Oaterina) Una sorella vedova dalla quale sono stato separato per molto tempo e per la quale io sono tutto . CATERINA - E naturale. MAURIZIO (so1·ridendo ) - Non potrei dirle che voglio lasciarla. Fa tanto affidamento su me. · SLOPER- Bene, bene; il sentimento della famiglia e ottima cosa. Non ve n'e abbastanza in questa nostl·a citta. Mi pare di aver sentito parlare di vostra sorella. MAURIZIO - Puo darsi. Ma ne dubito, perche fa una vita molto tranquilla. SLOPER - Tranquilla quanto si puo farla con molti bambini. MAURIZIO - Sicuro; i miei nipotini ... Questo e il motivo principale. L'aiuto per quanto concerne il loro insegnamento. Sono un po ' il tutore di questi bambini; e do anche loro delle lezioni. SLOPER - Molto bene; ma non mi pare che sia una carriera. MAumzro - Certo non faro fortuna con questo. SLOPER ('incisivo) Ah! Non dovete :fidarvi troppo della fortuna . (Alzandosi) Ma mi ricordero di voi; se avro una possibilita. (A Oatm·ina) Scendo in cucina, Caterina. Buon pomeriggio, signor Townsend. MAURIZIO - Altrettanto, dottore. Vi sono gratissimo per il vostro interessamento. SLOPER - Prego. (Va in anticamera e presumibilmente veno la parte posteriore della casa. Quando il dottore e scompano, i giovani rimangono un momento in silenzio. lliam··izio e il primo a parlare). MAURIZIO - Non gli sono simpatico. Afl'atto . Che uomo straordinario. CATERINA - Come potete diJ:lo ~ MAURIZIO - Lo sento. Ho una grande sensibilita. CATERINA - Ma no . Forse vi sbagliate. MAURIZIO - Domandateglielo e vedrete. CATERINA (lentamente) Preferisco non dirgli n ulla, se vi e il pericolo che mi risponda come voi irnmaginate. MAumzro - Non vi farebbe piacere contraddirlo¥ CATERIN A - Non lo contraddico mai. MAURIZIO (le si avvicina lentamente) - Sentireste dir male di me senza aprir bocca per difendermi' CATERIN A - Mio padre non dira male di voi. Non vi conosce abbastanza. (Maurizio ride) Mi lirnitero a non fare il vostro nome. MAumzro - Non e quello che mi aspettavo da voi. Avrei voluto che diceste: "Se mio padre non ha una buona opinione di voi, che importa ' ». CATERINA - Questo non potrei mai dirlo. Importerebbe sempre molto . MAURIZIO - Eppure credo che potreste fare qualunque cosa per una persona a cui voleste bene. CATERINA (alzandosi) - Non dovete parlare cosi, signor Townsend. Non debbo ascoltarvi. MAURIZIO (piu vicino a lei, la supplica appassionatamente) - Sono appena quindici giorni che vi conosco e non ho piu avuto un momento di pace, da quella sera. Non penso ad altro. Sono stregato da voi. CATERINA (con diS1Jerata sincerita) - Come e poss ibile ~ Come potete ~ MAURIZIO - Amor rnio, la vita mia dipende da questo: che abbiate fede in me, che crediate al mio amore. Siete la donna che ho sempre sperato di trovare. CATERINA Ma sono cosi... (Pr·i ma che abbia finito la frase, ll:fau?·izio la trae a se e la bacia ). MAURIZIO - Volete essere mia moglie, Caterina~ CATERIN A (per la p1·ima volta lo guarda d·iritto negli occhi) - Si. MAURIZIO (sorridendole) - Mi rendete felice. Mi amate"l CATERINA - Si. MAURIZIO (baciandola di nuovo) - Cara, cara! CATERINA- Vi amo ... vi amo! MAURIZIO - Ti amero sempre. CATERINA (staccandosi) - Dobbiamo fare il nostro dovere. Parlare con rnio padre. Lo faro stasera. E tu verrai a parlargli domattina. MAURIZIO - Sei molto carina, ad afl'rontarlo t u per prima . Di solito lo fa il felice innamorato. Ma se preferisci cosi.., 19 RUTH E .A:UGUiSTUS GOETZ CA.TERIN.A. (so1·ride coraggiosamente) - Le donne hanno piu tatto. Piu forza di persuasione. MA URIZIO - A vrai bisogno di adoperarla t utta. (La guarda) Ma allora, sarai irresistibile. CATERIN.A. - Ti ptego, Maurizio, promettimi che domattina, quando parlerai con lui, sarai molto gentile e rispettoso . MAURIZIO - Faro il possibile. Certo preferirei non dover lottare per averti. CATERIN.A.- Non parlare di lotta: non ve ne sara. MAURIZIO Dobbiamo essere preparati. Dopo tutto, e naturale che tuo padre desideri per te un matrimonio brillante. Tu hai tutto: pos1z10ne, ricchezza, oltre alia tua dolcezza. Ed io · Caterina, sono un uomo povero. C.A.TERINA - Questo per il babbo non ha importanza. MAURIZIO - Chi lo sa' Potrebbe credermi venale. CATERIN.A. - Venale~ MAURIZIO - E un parolone; ma ha un signi:ficato assai meschino . Vuol dire che il mio scopo e il tuo danaro. CATERIN.A.- No! ' MAURIZIO - Potrebbe crederlo. C.A.TERINA - Ma sara facile rispondergli! Bastera che io gli dica che s'inganna. M.A.URIZIO - Devi renderti conto, Caterina, che le nostre diffi.colta possono sorgere unicamente dal fatto che tu sei ricca. C.A.TERINA (scostandosi momentaneamente) - Ma tu sei sicuro di amarmi ~ MAURIZIO - E puoi dubitarne, tesoro~ CATERINA - Lo so da pochi· minuti soltanto; ma mi sembra che ora non potrei .piu fare a meno del tuo amore. MAURIZIO -:-Non avrai mai ·occasione di provarlo. (La bacia .lievemente sulla guancia) Ma devi dirmi una cosa. (Le accarezza una mano) Devi assicurarmi che se tuo padre mi fosse contrario, perfino se proibisse il nostro matrimouio tu mi sarai ugualmente fedele, qualunque cosa avvenga. 1 CATERINA- Si, Maurizio; qualunque cosa avvenga. MAURIZIO - Sai che puoi disporre di te stessa; _ sei maggiorenne. CATERINA - Ti amo e ti amero sempre. MAURIZIO - Cara! Ora ti lascio . Ma domattina verro per parlare con lui. CATERINA - A che ora~ MAURIZIO Alle undici in punto. CATERINA - Glielo diro. Sii puntuale, Maurizio . MAURIZIO - Non dubitarne, amor mio. Quando desidero intensamente una cosa, sono esatto al secondo. (Le bacia la mano. Poi la guarda) Sii dolce come sempre e lo intenerirai ... (V a in j1·etta in anticamera, prende il cappello ed esce. Caterina lo segue fino alla porta. Questa viene richiusa. Caterina si avvia per salire le scale di corsa, ma a meta scala si imbatte in Lavinia che la ferma). LAVINIA - Se n'e andato~ Com'e simpatico, non e vero~ CATERINA- Si, zia. (.Vuole sfuggirle) Debbo andare in camera mia. LAVINI.A. - Senza dirmi che cos a ti ha detto ~ 20 CATERINA - Devo parlare col babbo. LAVINIA - Ma io sono la tua confidente. CATERINA - Si, zia; ma debbo ·prima parlare col babbo. L'ho promesso a Maurizio. LAVINIA - Ah, lo chiami per no me adesso ~ CATERINA - Si, zia, lo chiamo per nome. (Sta pe1· continuare a sali1·e ma in questo momento il dottr SlorJer torna dal fondo) . SLOPER - Il nostro ospite e andato via~ CATERINA - Si, babbo. La cuoca sta meglio~ SLOPER - Un poco. CATERINA (decisa) - Posso parlare a quattr'occhi con te, babbo, fra dieci minuti~ SLOPER (scherzoso) - Ma si; credo di poter prendere questo impegno. · CATERINA - Torno giu subito. (Sale). SLOPER (la segue con lo sguardo. Poi entm nel salotto) - Salve, Lavinia. Sai che abbiamo avuto una visita~ (Si avvia nello studio). LAVINIA- Oh, none la prima. E venuto tre volte, in questa settimana. SLOPER (si je1·ma di scatto) - Tre volte~ L.A.VINI.A. - Si. Straordinario, no~ SLOPER - Che c'e di straordinario~ L.A.VINIA - Dio mio, Agostino, sii ragionevole! Un giovine cosi piacevole. Non avrei mai sognato ,c he potesse interessarsi a Caterina. SLOPER - Neanch'io. Perche Caterina non mi ha parlato di queste visite~ LAVINIA - Credo che da principio abbia temuto che non ne risultasse nulla. Ma oggi, mentre eravamo soli, lui ed io, Townsend ha parlato di lei in termini che non lasciano dubbi. E proprio entusiasta di Caterina. SLOPER- Che cosa sai sui conto di questo signore~ LAVINIA - Mi ha parlato molto di se. Mi ha raccontato tutto. Certo fara altrettanto con te; e tu devi ascoltarlo con bonta. SLOPE~ Credo che lo preghero con molta bonta di lasciar tranquilla Caterina. LA VINIA - Ma perche ~ Sono sicura che le sue intenzioni sono assolutamente oneste. SLOPER - Lo credi sincero~ L.A.VINI.A. - Sincerissimo. Te lo posso assicurare: mi ha aperto tutto il suo cuore. SLOPER - Ma guarda! E che cosa ti ha rivelato, esattamente~ LAVINIA- Mi ha confessato schiettamente che ha fatto delle sciocchezze. Ma le ha anche scontate, Agostino! SLOPER - E questa e la ragione per cui e senza un quattrino~ LAVINIA - Non parlo soltanto di denaro. Anche moralmente. E tanto solo al monclo . SLOPER - Ma come~ Con una sorella affettuosa e mezza dozzina di nipoti ~ L.A.VINIA- I nipoti sono bambini; e la sorella non e una persona molto comprensiva. SLOPER - Spero che non ti abbia detto male di lei; ho saputo che vive a suo carico. LAVINIA - A carico della sorella ~ SLOPER - Sta con lei e non fa nulla; quindi e lei che lo mantiene. L'EREDITIERA LAVINIA Ma sta cercando un'occupazione, Spera di trovarla. SLOPER - E non credi che la cerchi qui, in questo salotto~ LAVINIA - Che vuoi dire~ SLOPER - Che la posizione di marito di una gio vane ingenua ben provvista di mezzi di fortuna potrebbe convenirgli a meraviglia. LAVINIA (disgustata) - Come puoi avere un simile · sospetto ~ SLOPER - Sospetto ~ E lma diagnosi, mia cara. LAVINIA - Ma qui non sei nella tua clinica, Agostino. Non si tratta di fare diagnosi. Devi soltanto servirti dei tuoi occhi che ci vedono bene come i miei. SLOPER - Meglio. LAVINIA - E allora, devi vedere che Maurizio Townsend sarebbe un ottimo marito per qualunque ragazza. E un signore. Bel giovane, simpatico; il migliore fra quanti hanno mai avvicinato Caterina. Dovresti essere contento che le faccia la corte. SLOPER - Prima di essere troppo contento, vorrei capire le cose un po' meglio. LAVINIA - Ti dico, Agostino, che in questa faccenda ne so molto piu di te. Non c'e niente da capire. Devi soltanto essere grato ... (Oate?·ina scende ed entra). CATERINA - Eccomi, babbo. SLOPER - Vieni pure avanti. CATERINA (guardando Lavinia) - Zia ... LAVINIA - Vuoi rimanere sola con tuo padre! CATERINA - Se non ti dispiace. LAVINIA - Affatto. (Passandole vicino le accarezza una spalla) Affatto. (Esce). SLOPER - Dunque, Caterina, hai qualche cosa da dirmi~ CATERINA - Si. SLOPER - Ti ascoltero con molto piacere, cara. Non sara meglio sederci ~ CATERINA (siede sulla sedia che le e piu vicina. Vi e una pattsa di disagio dumnte la quale il dottore aspet"ta. Finalrnente Oaterina prorornpe) - Mi sono :fidanzata . SLOPER - F ai bene a dirmelo. (La guarda) E chi hai onorato con la tua scelta1 CATERINA - Il signor Maurizio Townsend. SLOPER - Quando e stato combinato questo~ CATERINA - Oggi, qui. SLOPER - Prima che io fossi q1J-i con voi o dopo 1 CATERINA - Dopo. SLOPE!~ (accende un sigaro) Avete fatto molto presto. CATERINA - Credo anch'io . SLOPER - E vuoi bene al signor Town~ end' CATERINA- Mi piace molto; altrimenti non acconsentirei a sposarlo. SLOPER - Il signor Townsend avrebbe dovuto parlare prima con me. CATERINA- Conta di venire domattina alle undici. SLOPER - Non e la stessa cosa, mia cara. Del resto, non sei tu che devi per·orare la sua causa. CATERINA - Credo che abbia paura di te, babbo. SLOPER- Di me~ CATERINA - In questo senso: crede di non esserti simpatico. SLOPER - Lo conosco appena, Caterina; ma la nostra simpatia reciproca non ha importanza. L'nnica cosa che importa e che lui ti ami. CATERINA - Questo e il suo sentimento. Ma teme che tu lo creda uno specnlatore. Un uomo venale. SLOPER (posa bmscarnente il stto sigaro) - Speculatore! Venale! Che strane parole adoperi, Caterina. CATERINA - Venale; l'ha detta lui. SLOPER - Davvero~ Non e lusinghiera per nessuno di noi. CATERINA - E povero, babbo; e forse questo lo rende piu sensibile. SLOPER - Capisco. Ma vi sono tanti uomini poveri i quali non vanno proclamando che non sono dei ladri. Specialmente quando nessuno li ha accusati. CATERINA- Devi cercare di comprenderlo, babbo. Mi ama ed io lo amo : e questo e molto importante per me. SLOPER - Per te ed anche per me. CATERINA - Si, ma non nello stesso modo . Per me, e tutta la mia felicita che e in gioco. SLOPER - Credo che esageri. CATERINA - Non esagero. Mi sembra un gran miracolo che Maurizio sia entrato nella mia vita. Non avevo mai sperato di iruba.ttermi in un uomo che mi comprendesse come egli mi comprende. SLOPER - Tu sottovaluti le tue qualita, mia cara. Io invece ho sempre sperato che ' un giorno avresti trovato un bravo giovine la cui bonta corrispondesse alla tua. CATERINA (sorridendo) - Ed ecco che ho trovato questa bonta, con tutto il resto . Oh babbo, non ti pare che sia il piu bell'uomo che tu abbia mai visto' SLOPER - Ha un bell'aspetto. Ma certo non sara questa considerazione quella che potra infl.uire indebitamente. CATERINA Oli, no. Ma e straordinario che quest'uoruo abbia tutto, tutto quello che una donna puo desiderare. SLOPER (deciso) - Va bene. Lo vedro domani. CATERINA (felice ) Lo sapevo che lo avresti rice vuto! E sei tanto buono che certamente sarai sincero e leale con lui. SLOPER (lentarn ente) - Saro leale con lui come lui lo e con te. CATERINA (alzandosi) - Grazie, babbo. Non chiediamo altro. (Sale le scale e scornpa1·e.Il dot-tore la segue pe1· tm rnornento con lo sgum·do, Poi va a tirare il cm·done del campa.nello. Quindi va in anticamera e prende il suo cappello a cilindro. Rientm nella stanza, gttarda l'orologio che e sul camino ment7·e 1lla1·ia ent1·a). SLOPER - Ob, Maria. MARrA - Il dottore ha chiamato' SLOPER - Si, Maria. Ecco, vado a fare una visita. MARIA - Ma c'e un cliente che aspetta in istudio. SLOPER - Oh! (Rifl ette un momento. Poi va alla scrivania) Allora andrai tu a portare un biglietto. MARIA - Come comanda, dottore. SLOPER (ancm·a col cappello sul capo, siede e scrive)E per una certa signora Montgomery che abita nella Seconda A venue. Devi passare prima da mia sorella, la signora Almond, per farti dare l'indirizzo esatto . 21 RUTH lEl AUGUSTUS GOETZ (ScTive ancom) Devi consegnarlo proprio in mano alla signora Montgomery. MARIA - Sara fatto. SLOPER (finisce di sC?·iveTe) - Prendi una carrozza, tanto per l'andata che per il ritorno, (Piega il biglietto e glielo poTge alzandosi) Tieni. (Tme qualche moneta d'aTgento dalla tasca del gi le). · M.AJUA - Grazie. (Il dottoTe, con la testa cuTva e molto pTeoccupato, si avvia veTso lo studio . MaTia lo feTma) Il cappello, dottore. SLOPER (si volta, distmtto. Poi si Tic01·da, si toglie il cappello e glielo da)- Ah, gia, gia. (Esce per andare in istudio) . Q.UADRO TERZO Le dieci della mattina seguente. La stanza e vuota. (Il dotto1· Sloper ap1·e la poTta d'in gresso ed entra. Ha il cappello in testa; in 'rnano la sua boTsa dei ferri chiTuTgici. OonfTonta il suo orologio con quello del caminetto. V a a 1Josare il suo cappello in anticame1·a. Bientm. lJ{aria entra dalla cucina). MARIA - Le occorre qualche cosa, dottore~ SLOPER (avviandosi allo studio) No, Maria. Grazie. MARIA - E tomato presto dalla clinica. SLOPER - Ho un appuntamento qui. MARIA - Ah. SLOPER - La signora Penniman e gia andata a fare la spesa ~ MARIA - N ossignore. SLOPER (entrando nello studio) - Ma di solito e gia fuori a quest' ora, non e vero~ Sono le dieci passate. MARIA - Stamattina e un po' in ritardo. Sta facendo la lista degli acguisti, in cucina. (Prende dal divano un paio di guanti gialli). SLOPER (dallo studio) - Se vai ad aiutarla, potra forse uscire prima che arrivino le persone che aspettq. (Rientra). MARIA - Vado subito. (Mostrando i guanti) Sono i guanti del signor Townsend. Li ha lasciati qui ieri. (Li porge al dottore. Suona i l campanello della poTta) D ebbo dire che e in casa~ SLOPER - Senza dubbio. Senti, Maria: se venisse il signor Townsend mentre oi sono ancora occupato, fallo entrare nel mio studio. (Posa i guanti sulla tavola in centTo) . MARIA (va ad apTiTe. La sua voce) - Buongiorno, signora Almond. LA SIGNORA ALMOND - Buongiorno, Maria. SLOPER - Salve, mia cara. LA SIGNORA ALMOND (fctcendo avanzare l'altm, fa le 1n·esentazioni) - La signora Montgomery ha avuto la bonta di venire, Agostino. L 'insistenza del tuo biglietto l'ha indotta a lasciare casa e bambini che le danno tanto da fare. SLOPER (le p01·ge la mano) - Vi sono infinitamente grato, signora . Avrei dovuto venire io da voi; ma e una delle mattine che declico alla clinica e temevo di non aver il tempo di recarmi a casa vostra. LA SIGNORA MONTGOMERY - Capisco benissimo, dott ore,, Sono lieta di esser venuta. Conosco per 22 esperienza che cosa rappresenta la clinica Sloper per i bambini di questa citta. SLOPER - Per esperienza ~ LA SIGNORA MONTGOMERY - Si, dottore; la mia bimba maggiore ha avuto il crup e voi l 'avete curata magnificamente. SLOPER - Per carita! Mio dovere. Volete accomo darvi, signora~ (Le poTge una sedia). LA SIGNORA ALMOND Permettete, signora Montgomery. Vorrei vedere mia sorella, giacche sono qui. LA SIGNORA MONTGOMERY - Prego, prego. (La signora Almond si avvia alla scala). SLOPER - E in cucina, Lisa. (La signora esce dal fondo . Il dottore richiude la p01·ta scorTevole. Un b1·eve silenzio) E difficile cominciare, non e vero ~ LA SIGNORA MONTGOMERY - NO, dottore. SLOPER - Dal mio biglietto avn3te compreso che desidero rivolgervi alcune domande. LA SIGNORA MONTGOMERY - Si, l'ho capito . SLOPER - A proposito di vostro fratello. LA SIGNORA MoNTGOMERY Ho capito anche questo. SLOPER - Gli avete detto che venivate qui ~ LA SIGNORA MoNTGOMERY - No; ho pensato che avrei preferito dirglielo dopo il nostro colloquio. SLOPER - Grazie. Dovete rendervi conto della mia situazione, del mio stato d 'animo. Vostro fratello desidera sposare mia figlia; ho dunque bisogno di sapere che specie di uomo e. E mi e sembrato che per arrivarvi, sarebbe stato bene conoscere voi. Ecco tutto. LA SIGNORA MoNTGOMERY (conese) - E stato un piacere per me, conoscervi. SLOPER Signora Montgomery, se mia figlia sposa vostro fratello tutta la sua felicita dipende da lui. Desidero che mi diciate qualche cosa di lui, , del suo carattere, del suo modo di fare e di pensare. LA SIGNORA MONTGOMERY - Dio mio, dottore ... e un giovine intelligente e simpatico. Di ottima compagnia ... SLOPER- Questo lo so. Ma ci si puo fidare di lui~ Voglio dire: e capace di assumersi una responsabilita~ LA SIGNORA MONTGOMERY - Se alludete alle sue possibilita finanziarie, debbo dirvi che sono nulle. Ma credo che lo sappiate. SLOPER - Si; lo ha detto lui stesso. LA SIGNORA MONTGOMERY - Posso assicurarvi di una qualita di Maurizio . E sincero. SLOPER (atfe?-rando lo s7Junto ) - Davvero ~ Credete che sia sincero nel suo sentimento verso mia figlia~ LA SIGNORA MONTGOMERY (gmvemente) - Questo non lo so, clottore. Non ho mai potuto sapere che cosa c'e nel cuore degli altri. A voi questo e possibile~ SLOPER - Come meclico, signora, debbo conti· nuamente tentare di riuscirvi. E ora, come padre, debbo assicurarmi che quanto si svolge n ell'animo di vostro fratello non fara male a mia figlia. LA SIGNORA MONTGOMERY - Il vostro desiderio e naturalissimo. La ragione per cui sono venuta stamattina e perche anch'io clesidero che Maurizio faccia un matrimonio felice. SLOPER - H a sempre abitato con voi ~ L'EREDITIERA LA SIGNORA MoNTGOMERY - Dall'eta di sedici anni. SLOPER - Io non posso basarmi che sulle mie impressioni, signoTa; ma generalmente so di poteTmene fidare. Vostro fratello mi fa l'e:ffetto di essere egoista. LA SIGNORA lVIONTGO""IERY (calma) - Difatti lo e. Ma credo che lo siamo u n po ' tutti. SLOPER - Mi ha detto che ha avuto una piccola eredita: Ha saputo amministraTla ~ LA SIGNORA l\10NTGOMERY (son·idendo) - Vi sem brera impossibile, dottoTe; ma dal suo punto di vista, ne ha fatto l'uso migliore. Ha visitato l'Emopa, ha conosciuto molta gente interessante, ha sviluppato le sue capacita intellettuali. SLOPER - Vi ha aiutata in qualche modo~ LA SIGNORA lVIONTGOMERY - No. SLOPER - Non avrebbe dovuto fado ~ LA SIGNORA l\10NTGOMERY - Non CTedo . SLOPER - Ma siete vedova e avete dei bambini . LA SIGNORA l\10NTGOMERY Vorreste che mi lamentassi di lui. Ma non me ne lamento a:ffatto. L'ho allevato come se fosse stato mio figlio 'eel h o accettato il bene e il male che sono in lui, come li accetto nei miei figlioli. SLOPER - Vi ho fatta andare in collera, signora. Vi chiedo scusa . LA SIGNORA MoNTGOMERY - Credo, dottoTe, che voi pretendiate un po' troppo dal vostro prossimo. In questo modo, avrete sempre delle delusioni. SLOPER - Voi non mi deludete peT nulla, signora Montgomery. LA SIGNORA MONTGOi\IERY - E Maurizio non ha deluso me. SLOPER (p?·eocmtpato) - Ma il fatto e, signora, che questi ragazzi si conoscono solo dadue settimane ... LA SIGNORA MONTGOMERY (sorride) - Lo so. l\1a secondo me, e un buon segno. SLOPER - Come~ LA SIGNORA J\IIONTGOMERY - Si; vuol eliTe che ascoltano soltanto la voce del cu01·e. Non si so no soffeTmati a consideTaTe le conseguenze ne a pesare le difficolta. Si sono soltanto innamorati. SLOPER - A prima vista ~ LA siGNORA MoNTGOMERY - Perche no~ E cosi che ci si innamora, se la creatuTa che si vede piace. SLOPER - Io non credo al colpo di fulmine . LA SIGNORA MoNTGOMERY - E questione di temperamento, doLtore. Maurizio ha sempTe subito immediatamente l 'impressione della bellezza, sotto qualsiasi forma . SLOPER - Nelle donne~ LA SIGNORA l\10NTGOMERY (so?·ridendo) - Natmale. Non vorrete dire che e male, in un giovanotto~ SLOPER - No di certo . (Si alza, v·a ad ap?·ire la pm·ta scon·evole, chiama ve?·so la scala) Caterina, v uoi scendere tm momento, per favoTe ' LA SIGNORA MONTOGMERY (mentre il dottore e tn anticamera, gua?·da la miniatura che e sulla tavola) Saro lieta di conosceTe vostTa figlia. Speravo che me l'avTeste presentata. (Prende la miniatum) E lei, questa~ SLOPER - No. E il r itrat to di mia moglie. LA SIGNORA MONTGOMERY - l\1olto bella. SLOPER - Si, era bellissima. :i;;A SIGNORA J\IIONTGOMERY - Oh . (Posa la miniatum . Cate?·ina scende). SLOPER Caterina, la signora Montgomery, sorella del signor Townsend. LA SIGNORA J\IIONTGOMERY (porg endole la mano) Sono molto felice . CATERINA (intimidita) - Piacere. LA SIGNORA l\10NTGOMERY - Davvero, SOnO con tenta di conoscervi. CATERINA - Grazie. (.A suo pad?·e) Mamizio non e venuto~ SLOPER- No. CATERINA (disperatamente ansiosa ) - Non viene~ SLOPER (paziente) L'appuntamento e per le u ndici. CATERINA (con una occhiata all'omlogio) - Ah, si. (Si volge d·i nuovo alla signora Montgome1·y con gmnde sforzo) Stanno bene i vostri bambini ~ LA SIGNORA l\10NTGOMERY - Beuissimo, grazie. Spero che Maurizio vi condm ra presto a casa mia per conoscedi. CATERINA (imbamzzata) __:_ Si. (Si guardano per un momento. La signora 111ontgome?·y capisce che tocca a lei ?·iprende?·e la conversazione) . LA SIGNORA l\10NTGOMERY - l\1mm ... Vostra zia mi ha detto che vi interessate alle beneficenze ospedaliere. CATERINA (ditfidente) - Si, me ne interesso. LA SIGNORA l\10 NTGOMERY Potrete rendervi utilissima, come fi glia di un medico. CATERINA - Ma spero . (Pattsa). LA SIGNORA lVIONTGOMERY - Mio fratello mi ha detto che in questo periodo avete una zia in casa. CATERINA - Si, mia zia Penniman . LA SIGNORA MONTGOMERY - E un piacere avere degli ospiti a cui si possono mostrare le bellezze di New York. L e piace la nostra cittM CATERINA - Si. SLOPER - Caterina, potresti offrire alla signora Montgom ery un bicchiere di Madera. CATERINA (alzandosi immediatamente) - Si. Permettete, signora. (.A meta strada si volge al pad?·e ) Babbo, posso pregare la signora Montgomery di assaggiare le mie pastine coi corian doli ~ SLOPER - Sicuro. LA SIGNORA l\10NTGOMERY - Le assaggero con molto piacere, signorina Sloper. CATERINA - Le troverete molto delicate. (Esce ). LA SIGNORA J\IIONTGOMERY (dopa una pausa) E molto timida. SLOPER - Moltissimo . LA SIGNORA MoNTGOMERY - Forse con Maurizio lo e un po' meno. SLOPER - E vostro fratello ha pToprio ascoltato soltanto la voce del suo cuore~ LA SIGNORA l\10NTGOMERY - N Oll saprei, signore. SLOPER - A vete parlato di am ore a prima vista. Per quanto riguarda Caterina, avete avuto ragione. Ma per lui~ LA SIGNORA lVIONTGOJIIERY - I mmagino che Maurizio sia piu matmo, nei suoi sentimenti, di quanto avrei potuto credere. Questa volta non avra ceduto 23 RUTH E .&UGUSTUS GOEI'Z ad un fascino superficiale, ma ha considerato la dolcezza del carattere. SLOPER - Siete sincera, signora~ LA SIGNORA MONTGOMERY - lo si. SLOPER - Ebbene, voglio esserlo anch 'io. Secondo me, la principale attrazione, per vostro fratello, e il denaro. LA SIGNORA l\iONTGOMERY - Quale den aro~ SLOPER - Non ve lo ha detto, vostro fratello, n appartenete alia categoria neUa quale sceglierei mio geneco. MAURIZIO - lVIa vostra figlia non sposa una categoria. Sposa un uomo. Un uomo al quale ha la bonta di dire che lo ama. SLOPER - E ehe non le offre nuUa in cambio. MAURIZIO - E possibile offrire piu di un tenero affetto e di una devozione che durera tutta la vita1 SLOPER - La devozione di tutta la vita si misura dopo. E frattanto si suole dare qualche sicurezza materiale. Quali sono 'le vostref Una bella figura, un viso piacevole e una conversazione brillante. Ottime cose, ma fino a un certo punto. lVIAURIZIO - Dovreste aggiungere un'altra cosa: la parola di un gentiluomo. SLOPER (ironico) - La parola di gentiluomo che amerete sempre Caterina ~ Dovete proprio essere un gentiluomo eccezionale, per poterne esser sicuro. MAURIZIO - La parola di gentiluomo che non sono un cacciatore di dote. Che non m'importa del suo denaro piu di quanto m'importi della cenere di quel caminetto. SLOPER - Prendo nota, prendo nota. Ma anche cosi, rimanete sempre neUa categoria che non posso prendere in eonsiderazione. A proposito: ieri avete lasciato qui i vostri guanti. (Glieli da). MAURIZIO Grazie. (Cercando di riguadagnare terreno) Mi credete un fannullone. SLOPER - Questo non ha importanza, visto che vi ho' detto che non penso a voi come genero. lVIAURIZIO - Teruete che io sperperi il suo denaro. SLOPER - Ne sono convinto. MAURIZIO - Perche ho speso il mio, immagino. Ma l 'ho speso appunto perche era mio. E non ho debiti. Quando non ne ho avuto piu, mi sono fermato; non debbo un centesimo a nessuno. SLOPER - Permettetemi di chiedervi: come vivete adesso1 MAURIZIO - Coi residui della mia proprieta. SLOPER - Grazie. MAURIZIO (supplichevole) - Dottore, non crediate di fare il bene di vostra figlia. Vi farebbe piacere vederla soffrire~ SLOPER - Mi rassegno all'idea che per qualche mese mi creda un tiranno. lVIAURIZIO - Per qualche mese~ SLOPER - Per tutta la vita, allora. Tanto vale che soffra quanto altrimenti soffrirebbe con voi. MAURIZIO - Non siete gentile, dottore. SLOPER - Mi ci spingete voi; discutete troppo. MAURIZIO - Dottore, io mi sono innamo.cato di vostra figlia. Non sono l'uomo che vorreste per lei, e avete le vostre buone ragioni. Ho commesso deUe sciocchezze; tutto quello che puo commettere un giovinotto. Ho dilapidato un'eredita. Ho giocato, ho bevuto piu del dovere. Ammetto e confesso tutto questo ... SLOPER - Io sono qui come giudice, signor Townsend, non come confessore. MAURIZIO - Vi dico queste cose spontaneamente, dottore, perche amo vostra figl'ia e perche metto molto a repentaglio ... SLOPER- Allora fate conto di aver messo la vostra posta su di un numero che non e uscito. Avete perso. E finita. MAURIZIO -Non siatene troppo sicuro. Credo che se dicessi una parola, vostra figlia uscirebbe da questa casa per seguirmi. SLOPER '--- Siete impertinente. lVIAURIZIO - E posso aggiungere che se non amassi vostra figlia come la amo, non avrei sopportato la scortesia con la quale mi avete trattato oggi. SLOPER - Per evitarla, non avete da fare altro che uscire da questa casa. Buongiorno, signor Townsend. MAURIZIO Buongiorno, signore. (Si mette il cappello e sta per uscire. Prima che Maurizio abbia aperto la porta, Caterina lo chiama dal sommo della scala). CATERINA (d. d.) - Aspetta, Maurizio. (Scende la scala di corsa). SLOPER - Caterina! CATERINA Mi avevi promesso, Maurizio, di essere rispettoso con mio padre. SLOPER - Caterina ... CATERINA (prendendo Jlfaurizio per un braccio e ricond~wendolo nel salotto) Che e successo, babbo~ SLOPER Caterina, manchi completamente di dignita. CATERIN A-N on me ne importa. Perche sei adirato ~ Perche avete disputato, tu e lVIaurizio ~ Dimmelo, ti prego. SLOPER - Vuoi rendermi felice, Caterina~ CATERINA - Certamente, babbo, se posso. SLOPER - Dipende solo daUa tua volonta. CATERINA (lentamente) - Si tratta ... di rinunciare a lui~ SLOPER - Si, si tratta di questo. CATERINA - Che cos'ha fatto1 Che ti ha detto la signora lVIontgomery1 SLQPER - NuUa che io gia non sapessi. MAURIZIO (perplesso) - La signora lVIontgomery~ Mia sorel1a1 SLOPER- SL MAURIZIO - Avete parlato con lei1 Che vi ha detto~ SLOPER- E stata qui stamattina, per mio invito. CATERINA - Babbo, -vedi come questo e doloroso per me; certo ammetterai che io voglia sapere il perche. SLOPER - Quest'uomo e un fannulJone egoista. MAURIZIO - Mia soreUa non puo avervi detto questo. SLOPER - Ma non lo ha negato. CATERINA -lVIa io, babbo, so che ' mi ama. SLOPER - Ed io so che non e vero. CATERINA- Per l'amor di Dio, babbo, come puoi parlare con tanta certezza f SLOPER - Mia povera figliola, non posso dirtelo. Devi fidarti deUa mia affermazione. CATERINA - Non posso, babbo, non posso! Lo L'EREDmERA amo! (Dispemta) Ho promesso di sposarlo, di essergli vicina, qualunque cosa accada. SLOPER - Si e dunque messo al sicuro, esigendo una simile promessa1 (A JI!Iau1·izio) Siete al disotto anche del disprezzo. CATERINA (violenta) Non insultarlo, babbo. (Dopa una pa~bsa) Credo che ci sposeremo fra pochis· simo tempo. SLOPER (si volge, avviandosi al suo studio)- Allora la cosa non mi riguarda piu. CATERIN A - Perdonami. MAURIZIO - Dottor Sloper! (Il dottm·e si fm·ma e si volta) Dottore, per quanto io ami Caterina, non ci possiamo sposare senza la vostra approvazione. Non potremo esser felici ... SLOPER - Pal'late sul serio~ MAURIZIO - Si. SLOPER - Allora, sareste disposto a rimandare~ MAURIZIO - Rimandare~ SLOPER- Di sei mesi. Vorrei che Caterina venisse in Europa con me. CATERINA - In Europa~! SLOPER - Si, Caterina; mi farebbe gran piacere. CATERINA - Ma perche1 MAumzro Perche pensa che tu mi possa dimenticare. CATERIN A Ma io non voglio venire. SLOPER - I-Iai paura1 Paura di una separazione di sei mesi1 CATERINA - Al ritorno lo amero come adesso. SLOPER - Sei molto romantica, mia cara; e molto inesperta. CATERINA- Si, e vero. SLOPER - E in questo momento ti esalti al pensiero di un amore immortale. Ne sei assolutamente sicura. Ma non hai il coraggio di mettere alia prova il tuo sentimento e il tuo innamorato ~ CATERINA - Tu non lo stimi al suo giusto valore. SLOPER - Io credo di si. (Lo sq~badm da capo a piedi). MAURIZIO (clopo una pausa si avvicina a Caterina e le p1·ende una mano) - Va' in Europa, Caterina. (Squadm il dottm·e. Poi) V a' in Eur~opa con tuo padre. ·* SECONDO ·TEMPO * QUAD.RO PRil\10 Sei mesi dopa: una sm·a d'aprile. (Dal caminetto si spande una luce piacevole. Lavinia e Maurizio sono seduti a un tavolino a giocare a « Bachgammon ,, una specie di « gioco dell'oca "· Lavinia sta scuotendo il b~bssolotto dei dadi; Maurizio la guarda mentre sorseggia un bicchierino di cognac. Lavinia getta i dadi. M~brizio si curva sul tavolino per conta1·e i punti). LAVINIA - Dunque, quella coppia di cui vi stavo parlando ... MAURIZIO - Oh, e proprio il punto di cui avevate bisogno. LAVINU (prendendo una pedina per muoverla) Ecco. MAURIZIO - No, non potete muovere que~ta. LAVINIA- E giusto. Mi pare che sia bloccata, no¥ MA URIZIO - Si. LAVINIA Lasciatemi vedere. Quale potrei muovere ~ MAURIZIO (sor1·ide indicando) - Quella. LAVINIA (studia la mossa. Poi si mette a ridere) - No davvero. Neanche · per sogno. Ecco perche vincete sempre. (111aurizio ride) E stasera dovremmo fare i conti, no~ MAURIZIO (sollevando il bicchierino) - La vostra ospitalita e piu che suffi.ciente per pagarrni. (R'iempie di nuovo il bicchierino e si cu1·va per fare altrettanto con quello di lei) Posso~ LAVINIA - No, Maurizio, grazie, MAURIZIO - A proposito: che cosa direte quando il dottore chiedera dov'e andato a finire il suo cognacf LAVINIA (1·ide) - Gli diro che l'inverno e stato freddo e che l'ho bevuto io per riscaldarrni. MAURIZIO Quanto all'inverno freddo, avete ragione. E anche malinconico. (Con mpida galanteria) Se non fosse stato per la vostra bonta, sarebbe stato insopportabile. LAVINIA - Grazie. ( ll!I~brizio 7Jrende il bussolotto e lo agita) Vi dicevo, dunque, di quella giovane coppia. Vennero al rettorato ad ora tarda, e il reverendo Pennirnan.. . come sento la sua rnancanza! procedette alia cerirnonia senza esitare. (Ricorda romanticamente) Io fui uno dei testirnoni; l'altro fu l'assistente del reverendo, un simpatico giovane. MAURIZIO (ha gettato i dad'i) Oh, che colpo infelice. Mi rnette in una brutta posizione. (Jiianipola le pedine). · LAVINIA (gum·dando il gioco) - Meno male. (Torna alla sua nar1·azione) Piu tardi venimmo a sapere che il padre si era riconciliato col giovinotto e ne diceva un mondo di bene. MAURIZIO - E voi credete che anche il dottore fi nireb be col riconciliarsi 1 LAVINIA - Ne sono certa . Volete farmi rileggere quella lettera ~ MAURIZIO (tmendo d'i tasca 'Una lettem) Ma quando la lasciai partire con lui, immaginavo che al ritorno avremmo avuto il suo consenso . (Le da la lettera). LAVINIA (leggendo) - 14 febbraio ... mmm. Quasi un mese e mezzo fa. Forse dopo di allora, mio fratello avra acconsentito. MAURIZIO Puo darsi. Ma non posso correre l'alea. (Indica un punto della lettera) Vedete, qui dice: (Legge) "Non oso pronunciare il tuo nome davanti al babbo. E stato poco bene ed ho paura di irritarlo "· LAVINIA - Vedete che vi ama ancora! MAURIZIO - Si. (Rimette la lettera in tasca). LAVINIA - E allora non avete motivo di stare in pensiero. MAumzro - No . Se sara veramente d~posta a fuggire con me, credo che sistemeremo ogni cosa. LAVINIA (ride) - Mai, in vita mia, ho conservato per tanto tempo un segreto. MAURIZIO - Dovrete conservarlo ancora per poco, 27 RUTH E AUGUSTUS GOETZ signora Penniman. (Guarda l'orologio sul caminetto) Dio mio, sono, quasi le nove e mezzo . Non abbiamo mai fatto quest'ora, in tutto l 'inverno. LAVINIA - Il tempo passa presto . MAURIZIO - Davvero. LAVINIA - Mangereste qualche cosa' Un sandwich ~ MAURIZIO - No, grazie. (Si alza ) Sto ancora assaporando il vostro pranzo squisito . LAVINIA - Volete fumare' MAuRiziO - Posso~ LAVINIA - Senza dubbio . MAURIZIO (sceglie un sigaro nella scatola da sigari del dottore. Ne toglie' l'anello di carta e lo getta a terra davanti al camino) - Domani, signora Penniman, spiegherete a Caterina tutti i particolari. Esponetele bene il nostro progetto appena sarete sola con lei, dopo lo sbarco . Sarebbe bene che non disfacesse neanche i bagagli. LAVINIA - Alle dieci saro sul molo. MAumzro - Alle dieci ~ Non puo essere che la nave arrivi piu presto~ LAVINIA - Andro alle sette, all'alba, se questo giovera a rendervi meno nervoso. MAURIZIO - A vrei fatto meglio a scrivere tutto a Caterina. LAVINIA (1·assimtmndolo) - Ma state tranquillo. Le diro ogni cosa, senza perdere neanche un minuto. MAURIZIO - Si, ma non e lo stesso. Progettare un rapimento attraverso un'altra persona, e... e piuttosto freddo . LAVINIA (sorride) - Sara la notizia piu lieta che Caterina abbia mai ricevuto . Lasciate fare a me, Maurizio. Vorrei poter venire con voi due domani sera. MAURIZIO - Dovete rimanere qui per paci:ficare il dottore. LAVINIA - Lo so. Ma mi piacerebbe tanto . Pensate, un matrimonio clandestino. Nel cuor della notte. Ah, Caterina e proprio fortunata. , MAURIZIO (p ensieroso) - Spero che saremo for tunati entrambi. LAVINIA Certo, sarete felici. Agostino sara furibondo per qualche settimana, magari per qualche mese; ma poi gli passera. MAURIZIO (richiamato a un ricordo spiacevole) Disse a mia sorella che avrebbe diseredato sua :figlia. Credete che vorra farlo ~ LAVINIA - E stata solo una minaccia, Maurizio . E poi, non potra toglierle le diecimila sterline annue che h a gia. MAURIZIO (pensieroso) Sarebbe una piccola consolazione. LAVINIA (sorp1·esa) - Diecimila sterline all'anno ... piccola' MAURIZIO - Con diecimila, cara signora, si vive come tutti gli altri. Anche Arturo e Marian le hanno. Ma trentamila sono qu alche cosa che permette di vivere cosi. (Con la mano accenna in giro la camera). LAVINIA - Questa casa vi piace, non e vero ~ MAURIZIO- Oh, si. L'ho ammirata :fin dalla prima sera che vi sono entrato. Il dottore e un uomo di 28 gu~to. E strano che ci piacciano le stesse cose mentre non abbiamo nessuna simpatia reciproca. LAVINIA - Voi siete piu conoscitore di Agostino. Anche nell'aver compreso Caterina e averne saputo discernere il vero valore. MAURIZIO - Gia, Caterina ... (Tiene il bicchierino col cognac) Ma anche le altre cose. Per esempio, questo cristallo. E vetro di Mm·ano . Figuratevi che quando ero a Venezia, quantunque fossi ridotto alle mie u.ltime dieci sterline, comprai due oggetti di vetro di Murano, per avere la gioia di tenerli sotto gli occhi per qualche tempo. Ma quando fui ridotto agli estremi, dovetti venderli per poter partire. Mi piacciono le cose belle; mi sono sempre piaciute. LAVINIA - Sara un legame tra voi e Agostino, quando egli vi avra perdonato. MAURIZIO - Speriamolo. Ma temo che disprezzera i miei gusti raffinati. LAVINIA- Perche, dal momento che li condivide~ (Dalla strada giunge ·il 1·umore di una cm·rozza) . MAURIZIO (sempre tenendo il bicchiere) - Lui ha guadagnato tutto questo col suo lavoro. E crede che tutti dovrebbero fare lo stesso. Il male e che alcuni non possono . (La carrozza si fm·ma. JWa~trizio se ne accorge) Ch e cos'M Sembra una carrozza. Chi puo essere ~ (Si sente chiudere lo spo1·tello della cm·rozza. Indi si odono voci ). LAVINIA - Visite, a quest ' ora~ MAURIZIO Guardate dalla :finestra. (Lavinia eseguisce). LAVINIA Santo cielo! Sono loro! MAURIZIO - Loro! CE preso in tmppola. Fa 1Je?" andare in anticame1·a). LAVINIA - No, no, Maurizio . (In fretta ripiega la tabella del gioco e indica a Maurizio di rimettere a posto la caraffa del cognac) Andate giu e aspettate in cucina. (M~trizio prende il siga1·o che aveva posato sul portacenere e cm·re verso il fonclo, attravm·sando l'anticamera. Lavinia lo 1·ichiama ) Il cappello, Maurizio. (li'Iaurizio affm·ra precipitosamente il cap7Jello ment1·e Maria si aff?·etta verso la porta d'ing1·esso). MAURIZIO (a Lavinia) - Ditele tutto. LAVINIA (spingendolo vm·so la cucina) - Si, si. MAumzro - Ditele che l'amo. LAVINIA Ma si, glielo diro . Via! (111aurizio scompm·e) . MARIA (apre la porta. La sua voce) - Ben tornati, ben tornati. (Oaterina entra) . LAVINIA Caterina! Come sono contenta di vederti. CATERINA - Zia Lavinia! (Si abbmCC'iano). LAVINIA - Come sei elegante. Sembri proprio una fi·ancese. CATERINA - Sl, e molto moderno. Sei sempre stata bene, zia Lavinia~ LAVINIA - Benone. CATERINA - Dimmi presto, zia: ·come sta Maurizio~ LAVINIA - L 'ultima volta che l'ho visto stava benissimo . SLOPER.(d. d.) - Fai portare i bauli alia porta d i servizio, Maria. LAVINIA - Mi ha incaricata di dirti... L'EREDITIERA CATERINA (in fretta, sentendo arrivare suo padre) Sssst. LAVINIA (va ad abbraccia1·e i l dottore) - Ben tornato, Agostino. Ma non ti aspettavamo . SLOPER- Mai piu, ·vuoi dire ~ L AVINIA - Che sciocco! Sarei venuta domattina ad incontrarvi. MARIA (at-travm·sando l'anticamera) Vado a d aprire la porta di servizio per farli portar dentro. (Esce ). CATERINA - Che piacere essere di nuovo a casa. Vero, babbo~ L AVINIA - Ti sei sentita molto sola, Catina~ CATERINA - Si, zia. LAVINIA - Lo immagino! P er quanto siano belli i luoghi che si va a visitare, si sente sempre la mancanza di qualche cosa. Non e ... (V olgendosi al dottore) Dove vai, Agostino~ SLOPER - Ho un tremendo rafl'reddore. Vorrei un po' d'acqua calda . L AVINIA - Va do a prenderla. SLOPER - Con un po' di cognac. L AVINIA - Ce n'e 11, nella carafl'a. SLOPER Qui ~ IIai preso l'abitudine di bere, - Lavinia~ LAVINIA - V ado a dire a Maria che faccia scaldare l'acqua. (Esce. Il dotto1·e si toglie i l mantello . Poi va a carica?"e la pendola che e sul camino) . CATERINA (tirnidamente) - Sono contenta che t u abbia deciso di sbarcare stasera, babbo. (Nessuna Tisposta ) Sono sicura che anche tu sei contento di essere a casa. (N essuna ?"'isposta ) So che in questi ultimi giorni ti sei sentito poco bene. A vrei voluto che ti lasciassi assistere un poco da me. (N essuna Tisposta) Ho quasi avuto l'impressione che non mi volessi vicina. (N essuna Tisposta ) D ev'essere triste ammalarsi lontano dalla propria casa. Sarai contento di essere tornato. L AVINIA (Tientmndo ) Maria la porta subito. Ora raccontatemi, anch e se siete stanchi. Ho voglia di sapere t utto quello che avete fatto. (Il dottoTe mccoglie l'anello di ca1ta del sigaro). CATERINA (so?'Tidendo) - Ci vorra un anno, cara zia, p er raccontarti tutto. L AVINIA - Che cosa ti e piaciuto piu di tutto1 CATERINA - Oh, abbiamo visto tante cose. L AVINIA - Chissa Parigi! E la vera citta per le donne, no1 Ma e piaciuta anche ate, vero , Agostino~ SLOPER - Non viene quest'acqua calda ~ L AVINIA- Subito , subito. Non credo che t u vorrai sapere che cosa ho fatto tutto l 'inverno . In realta, non ho fatto niente. SLOPER - Dimmi, Lavinia, ti piace fumare 1 L AVINIA - Come~ (Jli[aTia entm portando un piccolo bricco con l'acqua calda e ~m bicchie1·e 1Jesante ). MARIA - Ecco, dottore. (Il dottoTe siede con stanchezza) Non posso dirle quanto sono contenta di rivedere a casa lei e la signorina. (Il dottore ?'in grazia con un cenno) Li aspettavamo solo domattina ; percio le camere dal letto sono fredde. Ma vado subito ad accendere il fuoco. In un attimo saranno calde. SLOPER Dunque, Lavinia; preferisci i miei sigari del Massachussetts o gli avana~ L AVINIA - Non ti capisco. SLOPER - Quando riconosco il delizioso aroma della lozione per capelli e trovo la fascetta di un sigaro e vedo la mia carafl'a del cognac quasi v;uota, non posso pensare che ad una p ersona. Dov'e andato il signor Townsend ~ E saltato dalla :finestra~ LAVINIA- E vero: e venuto un momento a chieder notizie del vostro ritorno. CATERINA - Stasera' E venuto stasera, zia ~ LAVINIA (irnbaTazzata) - Si; si trovava da queste parti e si e fermato qui un momento . (.dZ dottoTe ) Non l'ho visto quasi mai, durante l 'inverno. E stato molto prudente. SLOPER - Invece immaginavo che avrebbe fatto di questa casa il suo circolo. E un luogo dove e piacevole riposare comodamente mentre gli altri lavorano . L AVINIA (ne?"vosa ) - Caterina, so che non dovrei chiedertelo; ma mi h ai portato qualcosa1 CATERINA (gua1·dando suo padTe) - Si, zia . Uno scialle d i cascem ir. LAVINIA Oh, proprio quello che desideravo. Me lo fai vedere~ CATERINA - E nella valigia . Dl a Maria che la apra . LAVINIA (bat-tendosela) - Allora ci vediamo dopo. (Esce). CATERINA - Babbo, non immaginavo che avr esti p arlato cosl di Maurizio, dopo tutto questo tempo. Specialmente tenendo conto che abbiamo fatto tutto quello che hai voluto. SLOPER - E una posizione assolutamente ridicola . Del resto, e il :finale adatto per i sei mesi piu futili della mia vita. CATERINA - P er me non sono stati futili. L i ho trovati meravigliosi. SLOPER Meravigliosi. Gia, e la t ua parola : Tintoretto e un p ittore meraviglioso; i gelati del Cafe Riche erano meravigliosi; quasi tanto mera vigliosi come il David di Mich elangelo. CATERINA - Se v uoi dire ch e non ho apprezzato le cose che ho viste, ti sbagli. Ho ammirato tutto. SLOPER - Non hai visto un bel niente, Caterina. Che signi:ficato ha avuto per te Roma e tutte le sue glorie1 E stata soltanto una citta dove hai potuto ricevere le sue lettere. CATERINA - Per questo non hai voluto che mi avvicinassi a te in questi ultimi tempi : perche ti ho detto che lo amavo a ncora. SLOPER - Hai portato teco l 'immagine di quel perdigiorno dovunque siamo andati. Egli h a annullato tutta la gioia che avremmo potuto avere. Avevo , tanto clesiderato cli poter fare quel viaggio a Parigi: mai avrei immaginato cli cloverne percorrere le strade a braccetto (disgustato) con lui. No, vi sono alcune cose che non si possono fare neanche per la propria :figlia. Non si pu o daTle i propri occhi e la propria sensibilita, quando essa ne manca. CATERINA- Ma non mi mancano ne gli occhi ne la sensibilita, babbo. A Parigi tu non pensavi afl'atto a me: eri con mia madre. SLOPER - Magari lo fossi stato. (Una pausa). CATERINA - Il nostro viaggio non ti h a cambiato per nulla. · 29 RUTH E A!UGUSTUS GOETZ SLOPER - Non ha cambiato neanche te, ne il signor Townsend. Immagino che ora te ne andrai con lui~ CATERIN A - Si, se mi vuole ancora. SLOPER (sorseggiando la sua bevanda) - Volertif (Ride) Ma figurati! Dovrebbe essermi molto grato: portandoti all'estero ho fatto quanto si poteva fare di meglio per lui. (IZ st~o tono ironico si va accentuando) Sei mesi fa eri forse di idee un po' ristrette; eri ingenua e rozza; ma adesso hai visto il mondo, hai apprez zato tutte le belle cose. Sarai una compagna molto piu interessante. CATERINA - Faro il possibile per esserlo. SLOPER - Bisognera che tu abbia molto spirito, cara ragazza. La tua· gaiezza e il tuo spirito dovranno compensare la differenza fra le diecimila sterline all'anno che avrai e le trentamila che Townsend si aspetta . CATERINA - Non mi ama per questo. SLOPER (lentamente e con disprezzo) No~ E allora per che eo sa~ Per la tua bellezza ~ Per la tua grazia, il tuo fascino~ La tua lingua mordente e il tuo spirito sottile ~ CATERINA- Mi ammira. SLOPER - Caterina, sono stato ragionevole con te. Ho cercato di non essere sgarbato, ne poco amorevole; ma ora d'evi guardare in faccia la verita. Quante donne e ragazze credi che avrebbe potuto avere in questa citta ~ CATERINA - Mi trova simpatica. SLOPER - Non ne dubito. Cento donne sono pm belle e mille piu intelligenti di te; ma tu hai una qualita che le supera tutte: il denaro. CATERINA (piomba a sedere e si nasconde il volto fra le mani) - Babbo, mi dici una mostruosita! SLOPER Non pretendo che tu lo creda. Ti conosco da quando sei nata e non ho mai visto che tu abbia . imparato qualche cosa. I Si alza e vede il suo telaio da ricamo) Cioe, ecco una eccezione: hai imparato a ricamare. (Prende il bicchiere) Beh, visto che non assistero al tuo matrimonio, andro a letto a bere alia tua salute. (Un inchino) Buonanotte, figlia. (Sale la scala. Caterina rimane seduta, rannicchiata nella poltrona., con la testa china. Lavinia entra in anticamera., si sofrerma ai piedi della scala per assicu1·arsi che il dottore e entrato nella sua stanza. Quindi entra fu?tiva nel salotto). LAVINIA (sottovoce) Ho una sorpresa per te,Caterina! (Catm·ina non le da retta) Che cosa ti farebbe piu piacere, al mondo ~ CATERINA (accorgendosi della presenza della zia) Zia Lavinia, mi ama ancora Maurizio~ (Lavinia ride. V a in ptmla di piedi in anticamera e fa cenno a Mauriz·io di veni1·e avanti e di far presto . 111aurizio viene anche lui in punta di piedi. Caterina non lo vede. Egli si ferma dietro a lei e la chiama). MAURIZIO (con dolcezza) - Caterina! CATERINA (ode la voce come un sogno. Dopo un momento si volta e vede che e vero) - Oh, Maurizio! MAURIZIO - Il tuo Maurizio che da sei mesi ti aspetta. (Le prende la mano. Lavinia, soddisfatta del suo intrigo, chiude piano la porta del salotto lasciandoli soli). 30 CATERINA - Maurizio! Oh, Maurizio, sono cosl felice di vederti. MAURIZIO -Non avrei potu to aspettare ancora una notte. Hai continuato a volermi bene, Ca~erina 1 Sei stata costante e fedele~ CATERINA - Oh, si. MAURIZIO - Non mi hai dimenticato~ Non hai cambiato idea~ CATERINA - No, no . MAURIZIO - Avevo t anta paura . Ero pieno di dubbi e di timori. Percio non son potuto andare a casa senza vederti. Non ti aspettavamo fino a domani. Ero qui da quando sie_te arrivati. CATERINA (lo guarda adomndo) - Non sei cambiato, Maurizio. Sei come prima. MAURIZIO (la trae a se. Si abbmcciano) - Tua zia ti ha parla to dei miei progetti ~ CATERIN A - Quali progetti f MAURIZIO - Per il nostro matrimonio; la nostra fuga. CATERINA (sbalordita) - La nostra fuga~ MAURIZIO - Ho combinato tutto per domani sera. In una parrocchia di campagna, sulla MurTay's Hill. C'e il reverendo Lispenard che conosce la nostra storia ed e pronto ad aiutarci. (Caterina e 1·imasta immobile, ammutolita) Mi seriti, Caterina~ CATERINA - Ti amo tanto. (Lo abbraccia ancom) Dimmi che cosa debbo fare. MAURIZIO - Ho fissato una carrozza chiusa. Verro all'angolo della piazza alle cinque pomeridiane, prima che tuo padre sia tornato dalle sue visite, ma quando e gia buio . Caricheremo i tuoi bauli e poi andremo dritti alia parrocchia. Dopo il matrimonio passeremo la notte in un albergo sul fiume. E il giorno dopo partiremo per Albany, dove passeremo la !una di miele. CATERIN;A (ai sette cieli) - Maurizio mio mm·ito! MAURIZIO - Che ne dici ~ CATERINA - Magnifico. Pensa che ti ho portato un bellissimo gile di seta. Lo togliero dal bagaglio, cosi lo metterai per le nozze . MAURIZIO (contento) - T esoro! CATERINA - Ti ho comprato anche dei bottoni per camicia a Parigi. MAURIZIO - Bottonif CATERINA- Con perle e rubini; sono graziosissimi. MAURIZIO (felice) Cara, cara creatura! (La abbraccia) Come saremo felici. CATERINA (turbata per un attimo) - Maurizio, mio padre si e preso un r affreddore, a bordo. Se domani non uscisse ~ MAURIZIO - Allora bisognera rimandare a posdomani. CATERINA No, no, Maur·izio. Non posso piu stare qui. Non ci resisto. MAURIZIO - Ma solo per un giorno di piu. CATERINA- No, non voglio. Non sai come .. . non puoi sapere. (Ha una ispirazione) Portami via stasera! MAURIZIO - Stasera~ Com'e possibile~ CATERIN A - Si, stasera. Il mio bagaglio e ancora giu. Fra un'ora tutti dormiranno. Possiamo andar via tranquillamente senza che nessuno se ne accorga. Ti supplico, Maurizio. Se mi vuoi bene, portami via stasera. L 'EREDITIERA MAURIZIO - E dove andremo~ CATERINA - Da tua sorella; dal reverendo Lispenard. Sa gia di che si tratta; non ci mandera via. Che importa a lui, se andiamo un giorno prima~ E a me importa t anto. MAURIZIO (riflette un momento) E va bene. Facciamo pure cosi. (G1wrda l'orologio sul caminetto) Sono quasi le dieci e mezzo . Vado a cercare una carrozza . Potro essere qui, con le mie valige, fra un paio d'ore. Alle dodici e mezzo in punto devi esser pronta . Puoi 1 CATERINA- Posso fare qualunque cosa, amor mio . MAURIZIO Bene. Ora dobbiamo pensare alla lettera. CATERINA - Che lettera 1 MAURIZIO - Quella che bisognera lasciare a tuo padre. Vuoi che la scriva io ~ CATERINA- No. MAURIZIO D evi pesare ogni par·ola. Bisogna commuoverlo. Fargli sentire il tuo affetto. CATERINA - Non intendo affatto di sc.rivergli. MAURIZIO - Ma si che bisogna scrivergli. Perche ci pe1·doni. CATERINA (s costandosi ) - Non insistere, Maurizio, ti prego. Non ci perdonera mai. Ho le mie ragioni per esserne certa. MAURIZIO (colpito) - Che ragioni ~ CATERINA (esita un momento) - Mio padre non mi vuol bene. MAURIZIO - Che idea! Non devi pensare una cosa simile. CATERIN A - E la verita. MAURIZIO - No, Caterina. Tuo padre e deluso perche tu non hai corrisposto a quanto egli aveva in mente per te. Forse e offeso, in collera con tutti e due. Ma gli passera . CATERIN A - Non gli passera. MAumzro - Mia cara, se debbo esser tuo marito, devi cominciare a fidarti di me e del mio giudizio . CATERINA - Mi fido, Mam:izio. MAURIZIO - Meno male. Quante volte credi che sia accaduto che i padri hauno parlato duramente con le figlie che amano, specie a proposito del loro matrimonio ~ CATERINA - Ti dico che non mi vuol bene. MAURIZIO - Ma si che te ne vuole. Se non ti amasse, non cercherebbe con t anto ardore di proteggerti; certo, lui pensa soltanto alla tua futura felicita. CATERINA - No, Maurizio. So che ho ragione. Non direi questo se non ne fossi sicura . L 'ho compreso stasera per la prima volta, da quando sono a l mondo. Non si possono aver dubbi quando uno ti parla come se... come se ... MAURIZIO - Come che cosa~ CATERINA - Come se ti disprezzasse. MAURIZIO - Disprezzarti ~ CATERINA - Ma noi saremo felici insieme e tu non mi clisprezzerai mai, non e vero ~ MAUIUZIO - Non clevi neanche clirlo, Caterina. CATERINA - Non gli chieclero mai piu nulla ne aspettero niente da lui. Saremo felici senza bisogno di lui. MAURIZIO - Sicmo ... sicuro. CATERINA Cerchero di essere la moglie piu devota clel mondo . MAURIZIO - Lo credo. (E inquieto) Che cos'e questo rumore~ CATERIN A - Forse e la zia. MAURIZIO - Sara meglio che vada. CATERINA - Mi preparo subito. Saro puntuale. MAURIZIO- Allora, alle dodici e mezzo. (Si avvia ). CATERINA (jermandolo)- Te ne vai senza un bacio~ MAURIZIO (sorride e la prende fra le braccia. Si abbracciano con ardore) - Cara, cara! Ma non puo essere che non ti voglia bene . Accettera il fatto compiuto . · CATERINA (tenendolo scostato da se a l~mghezza di braccio ) - No, Maurizio. Anche se volesse, io non vorrei. MAURIZIO - Capisco. (Si dispone ad uscire) A piu tardi, cara. (Esce in jretta dal fondo. Gaterina e in uno stato di esaltazione. Tende le braccia verso di lui, ora che e uscito, poi si 1·ip1·ende. V a a gua1·da1·si nello specch:io sopra al camino ed e contenta di se ed anche un pochino vanitosa. Poi, ricordando t~~tto quello che ha da far e, 1·accoglie le gonne e sale la scala C01"1"endo). QUA DRO SEC ON DO Al levar del sipario la stanza e il rimanente della casa sono nell'oscu1·ita; solo dal camino giunge ~m bagliore. (Una figura scura scende dalle scale, con ~ma candela in mano . E Gatm··i na, la quale ha indossato un mantello da viaggio sull'abito che aveva nella scena p1·ecedente e si e messa un cappellino. Posa la borsetta da v·iaggio accan·to alle valige che sono in ant·icamm·a; poi accende la candela che aveva in mano. To1·na alla scala, prende un'altra borsetta che, quando siede, si mette sulle ginocchia. Posa la candela s~~l tavolino accanto. L 'eccitazione le da calore; si asciuga la j1·onte e il colla col fazzoletto. Si sente una carrozza che passa in istrada. Gate1·ina con·e ad ap1·i1·e la fin estra. La b1·ezza agita le tende. Gaterina rimane immobile un momento. L'01·ologio di un campanile, dall'altra pm·te della piazza, batte la mezza. Dalla scala scende Lavinia, anche le·i con una candela in mano. E in vestagl·i a e cutfia da notte. Vedendo Gaterina si aU1·etta ve·rso di lei) . LAVINIA - Caterina! CATERINA - Zitta. LAVINIA, - Che cosa fai ~ CATERIN A - Mi fai il piacere di tornartene a letto' LAVINIA - Voglio sapere che cosa fai1 CATERINA - Fuggo con Maurizio. LA VINIA - Ma e impossibile. E fissato per domani. CATERINA - Sssst. (Si alza, affm"'rando la borsetta e con·e alla finestra). LAVINIA - No, no, non hai capito bene. Verra a prenderti clomani n el pomeriggio. CATERINA (sorridendo ) - No, zia; sara qui fra cinquanta secondi. (Ride esultante). LAVINIA - Perche non me lo avevi detto~ CATERINA - Se n 'e andato solo un'ora fa. Ho avuto da rifare le valige che Maria aveva gia disfatte. Non ti dico che lavoro. (Ride) Mane valeva la p ena. 31 RUTH E AUGUSTUS GOETZ LAVINIA (eccitata ) Passerai la notte con lui senza essere sposata ~ CATERINA - No, andiamo direttamente dal rever endo Lispenard. Se e pronto a sposarci forse rimar remo con lui. Altrimenti gireremo in carrozza tutta la notte. Che vuoi che me ne importi ~ LAVINIA - · Oh, che cosa romantica! Che bellezza! Maurizio e molto audace. CATERINA - Sssst. Mi pare di aver sentito una carrozza. (Tendono l'm·ecchio peT un momento) No . LAVINIA - Vuoi che mi vesta in fretta e venga con te~ CATERINA - Non c'e tempo, zia; Maurizio sara qui da un momento all'altro. LAVINIA - Credo che sarebbe meglio, Caterina. Se vi tocchera andare in giro tutta la notte, bisogna che tu abbia un'accompagnatrice. Altrimenti, figurati tuo padre. CATERINA (Tidendo ) - Oh, gli starebbe bene. L AVINIA (stenta a credm·e alle sue orecchie) - Gli starebbe .. . CATERINA - Ma si. Mi crede tanto stupida. Lo sorprendera che una figlia tanto stupida disonori il suo nome. LAVINIA (avvicinandosi a lei ) - Ma .s ei proprio tu che parli, Caterina~ CATERINA - Zitta. Questa volta e lui. (.Ascoltano ancora) . LAVINIA - No; e il vento. CATERINA- Pensa; mai piu mi affaccero a questa finestra. Mai piu vedro Washington Square in una notte d'aprile. LAVINIA - Perche no~ CATERINA (stttpita della domanda.) - Perche non mettero mai piu piede in questa casa. LA VINIA - Fra un anno ti sarai riconciliata con tuo padre. Te lo garantisco. CATERINA - Ti sbagli. Non lo vedro mai piu in vita mia. L AVINIA - Che dici ~ CATERINA - Che ora e~ (Va all'oTologio) Venti minuti all'una. LAVINIA - Vieni qui, Caterina. Spiegami quello che vuoi dire. CATERINA (s emplicemente) - Me ne vado stasera invece di domani p erche cosi lo vedro una giornata di meno. E lui dovrebbe vedere me. C'e troppa mancanza di affetto tra noi, zia . Ormai non possiamo piu sopportarci. LAVINIA (con , un suss·ulto) - Ma pensa, bambina, che cosi sarai diseredata. CATERINA (serena ) - Si. Completamente. LAVINIA. (inorridita) - Lo hai detto a Maurizio ~ CATERINA - Sicuro . Gli 'dico tutl;o . LAVINIA - Ma non dovevi. Non dovevi. CATERINA- PerchM LAVINIA - Ma si, Caterina. Anche se avevi queste idee riguardo a tuo padre, percM dirlo adesso a Maurizio ~ CATERINA - Ho dovuto dirglielo. Sta per essere mio marito . L AVINIA - Dovevi aspettare. Parlargliene dopo sposata. 32 CATERINA - E questione di poche ore. LAVINIA - E lui..: ha capito~ (Rumore di carrozza). CATERINA (febbTile) - Eccolo! (Raduna in fretta le due borse, lo scialle, i guanti) Addio, zia! Ti scrivero ... (CoTTe in anticamem). LAVINIA (eccitata) Caterina... (La mggiunge CO?'?'endo e le da una borsetta piccola che Catm·ina aveva dimenticata. CateTina Tide ed esce. Lavinia COT?'e alla finestTa, Il 1·umo?·e della cm··rozza aumenta, si avvicina. Diminuisce mentre la cm-ro.zza pTocede peT la sua st·rada. Dopa una pausa si sente chiudm·e la po1-ta d'ingresso e CateTina entm ). CATERINA Ha proseguito . (Siede sul divano . L'oTologio del campanile batte i tre qua1·ti. Caterina ascolta. Poi) Zia, perche non dovevo dirlo a Maurizio' L AVINIA - Dio mio, figliola, p erche non sei stata un po ' piu furb a~ CATERIN A - Furba ~ A che proposito ~ LAVINIA- A proposito dei quattrini di tuo padre, a proposito di Maurizio. Oh, Caterina, se hai perduta quest' occasione ... CATERINA - Perduta~ ! Fra un'ora Maurizio ed io saremo marito e moglie. (Si alza e va al camino) . L AVINIA - Speriamolo. CATERINA - Sperarlo! (Con un sorriso nervosa) Ma zia, si tratta di quindici minuti di ritardo! Sei ridicola. LAVINIA - No, Caterina. Lo conosco molto bene. CATERINA (offesa) - Tu lo conosci~ Ma io lo amo. LAVINIA - Maurizio non vorra certo che per colpa sua tu perda la tua eredita. Non vorra certo vederti povera. CATERINA - Ma non sar·emo poveri. Ho diecinlila sterline di rendita . LAVINIA (spiegando con ditficolta) Per certe persone, una rendita simile non e gran cosa. E quasi .. . quasi come non aver nulla. CATERINA (stupefatta) - Nulla~ Ma e una bella somma, sai ~ LAVINIA - Non per chi si aspetta di averne il triplo. CATERINA - Ma non si aspettava niente, Maurizio . (Cm·cando dispemtamente di spiegaTe) Maurizio ama me! Vuole che io sia sua moglie. LA VINIA - Non potra mai volere che sua moglie viva in modo poco dignitoso. CATERINA (rib ellandosi) - Che cosa c'e di poco dignito so~ Abbiamo piu di quanto hanno Arturo e Marian. LA VINIA - Si, ma Marian era una ragazza ricercatissima in societa, una bellezza, corteggiata da tutti. CATERINA (offesa) - Lo stesso modo di pensare di rnio padre. Anche tu mi ritieni sl;upida e brutta. Ebbene, ti sbagli. Maurizio mi ama. (Citando le pa1·ole di lui ) Sono la donna ch e ha sempre sperato di incontrare. LAVINIA (affettuosa ) - Oh, Caterina ... CATERINA- Me lo ha detto lui. Lui mi crede bella. Mi desidera. Non puo aspettare fino a domani sera. Ha detto che dovevamo fuggire stasera. (Si ricorda con angoscia la verita) No, questo l'ho detto io, che L'EREDITIEJRA bisognava fuggire stasera. Ma lui ha aderito. Ha detto di si. Lo vedi da te. Ha accettato con gioia. LAVINIA (con spemnza) - Forse verra. CATERINA - Dio, Dio! Forse! Non dire cosi! LAVINIA - Che cosa debbo dire~ CATERINA - Non resisto . . Non resisto un minuto di piu. (Violenta) Deve venire. Deve portarmi via. Deve amarmi. LAVINIA (si a!Jretta a chiudere la po1·ta scornvole) - Sei isterica, Caterina. CATERINA - Nessuno puo vivere senza amore ; alia fine non se ne puo piu. Qualcuno deve amarmi, qualcuno deve dirmi che mi desidera. Non ho mai avuto nessuno. (Si strappa il mantello ). L AVINIA - Calmati, ti prego. CATERINA - Maurizio e stato l'unico . Non ho mai sentito tenerezza in altra voce che nelia sua. LAVINIA - Non devi dir questo . CATERINA- PerchM Non lo so, forse' Sono troppo stupida~ Questo e quelio che crede mio padre. Che una persona stupida non sente nulla. E non ·e vero, zia: sono stupida ma sento, sento tanto. Ho sempre pensato che la mia sfortuna fosse stata la morte di mia madre. Ma ora non lo credo piu. Era cosi intelligente che se fosse vissuta non mi avrebbe voluto bene neanche Jei. (China la testa e piange). LAVINIA - Calmati, Caterina, fatti coraggio. CATERINA- No, no. Maurizio deve portarmi via. Deve compensarmi. Amarmi per tutti quelii che non mi hanno mai amata. (Piange ancora). L AVINIA - Figliola cara, te l'ho spiegato. Ti ho detto perche puo darsi che non venga. CATERINA - Devi dirmi come potro eontinuare a vivere, se non viene. LAVINIA - C'e tuo padre e ci sono io, cara . CL\TERINA - Non ho nessuno. Nulla e nessuno. Non ho mai avuto nulla. E se anche Maurizio mi ha ingannata, sapro che nessuno mi ha mai amata e nessuno mi amera mai. (111entre dice questo, l'orologio batte l'una. Caterina ascolta, poi si accascia completamente) Dio, Dio mio! (Si piega in due). L.AVINIA (con dolcezza) - Caterina .. . CATERINA - Lasciami, zia. Per pieta, lasciami! LAVINIA (cercando di acquietarla) - Ci sono tanti altri giovani, Caterina. CATERINA - Vorranno solo quello che voleva lui. E io non ne voglio sapere. Lo amero finche vivo . LAVINIA - Non vuoi neanche essere consolata "l CATERINA - No, non consolata. Amata, zia, ma non consolata! (Si abbatte sul divano. Lavinia, smarrita, si inginocchia accanto a lei ). QUADRO 'rERZO Una mattina piovosa, tre giorni dopo . (Al levar del sipario si sente p·icchiare alla porta d'ingresso; poi il tintinnare di 1m campanello nell'interno, verso la cucina. La stanza ha un aspetto fr eddo, per la. luce grigia che vi penetm. Maria viene dalla cucina e va alla porta d'ingresso). MARIA (apre la porta. Si sentono le voci)- Desidera' VOCE MASCHILE - C'e il dottor Sloper' MARIA (d. d.) - Si. . LA VocE (d. d.)- Lo preghi di venire dalia signora De Rham, dali'altr:;t parte della piazza. MARIA (d. d .) - Il dottore e ammalato. Non fa visite. LA VocE (d. d.) - Ma la 8ignora sta male ed abbiamo bisogno del medico. MARI.A. (d. d.) - Mi dispiace; ma il dottore e a letto anche lui da tre giorni. E poi sapete che non dovevate venire a bussare qui, ma alia porta di servizio . LA VocE (d. d.) - E ora che debbo fare 1 MARIA (d . d. ) - Provate ad andare dal dottor Isaacs, in via Sangiorgio . LA VocE (d. d.) - Ma la signora vuole il dottor Slop er. MARIA - Mi dispiace. Buongiorno. (Richiude. Poi rimane un momento esitante ai piedi della scala. Lavin;i a entm dalla mwina ). LAVINIA - Era la po~ta, Maria ' MARIA - No, signora ; era il cocchiere delia signora De Rham. La signora e ammalata e voleva il dottore. LAVINIA - Ma il dottore non puo uscire. MARIA - Lo so, signora. Gli ho detto di andare dal dottor Isaacs. LA VINIA - Hai fatto bene. MARIA -Le lettere sono sulla tavola. Sono arrivate poco fa. (Lavinia prende la pasta e la esamina) Debbo dirlo al dot tore, delia signora Rham ~ Non vorrei disturbarlo. LAVINIA - Oh, e sveglio. (111a1·ia si avvia per la scala) Si sta vestendo. Ma tu h ai piu influenza dime, su lui. Digli che farebbe una scioccbezza a venir giu. Meglio che rimanga in camera. MARIA - Glielo diro, signora. (Caterina scende la scala) Buongiorno, signorina. LAVINIA - Buongiorno, Caterina. CATERINA - Buongiorno, zia. (Guarda Lavinia che ha ancora le lette·re in mano. Mm·ia esce) . LAVINIA - Non c'e niente, Caterina. Sono tutte per tuo padre. (Caterina si avvicina alla finestra e gua1·da fuori. Sua zia la osse1·va con ansia) Perche non vai di la a far co lazione~ (N essuna 1·isposta) Non puoi andare avanti cosi, Caterina, senza mangiare e senza dormire. ,!\.nche stanotte ho sentito che eri sveglia. CATERINA - Mi dispiace di averti disturbata. LAVINIA - Non mi hai disturbata a:ffatto . Soltanto, ho paura che tu finisca con l'ammalarti. CATERIN A - Ammalarmi ~ LAVINIA (ne1·vosa) - E con tuo padre che non sta bene. Ha chiesto di te anche stamattina. Dovresti andare a vederlo. CATERIN A - Non ne ho nessuna voglia. LAVINIA (guarda Caterina la q~Gale ripassa le let- ' tere) - Cara, t i ho gia detto che sono tutte per tuo padre. CATERINA- Lo so. (Le osserva lo stesso) Zia Lavinia, se Maurizio fosse ammalato1 LAVINIA - Oh! CaTERINA - Si, un malore irnprovviso. LA VINIA - Non credo. 33 RUTH E AUGUSTUS GOETZ CATERINA - Se stesse male, naturalmente non potrebbe scrivere. LAVINIA- E non potrebbe mandare a dire qualche cos a~ CATERINA - E solo. Chi vuoi che mandi? LAVINIA - Ha sua sorella. CATERIN A Ma il nostro progetto era segretissimo. Non avra osato confidarglielo. LAVINI.A - Ci sono tanti modi, quando si vuol far sapere qualcosa. CA'l'ERIN.A (con convinzione crescente)- None vero . Per esempio, mio padre e ammalato e non potrebbe mandare a dir nulla a nessuno, se noi rifiutassimo di fare l 'ambasciata. LAVINIA - E perche sua sorella dovrebbe rifiutare ? CATERIN.A ~ Perche non h a simpatia per me. E intanto Maurizio p ensera che l'ho abbandonato . Forse e solo malato ed io in tre giorni non ho fatto nulla . LAVINIA (smarrita ) - Non posso sopportare che tu ti torment i in questo modo . (Si sente il dottor S loper che scende la scala. Maria lo segue, pmiando il suo soprabito. Il dotto1·e e completamente vestito. Ma al disop1·a dell'abito ha una veste da camera). MARIA - Non mi pare il caso di u scire, dottore. SLOPER - Ma io esco lo stesso. E smettila di agitarti, Maria, e di svolazzarmi intorno. Posso benis simo scendere da solo. (Ent?·a e vede le due donne) Buongiorno, Caterina. Salve, L avinia. (Le dtw donne rispondono « BuongioTno ») Ho visto b en poco lor signore, in questi giorni. (.A Ma1·ia) Va a prendere la mia roba, Maria. (Si toglie la vestaglia). MARIA - Ma e una giornata orribile. E sono sicura che il dottor Isaacs andra subito dalla signora. SLOPER - Come faccio io. Vammi a prendere l a borsa dei ferri. MARIA (mortificata) - Oh, dottore. SLOPER - E guarda che nell'armadietto, nel mio studio, c'e uno strumento nero. Portami anche quello. MARIA - Vado. (Esce ). LAVINIA E davvero una mattinata rigida, Agostino. Copriti b ene. (Si stTinge nello scialle). Sr.OPER (nota il movimento di Lavinia) T'e piaciuto lo scialle, L avinia ? LAVINIA - Moltissimo. Non avresti potato farmi un regalo piu gradito. SLOPER - Caterina, e piaciuto a zia Lisetta il vassoio d' argento? CATERINA - Non lo so . SLOPER - Ma h a saputo che siamo tornati ~ CATERINA- Non lo so. SLOPER - Non gliel'hai fatto sapere? CATERINA - No. SLOPER - Ma io ero ammalato, Caterina . A vresti almeno potuto far questo . (Gaterina non risponde . Il dottore si volge a Lavinia) Anche tu, Lavinia, eri troppo occupata p er poter informare Lisetta del nostro ritorno ~ LAVINIA Caterina aveva bisogno di qualche giorno di riposo . (Con una ispimzione) Per rimettersi dal mal di mare. SLOPER - Ma se non ne h a so:fferto per n ulla . 34 L AVINIA - Scusami, Agostino; debbo andare a fare la spesa. (Esce ). SLOPER - Dunque, Caterina. Sono tre giorni che non ci vediamo. Mi hai evidentemente evitato; da questo arguisco che la tua partenza dev'essere imminente. Amerei sapere quando la mia casa rested. vuota. Quando te ne andrai tu se ne andra anche t ua zia. E deciso .per domani? CATERINA - No. SLOPER - Per la settimana prossima? CATERINA - No. SLOPER - Per quella seguente~ CATERINA - Non lo so . SLOPER - Ti ha detto di nascondermi i vostri progetti ~ CATERINA- No. Permetti, babbo ? (Fail tentativo di lasciare la stanza). SLOPER- Un momento, Caterina. Vieni qui, alla luce. (Gaterina obbedisce con 1·iluttanza. Sloper la guarda da v icino, con attenzione) Sei rossa. Hai la febbre ? CATERINA - No . SLOPER- Hai gli occhi gon:fi . Hai pianto? (N essuna risposta) Dunque? (Nessuna 1·isposta) Oh! (Una pa~tsa) Hai ... hai rotto il tuo fidanzamento? (Gaterina china la testa ) Se lo h ai fatto, debbo dirti che ti ammiro. (N essuna risposta ) E il gesto· piu coraggioso che tu potessi fare. (La 1Jrende per le spalle) Capisco quello che provi. Mi rendo conto dello sforzo che hai dovuto compiere. CATERINA (appena pe1·cettibi le) - Davvero ~ SLOPER - Vedo che ti e doloroso anche parlarne. Non voglio insistere. Col tempo il dolore si attenuera e allora comprenderai meglio quanto sei stata saggia. (Jliaria torna con la borsa e lo st?·umento che consegna al dottore). CATERINA (quasi alla cieca) - Scusami, babbo. Ho da scrivere delle letter e. (Esce andando allo studio). SLOPER (prendendo gli oggetti che gli porge JJiaria) - Grazie, Maria. MARIA (p erplessa, indica lo strumento nm·o) - E un fl auto, dottore? ' SLOPER - N 0, e uno stetoscopio. L 'ho preso a Parigi. E per auscultare il cuore. Magari lo avessi avuto prima. (Se lo mette sotto al braccio, va in anticamm!a) Preparami qualche cosa di caldo ·per quando torno. MARIA - Va bene, dottore. Ma vuole che venga con lei ~ Le reggo l 'ombrello. SLOPER - No, no . Resta qui, con la signorina. Fai quello che puoi p er lei. T emo che sia molto sconvolta. MARIA - Si, dottore. (II dottore va alla porta. M aria apTe e 1'ichiude dopo che l~ti e uscito. Torna in salotto, 1Jrende la vestaglia. In questo momento Gater·i na apre la pmia dello studio). CATERINA - Mi fai un favore, Maria? MARIA - Tutto quello che posso, signorina. CATERIN A - Mio p adre e uscito ~ MARIA - Si, signorina. CATERINA - Dovresti portare questo biglietto al suo indirizzo, nella Seconda A venue. MARIA - Va bene, signorina. L 'EREDITIERA ,C.ATERIN.A- Ma dovresti andare subito. E urgente. M.ARI.A - Vado subito. CaTERIN.A (contenta)- Aggiungero ancora una riga, mentre tu vai a prepararti. (TO?·na nello studio, chiudendo frettolosamente la porta) . MaRI.A (finisce di ?'iO?·dina?·e la stanza. Riprende la vestaglia c si dispone ad anda1·e in c1wina. JJf.entre at1Jravm·sa l'anticamera il campanello clella porta suona e JJf.a1·ia va ad azJrire) Buongiorno, signorina Marian. MaRIA N - Buongiorno, Mari a . E vero che sono tornati? lVIARI A - Sl, signorina: domenica sera . lVIARIAN - L 'ho saputo per caso e mi dispiace che non mi abbi ano avvertita . Sarei a ndat a a d incont rarli; invece sono st at a informata da altri. lVIARIA - Sa, signora , suo zio e st ato poco bene; c'e stato da disfare i bagagli che non erano pochi. Ora chia mo la signorin a . (Bussa alla p01·ta dello st1tdio) Signorina Cat erin a, c'e la signora Townsend. CaTElUNA (d. d.) - Com e~ MamA - La signora Townsend . CATERINA (spalancando la po1-ta con 'impeto) Townsend! (Ent1·a. Si fenna b1·uscamentc vedendo che non e )Jf.au?·izio ). lV!.ARIA N - Sicuro; neauch'io mi so no ancora abituat a a chiam armi signora Townscnd! (R,i de e spalanca le b1·accia pm· abbmccictTe Oate1·ina) B en tornata, Catina ! Come sono contenta di rivederti! CaTERINA - Gmzie. (Si abbm.cc'iano) Sei pronta, Maria ¥ . Mama - Un momcnto, signorina; va do a mettermi la cuffi a . (Esce ). . lVI.AlUAN - Dovrei essere in collera con t e ; ma il piacere di vederti mi fa essere generosa e ti perdono. (Ride) Ti sei divertita ~ CATERIN.A - Oh, e stata una cosa meravigliosa . (Ride) Si, meravigliosa. lVIARIAN - E dire che Mamizio Townsend si e trovato qui p er salutarti e noi no . Non me ne posso dar p ace. C.ATERINA - Come lo sai? lVIARIAN - Me lo ha detto lui ieri sera. Ero in collera con lui perche non ci ha avvertiti subito; ma credeva ch e lo sapessimo. CATERINA - Che ti h a d etto~ lVI.ARIAN - Oh, e stata una visita breve. E venuto soltanto per farsi prestare i quattrini per il viaggio . Arturo non voleva neanche darglieli. Ci vuoleparecchio per andare a Nuova Orleans . CATEIUNA - A Nuova Orlean s ~ Quando p arte? lVIARI AN - E partito ieri sera a mezzanotte. CATERINA - Di gia ? lVIARIAN Si. Ha intenzione di recarsi poi in California. E convinto che ci trover a dell'oro . CATERINA (con un pTimo bm·l1tme di forza) - Fara molta strada , pur di trovarlo. lVIARIAN - Spero che riesca, per poter restituire a d Arturo quello che gli deve. (Pudicamente) Al giomo d 'oggi avere un bambino costa. CATERINA - Un bambino, Marian ? Come clevi essere felice. lVIARIAN - Oh, si. Tanto, sai? Tanto. lVIARIA. (rientmndo) - Sono pronta, signorina . CATERINA - Per che cosa, Maria~ MARIA - Per p01·tare quel biglietto. Mi ha cletto che era urgente. CATERINA - Ah, per quello. Non e piu t a nto urgente, Maria. MARIA - Allora, illon debbo a ndare ? CATERINA - No, non occorre. lVIAHIA - Bene, signorina . (Esce). MARIAN - P arlami cli P arigi. Dove h ai comprato t uoi abiti ? CATElUNA - D a Ma dame Talma. MAHIAN - Che b ellezza. CATERINA (con cleli berata iwnia) - Mi ha fatto di tutto. Abiti cla sera, m antelli, abiti cla giorno. Ho sei clozzine di sottovesti di ogui genere. lVIAIUAN (eccitata,) Magnifico. U n C01Tedo d a principessa. CATER INA (la cem tTan q1ti llamente la lettem che finora ha tem tto 'in m ano) - Si, molto b ~llo. MaRIAN - E poi, e stata una cosa ragionevole. Il giorno in ~ui ti cleciclessi a sposarti, h ai tutto pronto. CATERINA - Proprio cosi. Sai, Marian, c'e un negozio a P arigi che vende solo roba per ba mbini. Anche li ho comprato molte cose. MARIAN - Che idea carina. CATERINA - Ho preso diverse misure; ho voluto le g uarnizioni rosa e a zzurre. MARIAN - Oh , cosi vanno bene ta n to se e un masch io quanto se e una b a mbina . Deve avertelo scritto la m a mma . CATEIUNA (dopo 1ma 1Jausa) - Ti claro t utto. MARI AN Cara! N on avresti pot nto portarmi nulla di piu gra dito. CATERINA - Vuoi veclere a desso il corredino ~ E a ncora tutto impacchettato. E in camera mia . MARIAN - Si, si, fammelo vedere. CATEHINA - Allora vieni disopra con me. MaRIAN - Ne avra molta cura . E chi sa che un giorno non debba ridartelo . (OateT'in a la pTende per 1nan o e si avvian o). CATERINA - No ; io non ne avro mai bisogno. MAHIAN - Oh, n on si puo mai sapere. (ll dotto1·e entra dalla 1JOTta d''i·ng1·esso). SLOPER - Marian! .MamAN - Salve, zio Agostino. SLOPER - Ch e piacevole sorpresa . lVIARIAN (baciamclolo) - Come st ai, z io ~ (S'i scosta e lo gu a1·da) Non st ai bene 1 SLOPER - Oh, va benone. E tu ? l.VIARIAN (ride 1m po' irnbamzzata) - Io ; io fiorisco. SLOPER - Brava. E quando verrai a farmi una visita come medico ~ C<\TERINA (in terTornp endo) - Ti aspetto in camera mia , Maria.n. (Sale la scala ed esce ). MARIAN - Vengo subito. (Si volge di nuovo a.l clotto·re) Quando vuoi ch e venga ~ SLOPER - Vogliamo combinare p er dopodom ani ~ lVIARIAN - Benissimo. SLOPER - Come sta tua maclre ? lVIARIAN - Sta bene; e sara ben contenta d i saperti cli ritorno . Ma debbo sbrigarmi a d a ndare 35 RUTH E AUGUrSTUS GOETZ a casa, zio; e prima voglio vedere quello che Catina ha comprato a Parigi. SLOPER - Si capisce. Ma vieni spesso a trovarmi, • saiY MARIAN - Non manchero, zio. (Sale la scala ed esce. Sloper siede stancamente. 1lfaria ent?·a e silenziosamente gli toglie dalle mani la borsa che mette sulla tavola posandovi accanto lo stetoscopio) . MARIA - Come stava la signora r;>e Rham ~ . SLOPER - Non lo so, Maria; non ci sono arrivato. Mi sono sentito male; c'e mancato poco che svenissi e sono rimasto appoggiato alia ringhiera. (Perplesso) Ho fatto fatica a risalire i gradini davanti al portone. MARIA (sg?·idandolo) - Doveva restare a letto . Si e alzato troppo presto. SLOPER - Probabilmente e proprio per questo. (Maria sta per portare la borsa in istudio) Un momento. (Toglie dalla borsa lo stetoscopio) Mi occorre ... il :flauto. MARIA Sissignore. (Via in studio. Il dottore, .rimasto solo, procede ad auscultm·e il proprio petto metodicamente e attentamente, come se esaminasse un paziente. Me7~t?·e e intento a questo, Marian e Gaterina d·iscendono). MARIAN (soffermandosi sotto l'a1·co) - Zio Agostino, vorrei rimanere un poco a discorrere con te, ma debbo audare a casa perche viene mia suocera a desinare. SLOPER Capisco benissimo, cara. Allora ci vediamo venerdi. MARIAN (baciando Gaterina) - Cara Catina, non so come ringraziarti per tutte quelle belle cose. SLOPER - Di a tua madre che venga a trovarmi. MARIAN - Glielo diro. (Maria rientra . Marian va 'in anticamera seguita da Gaterina. Saluti a soggetto . Poi Oaterina si avvia per risalire. Ma mentre sale i l prima gmdino, il dottore chiama). SLOPER- Maria, Caterina, venite qui un momento. Credo bene avvertire tutte e due. Sto male. Non e una semplice congestione; ho sentito gia dei rantoli nei polmoni. Ho bisogno di cure. Non saranno molto utili, perche so che non guariro; ma desidero che sia fatto tutto il necessario. Detesto una camera di ammalato mal tenuta; e voialtre dovete curarmi come si vi fosse la probabilita di una guarigione . MARIA - Ma forse guarira davvero. SLOPER - Non mi sbaglio mai in queste cose. Fra qualche giorno occorrera un medico : chiamerete il dottor Isaacs. Se lo strepito della strada mi rendesse irrequieto, fate mettere della paglia. Caterina, non desidero che zia Lavinia venga in camera mia. A meno che io non sia in stato comatoso . (A Maria) Quanto alia dieta, non sovraccaricarmi lo stomaco. A preferenza, dieta liquida o quasi. Brodo di manzo, zuppa d'avena, eccetera. MARIA (china il capo angosciata) - Va bene. SLOPER E legherai un asciugamano pesante alle maniglie della mia porta perche non faccia rumore nel chiudersi. MARIA - Va bene. SLOPER - Cerea una lampada piccola e mettici il lucignolo nuovo, perche non dia cattivo odore. Deve stare accesa continuamente. E noioso dover cercare qualche cosa al buio nella camera di un 3G ammalato . Ora vammi a preparare il letto: salgo tra qualche minuto. / MARIA (quietamente) - Vado subito. CATERINA - Vengo ad aiutarti. SLOPER - Non vorresti res tare un momento con me, Caterina ~ CATERINA - Come credi. SLOPER - Domini mirabilmente le tue emozioni. CATERINA - No, babbo. SLOPER- Oh, ti ammiro. Sei rimasta meno turbata, per quanto ho detto, di quanto non lo sia stata Maria. Ho visto che stava per piangere. Sono cose che non mi piacciono. CATERINA - E rimasta impressionata. SLOPER - Si. Ma non e coraggiosa. Tu si che sei coraggiosa. E mi piace credere di esserlo anch 'io . Forse ci assomigliamo piu di quanto credevo. CATERINA - Forse. SLOPER - Ti ho detto che ero orgoglioso di te, cara. E lo sono davvero. Oggi per la prima volta vedo che hai un sano giudizio ed hai il coraggio di seguire quanto esso ti indica. Questa condizione ha reso meno grave le mie attuali condizioni. Non posso dirti, Caterina, quanto sono fiero di te. CATERINA - Davvero~ SLOPER - Si, davvero. CATERINA (breve pausa) - Si e preso gioco di me! SLOPER - Che dici' CATERIN A - Che si e preso gioco di!ne. SLOPER - Ma figlia mia .. . CATERIN A - Mi ammiri ancora, adesso ~ SLOPER (compassionevole) Caterina. (Fa per avvicinarsi). CATERINA - Non essere buono con me, babbo. Non ti si addice ... Colui ... non ha fatto altro che condividere la tua opinione sul conto mio. Dovresti inorgoglirtene. SLOPER - Caterina, sono gravemente ammalato. Non devi punirmi in questo momento. Non negarmi il tuo affetto! CATERINA - Io non ho affetto per te, babbo. SLOPER (colpito) Perche ho cercato di pro• teggerti contro quell'individuo~ CATERINA - No. Ora capisco perche hai agito in quel modo. SLOPER - Am]lletti dunque che avevo ragione~ CATERINA - No. Tu eri persuaso che qualunque uomo bello e intelligente si sarebbe annoiato con me come ti annoiavi tu. E mi avrebbe amata tanto poco quanto mi amavi tu. Non e stato l'affetto che ti ha spinto a difendermi, ma il disprezzo. Debbo essertene grata~ SLOPER - Un giorno verrai a dirmi che ti ho reso un grande servigio. CATERINA - Posso dirti fin da ora quello che hai fatto: mi hai ingannata. Se non potevi amarmi, avresti dovuto lasciare che altri tentassero di volermi bene. SLOPER - Maurizio Townsend non ti amava. CATERINA - Ora lo so, grazie a te. SLOPER - Meglio saperlo ora che fra vent'anni. CATERINA - PerchM Ho 'v issuto vent'anni con te prima di accorgermi che non mi vole vi bene. Non L'EREDITIERA so se Maurizio mi avrebbe privata di a:ffetto piu di quanto abbia fatto tu. SLOPER Finalmente hai imparato a parlare, Caterina . Ed e soltanto per dirmi queste cose atroci ¥ CATERINA - Si. .A.lmeno, e un campo n el quale non potrai paragonarmi a mia madre. SLOPER- Caterina, Caterina! A vrei dovuto lasciar e che quell'uomo rovinasse la tua vita¥ Va la , p ensa che sei fortunata. Un giorno incontr erai un uomo onesto e sincero e lo r enderai felice. Hai tante qua - ' lit a . CATERINA (interrompendolo) - E avro trentamila sterline all'anno. SLOPER Questo ti r endera possibile sceglier e con discerniment o. CATERINA - Se debbo comprare un m arito, preferisco COI!fprare Maurizio. SLOPER - Non p arlar e cosi. CATERINA - Ti umilia¥ SLOPER (con violenza ) - Caterina, Caterina, assicurami che l 'h ai fatta finita con lui. CATERINA - No . SLOPER - Perche~ Sai b en e ch e e un farabutto . CATERINA - Non, ti prometto niente. SLOPER - E allora fammi il favore di spiegarti. CATERINA - Non spiego e non prometto niente. SLOPER (iTritato ) - .A.llora dovro modificare il mio t estamento. CuERINA - Fallo subito! SLOPER - Lo faro quando mi fara comodo. CATERIN A - Hai torto : dovresti farlo ora, giacch e ti senti. (Si alza e va alla scrivania). SLOPER - Lo faro domani. CATERINA - Puo daTsi cbe domani tu non sia abbastanza in gamb a . SLOPER Ho parlato tropp o in fretta . Voglio p ensar ci m eglio . CATERINA (avvicinandosi a l~ti e dandogli una penna e un foglio di ca1·ta) - Non c'e niente da pensare. D al momento cbe non voglio promettere niente, non bo diritto alia tua eredita. " SLOPER (dispemtamente ) - Non voglio diseredar e la mia unica figlia ! CATERIN A - Ma vorresti cbe il tuo denaro fosse usato come tu desideri, no~ E naturalmente dovrei obbedirti. Se lo lasci alia clinica, certamente sara fatto quello ch e t u desideri. (Quasi sorridendo ) Se lo lasci' a me, sai benissimo in cbe t asche andra a finire. SLOPER - Come puoi tormentarmi cosi n elle mie condizioni di salut e~ \ CATERINA (siede e si accinge a scrivere) - ,Faresti meglio a dinni come vuoi che venga r edatto. SLOPER- No. CATERINA (scrive, 1·ipetendo cio che scrive) - Io, .A.gostino Sloper, cbirurgo, abitante in Washington Squ are, 16, esprimo qui le mie ultime volonta ... E ... SLOPER Ma e assurdo, Caterina ! Non puoi pretendere che io faccia questo . E non lo faro. CATERINA - Lo so. Tu vuoi che io rimanga p er sempr e in questa bella casa ; ricca, rispettata e disperata . Credi che io meriti questo. Ma posso anche farmi be:ffe di te, babbo. Posso prendere il tuo denaro e rintracciar e Maurizio per farglielo scialacquare. N on credi che lo faro ~ SLOPER - Non lo so! CATERINA - E allora deciditi e agisci in modo d a impedirmelo . SLOPER - Non p osso. Non so. CATERINA - Forse piu tardi t i deciderai. SLOPER - No, perche saro morto. CATERINA (alza la testa fiemmente) Questo e v ero. E allora non potrai sap ere, none vero~ QUADRO QUARTO Una se1·a d'estate, circa d·tte anni dopo. Il salotto non ha mutato aspetto; soltanto, vicino alla fin estra vi sono om due telai da ricamo. I mobili non sono cope1ti pm· l'estate; ma i ventagli adopemti dalle donne e la pianta che e nel camino al posto dei ceppi, indicano la stagione. (Al levar del sipa1·io Lavinia siede al suo telaio, alternando i punti del1·icamo con il ventaglio . E vestita in modo piu civettuolo, sebbene sia ancora in lutto stretto. lWa la mantellina di t1·ina, la collana e i braccialetti le danno una dism·eta eleganza). MARIA (ent1·a portando un vassoio con bicchie1·i e una caraf)a di limonata ) - Ecco, signora. Non ho m esso zucchero . La signorina Caterina la preferisce senza. LAVINIA - Va bene, Maria. Posa qui. Il ghiaccio si conserva b ene~ MARIA - L'ho avvolto in uno straccio e poi l'ho messo nella segatura; ma ho paura ch e domattina sara liquefatto. Stasera fa caldo anch e in cantina . L AVINIA (sventolandosi ) - Vuoi a ndare a far e due passi con la cuo ca~ La signorina ed io non abbiamo piu bisogno di nulla. MARIA Grazie, signora. Con questo caldo la signorina Caterina dovrebbe andare al mare. L AVIN IA - Dice che preferisce la nostra piazza ad una spiaggia elegante. MARIA - Ci andava sempr e, quando il dottor e era vivo. (Cate7"ina scende la scala. Col suo aspetto sm·eno e tranq~tillo e diventata una donna dignitosa e q~tasi att1·aente. Indossa un chim·o abito velato, forse un po' vistoso, ma g1·azioso. P01·ta una borsa da lavoro con aghi , lane, ecc. ). CATERINA - Ho trovato una qua ntita di gomitoli di colori diver si, ch e forse p qtranno a ndare. Spero ch e non siano tarmati. MARIA (la gua1·da stupita) - Oh, signorina. Ha m esso uno dei suoi abiti di Parigi ~ CATERINA- Si, Maria. MamA - E molto .c arino e le sta b ene. E proprio b ella, cosi. CATERINA (f1·edda) - E l'abito piu fresco ch e ho trovato. MARIA - Fa un caldo terribile, staser a . Le dispiace se la cuo ca ed io andiamo a prenclere un po ' d 'aria sulla pi azza~ CATERINA - No, no . .A.ndaie pure. MARIA - Grazie. (Fa pe1· uscire). CATERINA Senti, Maria. In questa casa sei 3T R UTH E A:UGU:STUS GOETZ libera come lo sono io. Quando hai bisogno di qualche cosa, non occorre che tu mi lusinghi con dei complimenti insinceri. MARIA (sorp1·esa) - Ma signorina, ho detto quello che pensavo. E proprio bella, staser~ . Non e vero, signora Penniman ~ LAVINIA - Si, Maria. CATERINA - E inutile di» osserva: « ... in verita ci augurerem1no che il signor Jame; si contentasse di scrivere le sue baggianat.e p-er intrattenere se stesso e non col.l 'intenzione di intrattenere un pub•b li'co di teatro ... >> . E, nella stessa occasione, William Archer ebb•e ad espri:mer-e l'opinione che « ~l signor James non avesse evidentemente queUa che si chiama una disposizione naturale per i1 teatro .. . ». E proseguiva aggiungendo: «Se soltanto egli riusdsse ad ·elimrinare d;a se le remore criticizzanti del suo modo di pensare ... e si decidesse a scrivere in esclusiva per il pubblico vdeaLe oh'egli ha dentro di se, James riuscirebbe indub•b iamente a produrre opere d'arte e tors'anohe commedie suscettibili d'ottenere un vero successo » . Tutte osservazion.i centratissime alle· quali, peri'J, James avreb•be potuto rispon dere che il drammaturgo - q.uando il fine cui tende sia d'ordine realistico - deve scrivere per il pub>. Egli descrive vivida.mente ne•l quarto ca.pitolo di The Tragic Muse (il roma.nzo in cui da conto delle prOifJrie a.spira.zioni .t eatraliJ le limita.zioni che circonda.no il dramma.turgo dell' eta vittoriana. ( e la. posizione non e mutata. di moltoJ : << Che· cosa lfJOssiamo tare » , si dornanda pateticamente, <>. L'osservazione di M oore, validi'ssi'rna per l'opera narrati'va di James, non toglie pero che quest'opera att.inga a vera altezza d'arte. Ma quando dalla narrativa trapassa al teatro James, con questa chiave, non giunge che ad aprire le parte del piu vieto melodram,ma. Cerea di risollevare le sorti del copione con e·ZQ;boratissime didascalie esplicative, le piu elaborate e diffuse d~dascaUe che mat un drammaturgo abbi'a scritto: e invariabilmente i suggerimenti che l'autore da ai suoi interpreti sono tali da non pater essere messi in prMica, tali da non pater essere esteriorizzati. Rirnangono cioe letteratura, non si trastormano in t .e atro . ll dramma dei personaggt riman chiuso all'interno di ciascun d'essi e non lo si puo intendere se non leggendo i chiarimenti ohe lo scrittore tornisce bensi all'interprete ma non puo, ollJviam·ente, tornir-e allo spettatore. Ora, vista in prospettiva, qtwl e la consist en za effettiva dell' esperienza dmm matica di H. James? Dal punto di vista della stretta teatralita, e nulLa. Non esiste. Qualcuna tra le commedie di Jarnes potra anche essere ripresa quando il teatro sia meno commerciale e ban·ale: e, mppre,sentata in c i rcoli privati !Per il g1tsto di' ratfinati, potra anche costituire un delicato piacere. Ma non giungera a conquistare le platee come non cessera rnai di tare l'opera di Ibsen o anche, su wn diverso piano, quella di S.Zaw . I ditetti del teatro di James sono inerent.i alla mentalita anti- teatrale per eccellenza del suo autore. Va detto peTo ohe, indireUamente, l' espe.r ienza ju di incalcolabile giovamento a James in quanta S'enza gli anni trascorsi ne.i tentativi drammatici apparentemente sterili, molto probabilmente la sua arte di narratore non avrebbe raggi.unto la stupe1tacente pertezione e l'ineguagliabile protondita di opere come 'Dhe Wings if the Dove e The Gvlden Bowl. E questa e la conclusione cui giunge lo stesso scrittore quando riguardando indietro alla sua cc tragica esperienza di awtore dram:matico » scorge .i n essa cc alcune soluzioni positive e molte compensazion.i et!ettive ». Visti in distanza, i suoi anni di battaglie e di iUusioni per il teatro diventano un periodo cc S(J;Cro e strano >> infi,nitamente prezioso come quello in cui, per vie impensate, tu rivelato all'artista cc l'ultimo mistero della struttura dell' opera d'arte ». m Jlcrbm·t Head 11 ~ N itr o uu ,. ;f·f• nc•i hlmbi f•o n In r n g ilnu•: ro rst> ul w ht• In Jlrt•f•N ic . JJ (' r tjll f' l vn ::o f• tl inc•cdu du ll" ls11n1 o r h o ln!ln ce nll" lm ltnz io u t• a ll f• s m orri t) n lle rn oi nc . r rl~r li clC!!!' Ii ut1 o ri n a scono n1 tor l c s o n o ll r o !l lg l n JlO Chis s hni ll llll i. n n llu p l io g r n nd c d l t nHe E le o n o r n l) u se nll ' nl tl m o " fl g ll o 11' A r t e" 11 pro di g lo lnrn n t lle s i r l nno v u. ov un .-1u o. u el soco li. Oss N·vnt e cpo cstl du e h u mblnl: so n o tl g ll ci'A r t f• per utnv i sm o. 1nu dl g e ui to ri 11 0 11 pli1 nt t or l : v u ol cllrc ch e il r·n m o h n dev lnto. S o n o I n i110U rll .Bnrh nru 1\1iteh ell. u u ' utt ri ce m n er i cn u n l'n m os n n l llrin c lplo d e l Seeo lo. 1no rt n uont nteun o In s ingola ri e o ndi zlo nl . Rl p ortln m o I'Cili- socll n !I n " _F inlr ' ! : "La ro t o h n U t o l o : " 'J' e u1ro dl Nn t n lo n e ll n e nsu d e ll n Yecc hl n nMr lc u ·· e rl t rn e I tloo e him b i n oll n sce u n c h e Pn nu o sc o rs o, lu n o1t c dl Nn tul e. stn vn Ho usc;pw nd o, cl o po g lorni c g lnru l tll IH'Ovo, co n In dire· :d ou e tl e llu ce le bre n o nn n. T~: e vid c n t c In t r ns ro rmuzi on e iu JICr SOII Hg' rf fi Ci bi m hi. COUlJW Stn n lla mnni or n tll t utti I g loc hi tll ra g-nzzl : un nsc lu g llln iut n nttorc ig li nt o iuf·o rn o nl Cil JlO d e l p icc o lo , 111111 tovu g li u ruttu sc lur pu c h e uttrnvorsu In e-iubb u c r ir n tl c s ui tl n u c o. b u ll icc l n n h n tnttu tli llll ll Or i:HSilili Oil i. 0 tl og li SJlill on l st cs si. In sun eo rnnu ell r c:;-i11a ; u 11a COJIOrt n . unwHhtt n 11er f1ue le mb i s ntto la c-o in. r ictul e !int lle SJl n ll e r sco ud e n str nsc lco. qu n l man t o r eg 11lo. B ec lt n vn 11 o 11 0 11 s i su pii1 eh o c. osn : ro rsu uuu sc.e ru1 ln ve ntnt;u tlnll n st usrs u r1 o nnu c c o u t rnlllltll11n oil b ut1 u1;~· ri m nrs t e n g ull n u ei r lc ordi de lla luu gn, cn n h• r n d e ll'a tt rl cf•. 1\'lu ce r tn m e n t e e rn •1u n lch u c os n c h c ri g unrdu.vn il N nt u l e e il :B m n b ir tO C:cs it : il c n n d e lnb r o h n lit su n •· Jl n rt u n1istl ca , . o lt re Pi spirnzio n e ti e l h h nbo e l u COIIIJlllll Zio u e tle ll n piccinn . Ass lste vu u o u ll n recitn u lc uni lu vit nt i o 11 pndro d e l bimbi ·• fi g ll o tPnrto d cge n e r e ··• t· ui l'o r se q u e ll n iun ocu n t e lmprov .. vi suzio n c ten.t,ru le d nva rnstidi o p e r P u uw ·1.io n e c h e ess n uv r ohbt• pot ut o rur s u b ire n ll ' nnim o tl c ll l\ s u e Jli cc o l e c r c u t urc . 'I' C' rruiun ht c. ho t'u I n sce n u. lu Jli cdnu si r l vo ls l' n ll n n ouuu SJn·oro u clnfu u ell n g r nnd l' po J.. t.ro uu lrr Jlrimu fil u. t li ~ Jl O St u 1111 poco HV ltll11 n t;u tte l e n itre. Si i nu iu oc· c h ii' tl n vn n t i n ll u v e n t•rn ud u s l:: u n r n , e n n e h c il bi m bo le ru sub i t- o uccn nto. " J)i nnn i . mi n u o unin n .u d oll isso In Jli ce ln n r a t u, ~ o n o statu brnv u r·o m e tc '! ' ". IA t 11 0 111111 r iSJlOSe rl (•b llru cntc : •• J>iit hrnv u 111 ut e : niOl to pii1 b rn vn ". -E n •c liut) 11 c npo. J l Jli CC OI O t;en til COil IH lll fl llO dl so ll ev ur·l o il m unt o. rimJl rovo l'iHHi o ln: .. N o u t'ure cnsl n o nn i H il . f(U CSt O II Oll C II CII H p n r t o , •• 1\ln In p n r t e lle ll "n t .. tr ie r f•rn g iit fl n ltn Jle r SCIHJ)f{!. TEA TRO JJI NATA LE N E LL A CA S A JJ ELL A VECCH IA A TTRJCE ~4 VUOLE ESSERE CREDUTA MORTA ItJnfl, Gr•nnntic:t, si 0 jso lntn, d.nl Jno·u tl o: JHJL' n :u e peo: .I n v itn . Di cl•iarn. J! Cr inter- l'iUus tro nl;t ri ce "n ou esiste piit " ni\ ten.t ro JI OS t a por·sonn. clt o 11011 pu U imp e dire che si Jlfll'li il l lei, :mn. chi e•l c cl• c 11011 l e si fa ceia vetlerc :mdl:t , :n.on Jc si fnc cia leggcre 11i eute t~, so·rll'ni.1;utto .. non l e si tli ca m:H c1ues to . l.l.a1 infi.rH~ h ru cin to Jot ogrn f1e giornuli 0 llliHilO I'i C d el SUO !)H SSHtO teatrnl e: V II Ohl che u ull a 1_1ii1 l'irna,n g a . • Fo•Ds·e , Irma Gramatka non J.e g.gera ques•bo ·s·critto . Ne sapra mai, fors·e, che l e e stato dedica1to . Per•che quando l e h o fatto ·chi·e d ere, dall.a si,gnora ch e e prorpri-et·ari.a deUa vill:a dov e l'·attrice -s'e rinchiusa , ISe .a vre b ·· be per.messo ·che qualcuno si occupass·e ancor.a di lei sulla staJmpa, e la •r korda,sse .a chi !a ha dime ntkata ·e .a -ch i dicrnenticata non l'ha, la si,gno r.a - una nota .pittri•ce fior·entina - mi ha porta to que.s·t.a risrposta: « N e parli pu·r e ; la osignor·a Grarnu - 1 8!19: Ir_ma. GJ·fLmat icFt, costr·nhT::t ci 0 nhe or n, hn. b r·Tt ciato . Trma. Gra,m ati ca in tcrp rctc cli fl /1t Jl'laltia Pascal cl.i l' inmd ell o : uno, cl eHc ma,g~ i or i opere cl cl i\fa.estro; nno dei pi11 lnutti Alm ·ita.li an i . tica dice ·Che awn oglielo :pu6 im:pedir·e. Pur·che, ·p er6 , .a 1-ei non si faccia v ·eder·e nuUa, non .si fa·cci.a 1-egg.ere nulla, ·e •soprattutto non lo -si f.a.ccia •sa')Je-r e mai ». Tut bo qui. Una ri sposta •oolito piu sincere. Se i! teatro o.g.gi le fa rpaura, questo si deve s•oprattutto a una mancanza di sincerita ·che l'.attrice 47 vi avrebbe rileva.ta: « tutto finito, tutto inutile, tutto di•sgusrt:oso ». E par·e (e questo e l'aspeUo ·che 's•rupis·ce mag•giormernte) ·che secrnjpre abbia giudicato il teatro cosi, e che sia stata .f.elke ogni voH·a che .p ote allontanaDsene. A questo 'sar-ebbero dovute .anche ·c·erte ;par·entesi nella •s ua vita .artistka, no'l1 che un ·certo umore mut•ev.ole ·c he a sere fu ·n otato .anche · .alla riibalta. Epi:sodi. Certo, pen), che da ques.ti ·epis•odi es•cono domande diver·s·e, .alterne oonsiderazioni. P·er·che ·Chi e .a rriv.ato a pro nundare una sentenza cosi a mar.a ,sul teatro (e sugli uomini), a quel teatro ha dedicato la vita, ·e in una lar•ghi,s•sima aJpevtura di anni e di vicende. A •M a•ri-s·a Mo•r i Lurini io domando perche. Ma un perche non e fa·cile trovarl-o, ·e forse s.arehbe inutHe. Un perche, f.ors·e, non ·e fadle trov.arloo neanche :p er Ir·m a ste ssa. Ne .a \Iloi e COIJJS·entito esi•g ere una >SI!)ieogazi·one, deci> •S Olitario ·Che non fPUO non las·ci.a r·e perl!)•l-es•si. E que s't·a l!)erplessita non nasce da r.a•g ioni ·e da inter·e ssi soltanto teatrali, ma da un piu vasto sens•o umano ·che quell'isol.a mento iPUO ·contenere. Su ques.to , IPiO:S•siamo riflettere. Ne e min1mamente a l!)ens·a:r·e che si tratti di delusioni, ·0 di una crisi mi•s tioa , o di analoo:ghe psicopatie . 'L·a siqnor.a Mmi Lurini tiene anzi a 'P r·edsar·e ·Come Irma Grarmatioa sia tuttor.a: ben pres·ente a se 'Ste·s sa, ipreoocupata deUe sue •s tanz·e, vivace nell'intuizione ·e .nel r.frgio namen to. Purche _non si .aooenni .a l te·a tro. L'ultima voHa che Irma ·c omiparve .suUe scene fu •dodici o ltr·edici anni f.a, insieme .a Emma. I1 .repertorio ·comprendev a akuni t·e.sti ormai tr.adizionali , da Teresa Raquin a Tra vestiti che ballano, a quella stes•s a Saera tiamma che · or.a Emrna ha ri;preso. ·E •c' era •c mche una novi'ta di Cantini s critta .a;prposta per le due :s.o relle, niente piu di u•n a delle consuete ·e>; ragion per cui, era logico che, solleticando un vespa.i o, ne nascesse un put.iJf&io , tanto che oggi a Pa1igi non s·i dioe che Mort pour den si rappresenta, ma che (( fa scandala all' Oeu vre )) . Immagi natevi una platea urlante che applaude, [ischia e protesta conte.mporaneamente': s.i dirre·b b'e r:he sia, nello stesso tempo, cont enta e indignata. Invece ci si r ende subito canto che ment7·e una meta approva, l'st'amore appassrionato sta per avere la sua logica conclusione, riJcompare H marito, creduto morto. A que•s to punto, la mcen da si complica fino all'~1wer osi mile, e non si comprende piu se si tmtta di riJvalita politica dato che J'dntruso e ricercato per collaboraziondsmo - o di gelosi•a di marito; U tutto finisce con il suiciddo di que-st'ultimo. A parte quJesta -storta in s-e sforzata e paradossal·e, Fabre-Luce cerea di di1nostrare case che non riesce a rappre.sentare ·COTil elementi discorsivi e; concettuali che non co11JlJin·cono, .e t'nnanzi tutto che « l'uorno che h •a sotJerto sotto la dominazione tedesca non e stato un rnartire, ma ha ceduto soltanto a interessi egoistici e per sonali >> ; cio che e proposizione ass'Ufrda che non convinc e~ nes s-~n o. Rirnane la magra soddi's.tazione di cono·s0ere per i ntero e dettagliatamente le ri!dee di Fabre -Luce suLla res isten za, l'epu razioThe, ·~ fascisti .e la guerra . Cosa che arvre'.ir Adamov, L'in vasion, allo « Studio des ChampsElysees », e La gran de et la petite mano euvre, al Thedtr e des Noctambules. Siamo qui .i nfatti dinanz.i ad un fatto ohe uni!sce l'arte1 all•a cu riosita, che non derirva da elementi este.nti e posticci', ma dalla qualita 'intrins·eca dei iavori, dal - la novita del genetr.e che secondo qualcuno dorvrezione soeniJca che invece dd concretizzare l'idea artistica la diluisce e la contrae alternativam ente, ottenendo l'effetto opposto a quello voluto. Per queste qualita e questi dV- 53 tetti, La gr ande et la p e.tite: m a noeU'vre si presenta con carat- E USCITD IL TERZD VOLUME DIINTEP.MEZZD TEJTRO D'AMERICJ .DI c~ . c/? ;;?';Jl'? 0 a ne Duecentottanta fitte pa gin c di testo ; migliaia di voci - atto r i e o pere diffusamente trattate in un'opera ricca come un'encicl op e dia e legg ibile come un roman zo. Trecc nto anni di teatro ame ricano, dalla clandestinita dei pionieri ai trionfi dei contem p oranei, esposti per la prima volta al pubblico itali an o. TEATRO D'AMERICA non una antolo gia, ne una racc olta di saggi: e la piu completa e d a ggiornata storia della lette ratura drammatica statuniten se che vi sia oggi in Europa. Accuratissimi indici, elenchi statistici ed appe ndici di va ria curiosita fanno di questo libro un'ope ra indi spensabile a quanti si occupano di teatro. e Ill 54 Il v olume costa novecento lire. Se non lo trovate dal vostro libraio, rivolgetevi all' Ufficio Editoriale della Set, in corso V aldocco, 2 : lo ricev erete immediatamente a casa, senza altra spesa sull'importo pagato con la richiesta. t errismche d.i avanguardia. E' una opera che dipinge con esatt.ezza l·e de.v astazioni spirituali compriute dalla persecuzione anonima sul cuore e f;l 1corpo degli uomint docili, a lrieni da o gni r imolta. E' quindi la commedia d eZ.Za mutilazione, e a MutiJlat o non ha n ella sua vi:ta altra tunzione se non quella di (JJerdere uno alla volta i prorpri art.i , obbedendo con tan atismo alle V oci m ts·t erios e ch e diTi gono la sua esisten za, e alla donna oh e ama, una /Specie dt vampiro mascherato dalla dolcezza. Ad ogni comando, il Mutf,.. lata non puo asso-lutamente re sistere, e parte immediatamente verso i'l suo d estiJno. In questa situaidone, per Adamov c'e rano molte possibilita di un gioco serrata e conclP..Ldente, che se a volte e un po' OSCUrO e malinconico, spesso e del f;zioso . PeT di piu, la gamma di ton alita e molto est esa, e v a dial drdmmat.ico al pat·et;i;co, dal ,bur.Zesco al trag.vco ; cio ohe ha m esso a dur a prova gli attori; m a Fran ~:o is e Mor han ge ha CTeat o sen za oscill azioni una figura di donna che svela senza pudo1·e il r etroscena p er.v erso d ella sua pdeta, m entre Roger B bin ha ·superato se st esso in un'.i nterpr etazione equilib1·at a ed oggettiva, potentissima n el compl esso e pieghe.v ole a tutte l e stumature. L 'invasion , invece, t orse piu im portante della preced ente, presenta un tatto di ossessi'one. Un uomo e morto, las ciando un ma n oscTi tto lunghi ssimo i cut mUle e mille fogli i lleggibili invadono e sof}ocan o la sce.na. Un ami!co del grande scom'Parso si vota al sacrific ilo di d ecttrare il manoscTitto, con il segTeto scopo dJi tar rivivere un'anima a traverso l ' interpr.etaztone di quei jogli. Into1·no a lui si aggiran o varie fi gure, un'amvca, una madre, una moglie, un tanoiullo. E' evidente la sugg·est i one di tal soggetto: una solitudine moTtale circonda l 'uomo, e l ' op eTa di un morto dovrebbe posseder-e la cMave del -n'!.i st ero. L ' inten zione allusrilva e evidente, e scorr-e come un gran jiume che poi Si divide in mille rivol.i che simboleggiano la morte e il dolore, l'inddf}erenza e l'odio , l'irri m ediabile isolamento dell'uomo e la S>ua .tmpossibri1.i ta di var'care i.z m u ro ch e lo imprigiona . Ora, per quanta non manohri di mordente, un'op era si!Jatt-a non puo essere gia una meta raggriunta, ma soltanto una ta'P!Pa di passaggi o, n el quadro generaZe d ell'evoluzione d el t eatro contem.p oraneo. Pure attroverso queste brevi note, e emdente il caratteTe det erministi co diell'univ erso di Adamov, cio che e ancora un res-iduo· ottooentesco. L a l ezione Tomantica e la Zezione esi st en zialista confiuiscono in lui -i n uno storzo sint etico di espressione, che impone innan zi tutto un problema di connessione del 1·itmo dialogico e scenico. La novi tii cui ha accennato VdZar non e quindi tanto esplos.i!va quanta egli vorrebbe tar credere , e rientra nell' ambi to· di un1 processo storico di evoluzione e di detVo luzione. Quanta poi a.ZZ'K)ppomzion e con Claudel , la taccen da sa un po' di polemica, p erch e .come dice m olto ben e L emarchand (( non e possrf:b-ile impedire che al p:JJbblrf:co piaccia L'otage di Claud el o il C1d di: Corneille, e Jean V i lar lo sa m eglio degli altri: ». E allora? Si tratta semplicem.ente cU un'af}ermazione partiJ,.. colare di poco va'lore. Invece giov a notare come Parigi aneli a m ettersi sul piede di guerm p er Tisolvere la (( battagUa d el t eatro ». L'impressione ch e avemmo all'inizio della Stagi one vien e conjermata sia da Fabre- Luce che da Adamov, quan tunque ~..m abisso l i separi. Anche se a volte gli autor.i si preoc.cupano di tagliar p onti o di costnlirne a loro prf:acer .e, inve.ce di CTeare semplicemente, e interessant.e notare com e i l ! ermento CT·esca di giorno in gdorno. Cosz in queste. ultime setmman e ab,b-iamo vista opere t anto diver se p er i n tonazione e p er altezza, da tar molto sperar e, a m eno che .entrambe l e direzioni non portino ad un'errata vi:sione d ei problemi; attuali. Teatro poll itico -polem i co e t eatro m etafisico possono, certamente, condurre v erso la l uce. o veT so l 'ombr-a: come per ·t utte le case di questo mondo le due forme diJ espressione non hanno valore in se, come formu la che l'autore scopre ed usa a suo pi aci m ento, ma r:;ome r ealta spirituali, ohe si concretizzano a seconda del modo in cui vengono concepi t e ed espresse. L e prem ess e quindi possono Ja.r pensare a.z m eglio e al p eggio, a seconda delle oapacita pessi m istic-he di ciascuno . Mureel Le Due Parig i, d icembre 1950 . E OVVIO ... DICE BASIL JJ1ALONEY * Domanda: << Che cosa sta facendo Christopher Fry?». Risposta: << E' ovvio. Chri-stopher Fry sta scrivendo una nuova co'll1IIl:edia ». Non .c 'e da sbagHare : in quaJsirusi momento· e giorno dell'aru10 uno faccia cruesta domanda e matemat ica~e:nte certo di ottener·e la me· desima rLspo·s ta. ChrLsto(pher Fry 1 sta sempre scrivendo una nuova ·commedia. Egli vive snivendo commedie cosi come i pesci vivono stando nell'acqua. La nuova ·COillltilledia -che Fry sta S•C rivendo e destinarta a far bell.a mostra di ~Se ne1 corso del pwssimo Festival of Britain, la importanhssima manifestazione che - situazione internazionale permettendo - si terra nel 1951 in Inghilterra. Interrogate su11a forma e la tSOS1tanz.a della sua nuova commedia, Fry ha ca:si ris:posto : << Questa alla quale ~s·to lavorando e una cosa che non ,s i puo ~chiamare ne corn- media ne tra.gedia. E' un po commedi-a e un po' tragedia o meglio, non e ne l'una ne l'altra ·e, secondo J.e mie intenzioni, dovrebbe affrontar·e e ~svol g-ere in forma nuova il problema dei conflitti mai s•o piti fra UCl il fatto ·c he non essendo mai stata r.appres en tata p rima , Music at Midnight ap:parbene alla categoria delle novita. Non belle, ma notVita. E qu-esto almeno puo e s,s ere considerate quakosa come un titolo di merito. Ma che dire delle altre commedie e non commedie in cart·e llone a Lon- dra, riprese d1 qua e di la, e che non hanno neppure i1 pre•g io dell'inedirto ? Che dir·e, tanto per non far nomi, di quella Typewriter rappresentata al <> in Ti1'a rdo e inedito e mai rappresentat o. M·a s·o no tali e t.ante le sue sorniglianze ·es terne e interne con la ben not·a Mister Roberts che si ha l'impr·eS·s ione di arve rla gia vista almeno una mezza dozzina di volte e di incontraria or.a, ·cosi come 1s i incontra per vi·a una v e cchia conosc·enza. Mica che 1s ia brutta, tu1t'altro; mioa che non faocia ,s petta·ool•o : so.Jo che non si rpu6 dir nuova. Ni·ente di male: Herb Tank e uno ·che sa mettere insi:eme una commedi.a ·o un dramma ma, evidentemente, non ci h(ll il bozzo dell'orioginalita, e nato con la 'V'Ocazi·one dell' epig·ono. L'argornento, in sintesi tele grafka, e il seguente: l'equirp·aggio di una nave rnugugna sor.dam.ente per.che, e ssendo malrp.a.gato e malnutrito, non vuol acdngersi .ad un nuovo lung·o via.ggio se :Prima non veiillgono rivedut·e le e.sose condizioni co;ntr(l!Nuali. Un comunisc!:·a negro che fa par- 56 te della ciru·ma rprovvede ad attizzare il fuoco dello soontento 'nell'.a nimo semplice dei suoi compa.g nl. Vi,s to rpN6 che le cose as,s umono un andamento da lui non previsto, cerea di rimediarvi rnettendo [pa·ce laddove prima d'V·ev·a seminato gu·erra. Ma e diffkile, .a nche per un ·C omunista .ne gro, !!IlU'tar rotta: ·e i1 rpo~v:e:ro neg·r o - in una sc ena final·e fra le piu orripilanti ch'i:o a:bbia ;rnai visto su un pak os cenico - n e esce con due pallottoloe in rpi1eno petto. Am'bientato per buona parte dell'.a zione in una casa di tolleranz.a d ella dHa di Ab adan nell'Iran dove i marinai si tr·o vano· in franchigi·a , l' opera non e per6 una « sex-1p lay » ma cerea e in qualche momeiTllto ries·oe .ad e.s,ser·e un « d.r.arrrurna di protesta >> ,' l'illustr.azione ~s·ceni ca di una rivendicazion e sindacale. E un' .altr·a riJpresa, questa v·e r·a e autent ica , .anzi un'autentka orgia di ripres·e s'e 'svolta al « White Eagl'e Club>> a c ura d ell' « Internati-onal One - A·ct Pl.ay Theartre >> . Riesumazioni di a'iti unici di C·ommedi•ografi d.i m ezza Europa, da C e cof ad Anatole Fr.anc e (ques t'ultimo diventato ·commedio·grafo per I'oooasi-one 1gr.azie alle .attenzio ni di Rex Knight che ha ridotto in forma drammatica un lung·o raccont o dello tScri1:t·ore frances·e). .L 'iniziativa era appar,s a, ai' piu ingenui ed entusia,s ti di noi, degna della ma•ssima co•n siderazione e d el pitl vivo inter·e s,s e. E finche rimas e allo stato di rprogetto molti '---- ·corn;preso il Mal o,n ey che og.n i tanto si !Pi,gilia di ·g ran bel'le e div·ertenti cantonate giurarono suHa rinasdta del teatro di [prosa .a ttrarv'erso il m iracol-o dell'.atto unico. La rea:lta s. e incarkata d i sme~IJJtire le p.revisioni della vi.gilia con la mzzezza e J.a brutalHa ch e la contraddistinguono: l'atto di Cecov elaborato da E. M. Daniel ·e pres·enrtato con tHolo di A Work of Art ha rivel:ato una inconsistenza e una fatuita che non tonoscev.am·o a:l grande ·commediografo russo e che, eseguita una rapida indagine, abbiamo dovuto attribuire all'amico Daniel, ot:tima peTsona ma temibile e rniddi·a le manipolatme idi dassid. L'alif:ro 1:itolo in progr.aTil'llla, Yet Another Deirdre ric.alcata sulla notissima e quarsi omonima opera di Syng·e non h a ottenuto altro che di f.arci rimrpiangere il modello. L'unka consolazione ci e V·enuta da Our Lady's Jester d i Anatole France-R·ex Knight : una cosa tutta morden1:e e colore, dialogata magis1:ra'l mente e im[peoca!bilrnente recitata da Aubrey RkharcLs c ui rper diventare un attor•e di nerbo manca S'Oltanto d 'es.s·er·e un po' meno tirnido mode,gto e s·chivo di qu.a nto non usi ess·ere. Quanto al resto, nieme di nuovo sotto i1 pooo sole di Londra. Notevole, se vogliamo, la paz~enza ·onde il rpubblioo di qu i s'e fr·ancescanamenct·e soTibito le insolenze scoccate al suo indirizzo nel corso delle rapp r esentazioni patrocinate dalla localoe « Societa per gli scamlbi culturali con l'Unione Sovi·etica » : una. serie d i J.etture di tesfi violen temente anti-·occident.ali che gl i oocidentali hanno caloro•samente <11pplaudit-o . Appil audiva anche il Maloney : bi,s·o·g na es·ser e si·gnori. Ma qualche vo1ta e du·m . Basil lllalonc y I"ondra., di cembre 1950 Dopa aver messa ta data, mi sono ricordato che in questo mese vien e Natate; anzi che Questo scritto dei primissimi de! mese voi !o t eggerete bontcl vostra a Natate, con atcuni pacchetti appesi atte dita, t'atbero preparato in casa, e il rimorso d ·i non aver scritto tutti i big!ietti d i augurio che pensavate di inviare. Que sta dei bigtietti d'augurio e una faccenda seria a tta quate si incomincia a pensare, con ta mig!iore disposizione, a nov embre e si conctude con la peggiore a capodanno. Capita a tutti, e non bisogna piu farc i caso. It Matoney vostro devotissimo g icl fo r tunato, perche approfittando detto spazic riservatog!i n etta Rivis ta, puo mandare ai suoi tettori un augurio comutativo, ma non meno fervido, come se fosse individuate . Se me to permettete, per una antica spina che mi e rimasta nel cuore, vorrei mandare " du.e >> a·u guri a Andreina Pagnani, detta quate so soltanto che in queste settiman'e si divert e con un conigtio. Mi sono tanto divertito anch'io con !o stesso conigtio (perche e un conigtio viaggiatore) e questo mi commuove. e » VERO LUME TRA L'OMBR£, LA CANTATA DEI PASTOR! "Il vero lume tra l'ombre ", ovvero "La spelonca arricchita ", cantata dei pastori "Per la nascita del Verbo Umanato ", da due secoli circa si rappresenta nclla notte

leta trattazione della commedia dell'arte. Per l.a s·cena egli ·s·aggio tutti i •g eneri, ma il suo lavoro piu fortunate fu S·empre qu esta non inelegant·e visione d ella caSi possono rkordar·e il poema d i·alett.a le L'Agnano zeftonn ate, la ·satira Biagei de. con tro un suo critico, il dramma 11 convitato di pietra (rifacimento dell.a leggenda di Don Giov.anni), i melodrammi La St ellidaura vendicata per la musica di F•r ances co Proven zal e, Chi tal nasce tal vive ovvero Alessandro Bala per la m usica di Fr.ancesco d ella Tone, Zenobia per la musica di Severa de Luca, Epami n onda p er la muska dello stesso. Lo storico Antonino Mengitore in Bibliotheca sicula sive d e scriptoribus siculis (Palermo, 1707) riport~ i titoli di cinqu.a ntanov·e lavori del Perrucci, tra ' poetici e prosastki. E una ·an.alisi del mel•odramma Epaminonda, che fu rappres·entato nel 1684 n ella reggi-a p·artenopea per il genetliaco deUa regina madr·e Marianna d'Austria, •s i legg·e nel s·econdo caot. Una beLla innocenza prenJe i peri'gLi a gioco, V a .:1icura tra L' acqua e in mezzo aL Joco. Giuseppe E pur .:1campo non veJo Da .:1oltrarmi al pen:qlio. . Gabriele Io 11e Lo reco. l!faria, non puoi temer .Je un Dio e teco. M aria Voi .:1apele il mio nome ? Gabriele · Entrambi io vi cono.:1co, eJ a conJur~>i Il ciel m' invia / io faro La .:1lraJa Certi.:1.:1ima e .:1icura, · Che ()i 110.:1lra .:1~Lute il cielo ha cura. 0 pe.:1calori, a ~>oi per corle.:1ia. Razullo Chi e chi.:1to ? Gabriele In carita orizzate il legno A que.:1la riva . Razullo lJ1o ce ne vemmmo : Scio.:1cieLlo iam"fo la, vo.r;a .:1lo rtmo. Ruscellio Voga, che vogo anch' io, Ch' il ciel al cor mi ()ice, Che vado a liberar qualch' infelice. Giuseppe 0 come a no.:1lro pro L' eccel.:1a mano Per Jarci grazie .:1i Jilata e .:1panJe. ProwiJenza Ji Dio, quanto .:1ei granoe! M aria Cio che Jomanoa oltiene, Chi neLla man ()i Dio Jonoa ognt .:1pene. (Si accosta il legno) Ruscellio Eccoci, che chieJete, o pa.:1.:1eggeri? Gabriele I njedala la draJa Ne ~>ien oa ma.maJieri Che porta a Betlem. Vi .:1upplichiamo A pa.:1.:1arci Ji la, eh' il cieL pielo.JO, Che Jarawi prometto Ricompen.:1a conoegna a tanto atfetto. Ruscellio l!fi oi.:1piace che if Legno e troppo angu.:1to. Razullo E Le ~>uoi la.:1.:1a ea .Jti poverieLle ? Sappi ea chifle Juie .:10 .:1antarieLle. Poc' anzi acca ~>eneltero, ll1i Jettero La 11ila, e me .:1ciogliettero. Ruscellio Venile ad ogni modo, Che if cieL n' aiuterd. Via .:1u aLL' imbarco ,· Legno non teme Ji bonta le carco. Giuseppe Ne aia .:1corla if Signore. M aria Ruscellio e Razullo A buon vtaggw. Ei ne prolegga. Gabriele Sopra JeLL' acque La Bonla Dii'ina Come gid nel principio oggi cammina. Ruscellio Tu fai forza Ja La. Razullo Voga Ja qua Ca Cormmedia in due atti e tre wmpi di Lamg•s ton Hn!l'hes: MULATTO. ¥- L'autore di questa commedia e nn UNO DEl MAGGIORI SUCCESS! 01 QUESTA STAGIONE HATRALE ~t& ~Ntl~ PHO CESS O AGll INNOCENT! COMMEDIA IN ~'RE ATTI Rappresentata a! Teatro Odeon d i Milano il 7 novembre '11950 dalla Compagnia Maltagliati -Carraro, diretta da Daniele D'.Anza. «La mict v-ita intirna e un fatlo peTsonale»: rnto una ·mad1·e di1·e questo ai suoi giovani figli che hanno sco1Je1·to come ella si pagh1: tt-n rnaschio? Ten·ibile ma desolata vicenda, che l'aut01·e ha tmttato con es7Jerienza consumatissima, " tTasfo?·rnando la 1·ealtct CTuda in l·ucide sintesi concetlttali »: sono 71aTole di Renato Sinwni che vanno ctggiunte alle altTe non rneno desolate: "Sentia.rno che, in fondo, la col7Ja non quegli uomini e di quelle donne: la colpa e delle e tttlta di rnaceTie della vecchia m.O?·ale tTa le. quali v·iviarno >>. liJ una com.m.ecl-ia che si deve ascol:/.aTe e si cleve leggm·e; che sia anche italia.na, si deve di?·e: finalm. ente. negro d 'America; nn commediogra!fo ohe e anohe autore di V'ersi molto lod-ati. Nella preifazione a nn volume di commedie che hanno lo scopo di rappvesentare l-a vita dei negri nella Repl.Jibblica Stellata, Alain La eke a!'fermava gi'a nel 1927 ohe l'apporto negro al teatro americano e di primissima impor- . tanza .e che ad esso s i dovra la rivivisoenza del dramma. «Generazioni di esag·erat-a caricatura e · di bu!'fonel'.ia sfr·enata, non hanno so!'focato le qualita drammatiche del negro , che se11ba .il primiti·vo potere di emozione ». La verita e, pero, ohe la piu bella comme dia moderna che r appr.e senta la Cl'edulita, la baldanza e .il terrore d ei n egrr cilvilizzati non ·e opera d'nn uomo d.i COl011e, ma del bianchissimo 0' iNeill: L'impeTator:e G iovanni>; e quella C'h e, prima d'ogni altra, descrisse la vita dei negri lilberi in Amer.iJca, comme:dia tutta di tra;d.izioni., di primitMta colorita d.i oivilta mod erna, parlata in nn inglese cor rotto clh e, piu che un dialetto, e un gergo, f>orgy (1895), e stata scr i.tta da due bianchi, Dorotea e DUibose H eyward, marito e moglie. Ma nel quarto dr secolo passato da questa comme1Cl1a ad oggi, probabilmente le case saranno cambia,t e, anche p erchie la vocazione drammatica - almeno nel sensa della redtazione - s'e rivelata in molti negri assai po t ente. La commedia di cui qui si tratta non e scritta da un bianco. Langston Hugh es e nn poeta negro d Am'erica. Essa e br,eve e potente. Da una negra, Cora, iha avuto due fi gli e nna fi,glia .il colonnello Tommaso Norvood . Egli non li ha mai riconosciuti e li ha sempre ohia;mati « i figli di Cora » pur prOMVedendo ,generosam,ente ad essi, mandandone due, Roberto ·e la bastardetta Sallile, in citta a seguire corsi di , studi; ma questa benevolenza di fatto non s'e mai: dissociata da una seve'-O IIIi1111 n tlopo le folo~rrnllr. :>f. Al Teatro Valle di Roma, l'8 dicembre 1950, ha esoTdito la Com.- pagnia 1d ireUa da Guido Salvini, con Vittor.i o Gassman, Vivi Gioi, Massi:mo Girotti, Edda Albertini. E' stata rappresentata la commedia jamosa d~ Annilbal Caro: Gomm~idia de.gli straccioni. fii.p ort.iamo dalla Sta·m pa di Torino, stg·lato « p. m.>> quanta e avven•"lto a Roma davanti G!llo « splendi'dissimo >> pub·blico d.ella prima: << v .e ramente, quando ci si duole che Roma non abbia una soc~eta colta ed inteUigente, si dice una amara verita , ma verita. Non che non ab·bondino a Roma, come altrove, ingegni vivaci e crHiJci, estrosi e originali, e non vi siano piccoli' gruppi scelti ov e quegli ingegni si trovino a loro agio e possano esibire con reciproca soddisjaziorne le loro virtu e le loro stranezze. Ma sono jatti isolati, senza influenza sulle piu vaste C'lassi dell'ar.istocrazia, della ricohezza, della politica che .r adunando·s i e mescolandosi insieme costituiscono quella che chiamiamo appunto sode•t a. Questa soci'eta romana, dic evo, non appare ne colta ne intelligente. 1'utta la sua sensib~l.i':ta si manijesta in radunate vuote di s·enso , si perde in pettegolezzi senza spirito, in divertimenti tacili e grossolani . PrendetB .p er es·emtpio il pub.bl.ico delle prime teatrali, che i cronisti definiscono ogni volt a << magniji!co >> , << splendidissimo >> , << la mi'glior Roma >>, << la bella gente >>, <> , << plate'a zepva di nomi e di personalita >>, quel pwbblico per cui le prime di un certo teatro romano sono soltanto un jatto mondano, si ohe in principio dell' anno teatrale si arbbona a tutte queZZ.e prime rappresentazioni senza chiedersi che cosa gli daranno e se m -e t.t era U canto di andare ad assistervi, che decreta trionfi senz·a fine a cert.e commediole scipite tra'dotte dal jrancese ed ha lasciato mori'r d'inedia gli spettacoli del-r l' Anfip-arnaso . Si noti sovrattutto, a conjerma della mia affermazione , con che Fredd ezza, con che attediato disdegno l'e:l egant.issimo e sceltissimo pubbliico ch•e si e data convegno al Teatro VaUe ha accolto la Commedia degli stracc~oni di Anniba'l Caro , a.'ltore d·~tl quale, e:v i dentemente, la · gr ande massa del pubblico non sap·e.va nulla fino a quando .non ha avuto in mano il programma deZ.Za rappres.entazione. Quindi gia prima del l'evar del sipario si vedevano musi lunghi e tacce rassegnate al peggio. Ave,v ano dovu.t o venire a questa prima appunto per-ohe era stata definita << tatto mondano >> ed era dove.r e sociale assistervi. M a << chissa che rob a sara >>, << ci' annoieremo >>, << fortuna che sono solo due parti >> , ·<< questa bella gente e i'l mio spettacolo e mi bast-a >>, queste jrasi sussurravano in giro dame e cavalieri. Solo qualcuno, avendo letto sul programma •'ln lungo elenco di nomi di cantanti (o cosi gli spiegarono che voleva d.ire la misteriosa parola madrigali!sW, .e di danzatori, e di << turbi del Campo dei Fiori >> , ammaestmto da>, << Che scocciatura queste rie<•'lmazioni! >>, '' Mi par d'essere ritornato al liceo! >>, e s·i mili. Guido 8Cl!lvdni con la sua dire zione ha creato uno .s pettacolo che inizia bene· l'attivita di! una compa.gnia che si intitola Teatro Nazionale, rajfinaio, dirv'e rtent'e e intelligente, anche se a mio parere torse nella sp,eranza di conquistare il ta'v ore di quel pub,b lico svagato a-b·bia a.v uto trorppa indulgenza per i;l costumi's ta Coltellacci .che ha tenuto piu' d'occhio 'Dali: pe.r v suoi figur,ini che non d pittori de:l Cinquecento. E anche se molti di' noi avrehb1ero pr.f !tjerito ww magg.i ore aderenza a:! costumi dell' e.poca, un tono meno caricaturale in certe scene, ed una maggiore evidenza data a.i due straccioni ohe danno il ti'tolo all'opera •B .che ne'l l'esecuzione appaiono sornmersi dalla folia de,gU altri personaggv >>. '???:lZC? neff~~d?oQuesta scnlt-ura, 1:n grandc Jm·mato &i q?~ ~t.Co ~O-t1t.oea?wJe' - uno deyli w·tisti UaUani d:i 1naaaior 1·ilievo e rinmnanza - e esposta attu.almenle alla Royal Scottish Accadmn11 d:i. J~'dim,bu'l'fiO , pe1· la JJI[ ost1·a ilella scnltu•·a contemporanea.. .If: 'iJ •·i t.·attn dell' attl"icc (t?nericana Idna, .Andr:rson l·V;ttel, n ella. pm·tc ddla. 'l'f)(lima in 41 Au~lrtn ~ . Ta tia na Pavlova , e da ·segnar e com e uno dei m aggior i su cces3i di cri t ica e dJ pubblico in quest a S t as-ione Teatrale . In qu est a scena, da sinistra : R enata Negri , .A nna L u ciani , Mario L u cia uJ, Tatian a PavJoy a , Giulio Qpp.i. Luigi A Jm iran te, Tina Mever, .Arn1ando AlzeJmo, Luciano '.A lberici (Fo to esclusivo per no ,) rita, da un disprezzo e da un linguaggio da padrone di sohiaJVi. Con la madre di questi due e d 'un terzo figlio, che viNe, senza alcun priv:ile.gio, la dura vita dei coltivatori di cotone nella Georgiana, il colonnello Tommaso e stato sempre burbero , imperioso, ma, senza parerlo, bruscamente benevolo. Per Cora egli •e il padrone nel senso piu assoluto della parola; quasi padrone pe·r diritto dtvino, per una volonta superiore, che nel discriminare fra la razza lbianca e queUa negra, fa;vorisce la bianca. Per l.ei il colonnello e poco meno che un Nume. Lo ama devotamente, con · calda umilta e non si permett ereb•b e mai la minima confidenza. ,Anche come concu'bina e stata riv.er·ente. Il suo vecchio cuore tribolato si divide tra i lfigli e !il IColonnello; ma il colonnello nella scala dei valori e in alto ed i figli, per immutrobile 1eg.ge, in basso. Percib ella e assa'i pre·Qccupata quando . Roberto, tornato dagli studi, dichiara apertamente a tutti ohe non e un servo del colonnello ma il suo legittimo erede; e irritato dal misconoscimento di questa sua qualifica, c altezzoso, pronto all'lra e prepotente come suo padre. Due tem;peramenti cosi somiglianti e div:isi dalla diversa concezione c:he il padre bianco e il fig1io negro hanno dei loro rapporti reciproci dovranno ana fine trovarsi uno di fronte all'altro in un terribile scoppio d'ira. La causa di questo SIContro potente e futi'J.e. Il figl•io pretende di entrare e uscire di casa attraverso la porta padronale; il colonnello lo esclude dal piu nobile ingresso e gli infligge l'umiliazione dell'ingresso servile. Scoppia un litigio; a un data momento il colonnello punta sui fi•glio un.a pistola; il figlio l'rubbranca per impedirgli di sparare, e il colonnello , gran bevitore, cade a terra, ucciso dall'apoplessia. Subito si crede che il figlio ablbia ucciso il padre; e comincia · nella fattoria e nel paese, il terrore dei negri, mentre grida di morte e eccitazioni al Iincia;ggio si alzano dovunque. Rolberto e fuggito, e gli uomini e i cani gli danno la caccia. L'altro figlio di Cora, che, ana sua volta, e gm padre, vorr€1bbe che la madre fu.ggisse con lui, in quell'ora di esasperazione mLcidiale. Ma questa donna, che ·si moveva umile, · poco parlando, obbedendo c venerando il padrone e adorando i f.gli, non capisce perohe mai dovrebbe fuggire; e diventa, t eatralmente, una potente figura. Da quando il colonnello e morto, mentre il figlio collutta.va con lui, ella ha perduto il sensa della realta. Una mesta serenita fatta di IConifuso passato e di vertiginoso pr.e sente la domina. E' certa che i1 colonnello sia sempr·e vi.vo; e oerta che Ro'berto, al qwale stanno dando la caccia, si salvera e tornera a casa. Quando l'altro figlio vorrebbe condurla via, rifiuta. Sente che dei due figli, in quel momento, uno solo e proprio suo, quegl.i che e m rtTemendo pe1·icolo. Eppure che sia in p.ericolo pare non si renda con to. E' tranquilla. La salma del colonnello e stata portata via; ed ella afferma, inveee, che egli e usoito; da se, come e uscito suo figlio; ma torneranno entrambi; prima il figlio, clle gli inseguitori non ra;ggiungeranno, poi il duro padrone; e quando il figlio rientra fuggiasco nella casa e d'intorno si urla, si vuole appiccare il fuoco ai muri, ghermir.e e massacrare il parricida, ella manda dolcemente il fig1io esausto a riposare nel proprio letto; e quando e:ssendo stata forzata la porta, egli, per non esser.e preso e torturato, si uccide, mormora, rapita nella sua quieta foHia: <eniali, intellig·e ntemente comiche: il Calind1i, il Volpi , la brillantf.ssima Olga Villi, il P terantoni , la •c ommo·v ente Volong>hi, lo stesso Sa;bibatini, la iRi'Va, la Ninchi, il !Rovati, il Tolomei, H Pandolifini hanno allineato figurette amenissime. jll <l; qui c'e la liberta come fine dell'esistenza, la libe-rta d·ell' cc assurdo ». E nel mezzo , l'atroce Hberta di colui al quale e affidata la (( s celta )) . Eb'bene, ·lVI:ontserrat resiste, e scegUe la giustiz,ia, la gioia de gli altri, la causa del po,polo. Ma a questo punto, f edele ai canoni esistenzialisti, Robles getta una manciata d i fango S!.l tutto: quando i sei sono morti, quando la causa sembra vmta,. si scopre che essa 1e stata inutile . Bolivar, sorpreso da un distaccamento, ha combattuto e vinto, ~e si :e posto in salvo: indipendentemente da Montserrat. Tutto era dunque gratuito, la li'berta e un caso, la vita e la morte continuano a rinconersi mangiandosi la coda, mentre le IVittime scompaiono nel buio dei nulla .e. della solitudine. Il cc .c aso )) .i nventato dall'autore e, com'.e ovvio, il casolimite. : ma si dncontra sulla negaZJione de'lla IV'erita e della lotta. 1Ed e qui, s econdo noi , la vera debolezza drammatica dell'opera, piu ancora ch·e nell'ing.enuita e nello schematismo d ei vari casi introdotti a spiegare quello centrale: e l. Alm·eno la soena, pur cosi affollata per tutti i tre atti , si sarebbe r.i empita di fig ure piene, non di vuoti dra.mmi teoriC:i. La regia ru Sandro Bolchi ha cercato di ravviovare questi teor.e mi sartriani con cupez2'! e di accenti e s lancio di grida strozzate. Ma c'e riuseita solo a tratti, grazie all 'ottima prestazilone di Benassi, un Izquierdo Hvido e terribUe, e di qualche altro, tra cui siamo li'eti di segnalare il Bosic, cihoe n ell':interpretare l'attore ha finalmente ritrQIVato i suoi spunti piu tesi e !forti, l'Alegiani nella parte d e.Ila madre , e la Giustinianl in quell a d·ella ragazza: m:entne il Severini non ha saputo cr.eare a Montserrat una m asch era a>obastanza espressiva, e il Toniolo, nella parte d el, cappellano f,erocemente spagnolo e legittimista, ha smorzato un po' troppo la tnemenda tJ..enuncia implicita nella concezione del personaggio . llru no Schncherl HARVEY * Al Teatro Eliseo di Roma , il primo dicembre, ha ~esordito attesissima. - la Compagnia Pagnani-Oervi, con la ormai famosa commedia 'di Mary Ohase : Hm-vey. :n successo e stato , la prima sera, inrferiore all'attesa, un po' tfreddo , con pochi applausi e qualche dissenso; ma poiohe questa comm·edia > lha fatto croHare lil record di Quel si gnore ahe venneo a pranzo. Un bel fatto davv.ero, ma non t anto poi inesplicaJbile. Leggi soprattutto: interpretazione. Di Gino C.ervi e Andreina l di El wood senza sbornia e senza coniglio - sa r.ebfb.e quella di cc tutti gli uomini >l; sua sorella Veta preferisce che egli rimanga com'e e non ridirventi, guarendo , un uomo come tutti. Conclusione ohe rivela, per rilflesso, la .c ondizione disp.e•rata degli uomini d'oggi. Mary Chase· non 1e una vera autric·e di commedie, ma di racconti e fantasie p er •b ambmi. Ha poco piu di quarant'anni e scrisse Harvey nel 1944. Fu un enorme successo ed e bbe il premia Pulitzer. In Amedca s ono stati, !Via !Via, interpreti della commedia Franck -------------------------118 Fay, Buohanan, James Dunn e James Stewart. In Inghiltena Sam Field la por~o avanti tre anni, fino ana sua morte. In Francia e stata necitata in questo anno da F ernand Gravey e Jeane Marken. Nemmeno in Francia ha avuto molto successo la prima sera; m a poi l•e eo se so no cambiate. La cassetta si e sempre r.tempita e continuano a vuotarla , colma, tutte Ie sere. Come da noi. ct'ella situazione .c entrale, cogi.tendo, il piu delle volte, nel s-egno. Carl:a Bizzarri, nella parte della Jbisbetica , ha mostrato fervor·e e lbuona volonta nel farsi domare; Carlo Ninchi, al suo fianco e stato un aNV·eduto e infalliibile domatore. Armando Francioli e Franca Marisa , nelle v.e sti dei componenti. la seconda coppia di sposi, sono apparsi lodevolmente conv•enzionali. Chi piu chi m eno, gli altri hanno contribuito al felioe esito della serata. Ricorderemo, lin particolare, Ntco P.ep.e, Giovanni Dolfini, Clara Autieri, AristLde Baghetti che r.e citarono con spassosa vena. DoveTosa mente imbambolato .il RicciardLn:i nella parte d·el genitore d elle due ragazze. Contegnosa e simpatica vedova Lola Braccini. Battimani fragorosa e convinti anohe a sc-ena aperta. he ella possa stiano v.memont, l'elegantissimo appagare il suo sogno unendosi attore ha dato i1 meglio della sua a Guido Anse'lmi, choe si mostr a di:sin'Voltura e della sua arguzia. disperatamente innamorato di lei. Andreina Paul th a fatto una E sceglie la f·e licita d ella ffiglia , Martina imbronciata e .pericoE rnesto Grnssi taoendo. La felicita della figlia , noi la apprendiamo nel terzo atto, e AI Teatro Olimpia di Milano, I'll dicembre 1950, la Compagnia diretta stata gral1Jde, e lo e ancora. Guido da Tatia na Pavlova, ha r appresentato la commedia in tre atti di Giue W·a nda sono tornati nella citta seppc Bevilacqua: IL SOLE NON SI FERMA. di Marta; ma Guido ha do'Vuto f.ermarsi ·i n una casa di salute per Mar·oeUo si screpola in .g iorni ·« Gli •elementi drammatici, in essere operata di appendicite. forte, direi in inesorabile, con-• strani p er Wanda. Il suo ffidanMedici e medici di mezza Europa zato, che pa11eva adorarla, ora I.e trasto tra di loro, che Giuseppe gli hanno detto e ripetuto che la parla con sconforto e tristezza Bevilacqua ha suscitate nella sua sua era una semplioe appendicite, commedia, sono questi: a Marta ed e traslocato in Portogallo. !f·a cilmente e non dolorosamente Neri, nei primi giorni della lilbeQuesto trasloco tha tutta l'aria oper&b:ile. P er questo Wanda, tordi essere stato prorvocato da lui razion.e, re stato fucilato il manata in casa della mamma, e lfe·rito. La S'V•enturata vedorva che p er allontanarsi e mancare, senlke. Ma la mamma ha appreso, za visibile rossore, alla prom essa ooorava il suo uomo, studioso e con stupore e strazio dal fr atello maestro di storia dell'arte, !ha fatta. E quando l'affaraccio deUa d e!l suo pove ro ·m arito, grande firma falsa si scopre e g.i a la popreso il posto di lavoro lasciato chirurgo, ohe, inv·ece, il m ale invuoto da lui; ha studi'ato, !ha lfalizia .e 'i n moto te Marcello si sal> • * -------·------------------121 soluzione; e la sua drammatidta e la sua umanita s'effondono tutte nel secondo atto, quando Marta si pone il problema per la prima volta, e la sua clficienza e ancora misteriosa. Appunto perche la sua efficienza ·e misteriosa, esso e un potente e·Lemento drammatico, da a Il sole non si ferma un non so quale tremendo pr•e poter·e s:Llenzioso ch·e ci fa supporre irievitabi!Le lo scoppio della rivelazione Iaceratrice. Ma l'autor.e l'ha fatto ibalenare nelle parole e po'i l'iha rinchiuso - ne sia lodato il ctelo! - nell'anima di Marta. E la sua effidenza i.rres~sttbilmrn.te drammatica le rimasta, per cio, quasi sospesa in un attimo incommensuraibile. Un autol'e dr·a mmatieo a caccia di: ·e ffetti avrebbe esposto e di'scusso il probLema e l'avr.elbbe palesemente risolto. iPiu artisticamente Bevilacqua d iha fatto sentire con a nsia il pericolo imminente; e percio il secondo atto gi.i 1e 'balzato di mano composto di paro1e succinte, e, nel punto cruciale, quasi dr silla;be e di lagrime mute che ibruciavano gli occhi s enza uscirne. Questo e note> in casa di lEdoardo Cha,m berlayne; adunan z,a promossa kiana moglie di IEdoard o, Lavinia. Ma questa tL avinia, a sp ettata da tutti rgli ospiti non compare; ed Eldoardo informa che e tdovuta partir·e p.er non so quale pro'V incia , r:i.lchiamata da una zia inferma; m a n~i: diiscorsi di tutti si nota un senso di esitazione; te sJi direbbe che quelli di una vecohia dama, Giulia Shuttlethwrite, siano punteggiati da una •a cre curiosita maliziosa e abbi·a no quasi sapore di tPettegolezzo. Apprendiamo poii., noi soli e il signor dottore sconosciuto, che Lavinia ha lasciato la casa dom.estica, e che qualche rc osa si sta maturando nei riguardi di quella signora, tanto piu ehe, sciolta la compagnia dncuriosita, la v.e cchia Giulia riappar·e con pr.etesti assuroi, e •tra>. E va a lfinire ohe Edoardo e indot·t o a riconosoe.r e che e un uomo incapaiCe Ki·i amare , •e che pe~· Lavinia non c're alcuna possilbilita di •essere amata. Durante que sta triste disamina, nella quale , p:iu ohe un psicologismo .e sploratore, si trav€!de l'ala pallida di una poes ia disperata, due miserie si rivelano : qu ell a di iEdoardo e quena di Lavini.a ; e ~ltl'e due non meno terribili, quella d'un giovane intelligente ·e ·a ppassionato che si chiama P ·i•etro Qui1pe, dhe s'e illuso di es.sere amato d a una tbella signorina, Celia Coplestone; .e quena di Ceiia Coplestone ch·e ,e l'innamorata o l'amante di lEdoardo, sconsolata come lui, di:sincantata eome. lU:i. La commedia •e ll!vrvolta nei primi tre quadri che fanno il primo atto da quest'aura IP!er la quale tutti i sentimenti perdono gli aspetti convenzionall e si riveiano nella loro verita. E la ve·r ita di Oelia, e he giung·e ftno ana disperazione perche ha illuso iPi:etro tQ uilpe ·e d e inutilmente innamorata di Edoardo, •e questa - lbuona o cattiva- per tutti: noi possiamo am.are solo una immagine sovrapposta al vero dalla nostr11 !fantasia, o in realta modellata ii.nconsciamente da noi .i n una materia o fr.edda od ostile; per questo in ifondo ana passinne si: tro'Va la consap•e'Volezza dena solitucliim. Se, dunque, ho /ben capito ques ta comm·edia segreta, essa, m entr.e tanti poe ti hanno cantata l'amore, ·e l'epi'cedio pallidam·ente mtonato per la morte dell'amore·; anzi tende alla tragica conclusione ohe l'amore non e stato mat viiVo. Nel secondo atto, la vecchia Giuli:a IShuttlethwrite si riveia una caritatevole anima ironica ohe vorrebibe guarire tutti i malati d 'amore; ,e ;peTcio si ifa aiutar·e dallo SIConosciuto, ohe poi •e 1Sir Harcourt Reilley, psicoiogo prolfondo o ipnotizzator.e o mago o g.eneroso arci:diavolo, che dispone di a lcune case di salute, dove i delusi, gli umiliati e gli: off·esi dall'amore potranno ess·ere ·c urati. Case di salute oerto sinrboliche. A lui, g uidato rdalla sollecita Giuli!a, che, da str.eghetta grinzosa e beffarda, ohe sguscia grii;La da ogn~ angolo, •come un topol.ino, si tramuta in rq uella che ·e. cio•e m una donna misericordiosa, si pr.esentano separatamente, pri,ma Edoardo, poi .L avinia, poi la ;po ver·a Celia. Ai prilmi due il grande esplorator.er delle anime dimo stra i dann:L del convi-vere, cfa notare ohe, ogni giorno , ciascuno di noi! muore un poco di piu n ella creatura alla quale 1e legato; e che percio qurelli che ci sono troppo vicini sono spesso proiezion.l de-l nostro deside.rio di idealizzare. A l'una ·e all'altro consiglia giorn~ di solitudine in cliniche lontane: e a Gelia, che credre!Va di essere amata da Edoardo, che lforse si IServi del pensiero di lei per .evadeTe dal t edio della propria mogU.e, dice che due vie le sono possibili: una della umiliante illusione; l'altra de.Ua eroica ri:nunci'a. iE n el teTzo atto ritroviamo Edoardo e iLavinia, ohe do;po piu d'un anno, lh anno ripr.eso ·a con-· vivere coniugalmente tolle randosi e forse, anche, un poco amandosi proprio peTohe dell 'obbli:go di amarsi si sono sciolti ; e giun g.e noti2;ia ohe Cella, datasi ana carita mdssionaria, in isole fefoci, e stata uccisa dai selvaggi; ed lha 'cosi compiuta, come s'era prescritta, la s ua via. ·L a cornmedia :fmisce accomodante. Il dottore non iha piu misteri; la v.e.c chia Giulia si: riveia una finissima ospite; Edoardo e La!Vini'a si sopportano agmolmente con qual ~he po' di reciproco affetto, ella illusa da lui che qualcuno possa amarla, egli i'lluso da lei di poter amal'le qualcuna; ma questo canto del poeta oeJe'bra, in realta, l'assassinio dell'amor•e, non appena vuole ·esi'stere Ube~·o , alf!,to, anticonvenzionale. Lo oelebra, nei p rimi tr.e. lunghissiml quadri:, con un vasto alitare d± parole, n el. quale appariscono e s'alzano e s'ab'battono d·eifi.nizioni di' stati d'animo, accenni a crisi spirrituali \l)roprie d 'ogn~ amore, raptdi disfacimenti delle figure che l'autore aveva appena composte; in pi:u una miscela d i tratti psicologi'Ci e d i ·a ntitesi spirituali, umHi verita pra tiobe de'l &en so ·e del nuorvo alle quali la IVita ideaie non puo sottrarsi, rapi:de luci, trasparenti dietro la caloigine dei tedio. Tre quadri lunghi, e, in apparenz,a, svagati, cihe le 1dlfficile organizzare in lucide s ihtesi entro la nostra m ente. Nel seoondo ·e nel terzo atto l•e cose non vanno •cosi; nel secondo atto sp ecialmente, il \POSto dei di'ssidi dispettoSi. e Pl'eSO dalle grandi incompatibilita, •e lie !Parole non crepitano piu in un discorso sv·e ntolato, ma raJggiungo no una tormentata graJvita che pare, talora, poesia e .t alora lo e. Percio m·e ntre :i primi tr.e .q uadri furono ·a pprovati ·e disapprovati quasi a parita di voti - re, )i.n .fatti, sono i piu pesanti - , H secondo atto interesso sempr'e' ·e per piu JVolte 'fu .applaudito .con molto calore; e anche U terzo fu unanimem1ente e ripetutamente applaudito. L 'interpr etaztone mi .e sembrata m erite;vole d'ogni lode ; belle assai le scene s u rb ozzetti di J . R. Moor.e, saggia e vima la regia di Ma1uo F en··ero. Tra gli attor:i, tutti 'bra!Vi, da segnalare in modo particolare Ren zo Rkci. Ha recitato con la piu cara e sensibile semplicita rv,elata di tristezza gene rosa. Tino Bianchi e stato ed era tempo, e merita,va di esserlo il valente prima attore: ; Mlercedes Brtgnone ci ha rallegrato con una comicita pura e limpida; Eva Magni re s tata Celia con un'angoscia nobile e vera; •e alYbiamo rivisto, bra!Va come sempre, la bella stgnora Lia Zoppelli. G li, ·a ltri attori, il Millo e il Piazza, inappuntaJbili. Rena.to Simoui Quarto volume de lla Collana «I Capolavori » PREFAZIONE CRITICA. DI FERDINANDO NF.RI * INTROD UZ IO NE BIOGRAF J CA DI LORENZO GIGJ-1 * MOLIERE E GLI ATTORI DEL S U O TEl\fPO DI LUCIO RIDF.NTI * ELOGE DE MOL I ERE DI CHAl\IFORT i)Ae>tt? L'AVARO * IL MISANTROPO * TARTUFFO *LASCUOLADELLE MOGLI * CRITICA ALLA SCUOLA DELLE MOGJ"I L'IM· PROVVISATA DI VERS AILLES *ILBORGHESEGENTILUOMO * IL MALATO Il\fi1AGINARIO * DON GIOV ANNI * GEORGE DANDIN * LE PREZIOSE R IDICOLE * SGANARELLO 0 IL CORNUTO Il\'11\II.AGINARIO >I< LA GELOSIA DI BARBOUILLE * IL MEDICO VOLANTE * GLI IMBROGLI DI SCAl' I NO * IL MEDI CO PER FORZA * IL SICILIANO 0 AMOR PITTORE * IL MATRIMONIO PER FORZA * * Le version! sono state af:fidate a: BR UNO BRUNELLI GIGI CANE GINO DAMERINI * MAl'ILIO DAZZI *FERNALDO DI GIAMMATTEO * LO· RENZO GIGLI * GIOVANNI MARCELLIN I * NICOLETTA NER I * VITO PAN DOLFI * PIERO RAI~10ND I * BRUNO SCHACHERL * * * Edizlonc nonnnlc, rilcgn.tn. e con * sopracopert.a a colori, lire 2500 Di lusso, ad personam, rilegata da amator e in mezza p~ilo, llro 4500. '----------------~ 123 DIOR.SELLI TRb'NTA ANNJ DA NOI (E ANGORA IERI) Ercole Luigi Morselli, tra miseria e avventura conquisto la Poesia: studio medicina e fu mozzo su navi quasi piratesche, fn vagabondo e cantastorie, lotto perfino contro un ribelle uruguajano, e quando aveva gilt scritto "Orione" e " Glauco" si accodo per qualche lira alle comparse del cinema. Giovanni Papini fu l'unico in quel momento a cogliere nell'opera di Morselli gli aspetti poetici e teatrali che gli dettero il primo riconoscimento e quindi la gloria: ma era gia sulla soglia dell'infinito. « Un branco di pazzi leopardi correva giu a salti e a capriole lungo la riva d'un torrente sotto il plenilunio. Videro una jena. "Ehi, arnica, - le gridarono - passano oento ClliValli stanotte per la strllida carovaniera. Li manda il sultana alia Mecca. D e.vono esser came fine. Son pochi gli uomini di scorta. Pranzo silcuro, di quelli che capitan di rado. Vieni con noi ". "Tante ·g razie, ma non posoo"- rispose la jena riavviandosi• in )fretta per la sua strllida. - "Percher" - le gridaron dietro i leopardi. - "De·bbo andare al cimitero ", rispose quella, sorridendo di lontano. Una volta; ve ne ricordate ancora amici miei?, eravamo un ·b ranco, rb riaohi di giovinezza e di speranze: scendoevamo anche noi giu per .u n torrente sotto un plenilunio sereno. Incontranrmo la Gloria. La inrvitammo a cena con not. E .c i rispose come quella jena ». E' una di queUe Favole. per i re d'oggi che Ercol·e Lutgi Morselli stampo nel 1909, e che pochi amarono e capirono, non a causa dell'altezza o della astrusita del pensiero, ma pe.r che troppi omarini si son sempre creduti e si credono re di qualohe cosa in ques to mondo, specie quando si trorvano a tu per tu con la traSJfigurata umanita e l'ansioso e disperato cantare di un Poeta. Ohe cosa c'era in quella esile favoletta se non gia tutta la br.eve e sconsolata vita del Poeta di Orione e di Glauco? E i suoi ·s ogni e i suoi erdismi sbiaditi dalla cattiveria circondaria, e tutta la bellezza intrllivista e desiata nelle fantasime a occhi aperti durante le notti, turbinose di stelle incredibili, trascorse sui mari del sud? E soprattutto, c't:ra l'eco di una volonta di vivere, inesausta, quasi feroce, per l'amol"'e e la poesia, mentre arverva coscienza che la vita lo sospingeova inesora·bile, ogni giorno di piu, verso l'ultima soglia. Da cio si alimentlli'Va la sua rivolta; e vinoerva con lo spirito sulla miserevole materia ohe la vita gli colptva senza r•eanissione ne pi·e ta, senza r1uscire a piegarlo, a umHiarlo, a fargli chiedere venia. Egli fu davrvero il perfoetto e puro •« ulisside » ; non della razza pennaiola e ver'bosa immiserita nei falsi atteggiamentii li'bresclhi ohe in molti abbiamo conosciuto e in troppi conosciamo, ma per rv olonta vera .- come norma - e quindi piu ohe vicenda insostituibile dii vita. Fu « Orione » ·e « Glauco »; sempre nel suo mito anche quando gli manco l'avventura .e roica e sfolgorante. Ma era il mito del suo spirito operante ·e creatore C'h e si trasformlliV·a in atti e che mai rimase sterile eserditazione di tavolino. St .creo, insomma un mondo nel quale volle subito rvirvere e spaziare; vederlo r·e ale nei quotidiani contatti, assaporarlo come gloria non effimera; un estetismo ansioso di tramutarsi in una pratica affermazione eroica. E il tempo era tutto per lud e con lui, poielhe proprio attorno al 1900 stava ribollendo la pl"'edicazione di Nietzsche ohe rivelava il rvalor·e estetico della volonta, completa signora di se stessa. Ed era anche bello, proprio, .f orse, come il Nietzselhe . aveva imm31ginato il suo cc supeTuomo >>, e tale rimase fino a quando chiuse gli occhi per sempre: ancora biondo, sia pure con i riccioH piu lievi e ormai stanohi, sorridente e mesto, quasi virginale. Quello ohe in giovinezza era apparso a tutti come la Jnrmagin~ vivente del Magno Alessandro - e dl poi quella di Ori'one e di Glauco in ·c ui egli volle xicrearsi: - , passo mormorando una parola ohe certo mai lli'Veva pronunciato nei suoi tl"'entanov.e anni di grazia; disse appena: cc muoio >>, mentre i1 solicello ['Omano dei 19 marzo 1921 indora•v a iil suo volto •emaciato, ridandogli ombre e rilievi di ;pJ.aoata ibellezza. Quando Orione e Glauco appawero sul1e scene con il sucoesso che tutti bene ricorcordiamo, la c11itica giornalisti:ca - spesso improvovisata, come avv1ene, anzkhe attenta e consapevole - non capl., o si lascio trarre in tnganno dai titoli mitolo·- gici de·L due drammi, e parlo di rinascita del mito .classico nel nostro teatro. Proba'bilmente nulla di meno inesatto poteva essere inv·e ntato, magari con il benevolo desiderio di accrescene gloria a l Morselli, i1 quale non t rappo !Versato n ella cultura classilca, av;eva pe1· contro sempre dimostrato con la sua > che Morselli aveva avuto in grazia. Del r·esto, p er 0Tione ohe forse spicca sul Gla.uco p er una maggior.e e piu potente sonorita lirica ed umor·e sca oltre a ricordare lo Shak•espe•a re, bisogna non dimenticars.i di Aristofane. E' proprio da questo greco, forse , che la fr·esohezza lirica del Morselli e il distacco fantastico-.i ronico dal mondo r•eale di cui vivono le sue vicende sceniohe , acquistano lum·e, leggerezza e profondita nel trasumanarsi ·a ttrav.erso la sottigliezza drei simlboli. Il teatro di Ercole Luigi Morselli, escludendone le prov.e giovanili e il postumo BelfagoT, e s enza dublbio superior·e al teatro contemporanea , per sicurezza di costruzione non ·solo, ma anche pe·r quell'alone continua di sogno di cui ama irradiarsi, e per la freschezza lirica che non subisce soste. Sohivo di vocalizzaanenti e di toni conrvenzionali, di d ecla.matorio e di sensualita, puo considerarsi come l'un.i ca vooe valida d:i teatro antiborghese e antiprovinciale, dopa ohe il dramma dannunziano re ibenelliano ne avevan fatto scuola e gusto insieme ai non ancora estinti imitatori. Problllbilmente l'Orione re il Glauco . sopra'V'Vtveranno nel nostro Teatro di Arte insieme a qualohe altro Taro re sempio ohe sardJ.he ora difficile e innopportuno Ticordare. Rimarranno come luci fisse a illuminare la transitorieta V·ertiginosa delle varie, troppe, esper1enze contingenti che il Tre atro ha dovuto sopportare e tutta,via sopporta, specialmente o.gn.i qual volta la follia degli uomini si arresta he, e la Malia di Luigi Capuana, ohe offre l'occasione a Boissard di un parallelo .interessante per noi tra il temperamento teatrale italiano e il temperamento franoese: « Al T·eatro dell' "Oeuvre" ho visto il primo spettacolo offerto dalla Compagnia siciliana di passaggio a Parigi, che ha pDesentato Malia di Luigi Capuana, un dramma reali'stico e folkloristico. Non pusso sinoeramente dir·e ohe la mia sensibilita non sia stata turhata; si tratta infatti di una giovane paesana ,ohe si abbandona alle sue crisi in tutta liberta, con voce muca e sLbilante. Per quanto cio sia b en reso - le qualita dei mimi itaUani sono note - ero non poco infastidito dalla soena in cui un innamorato, armato di rasoio, taglia con destrezza la gola del rivale. La sodeta itali:ana pre-: sente in sala si e molto divertita a queste vioende rustiche e selvagge, che sarebbero piaciute anche a Stendhal. Debbo pero confessare che non ho potuto guardare la scena dello sgozzam·ento, spettaJColo molto lontano dal mio gusto, per cui non riesco a ca~pire lo stato mentaJ.e di un uomo ohe ucci:de la donna infedeJ.e. Mi sembra che la passione pr·e senti molti inconveni:enti. Ho ammirato senza riserve gli attori siciliani, sopra tutto Grasso e Aguglia. La naturalezza con la quale recitano e una cosa rara per noi francesi, poiche la nostra arte drammatica si veste sempre di una certa pompa. Per la perf,ezione della recitazione e della dizione, parevano piu dei contadini che si div•ertiJvano a r.e citare che degli attori; mai nessuna interruzione nel gioco scenico, come vediamo tanto spesso nei nostri teatri'; e quando un artista ha dato la sua risposta, mentre l'altro parla, non smette di recitare con l'espressione del vo1to e il gesto. Non so se M. MounetSully si e accorto di tante quaIita. La natumJ.ezza in teatro. d'altra parbe, non deve .interessarlo, poiche egli e r .enf.asi, la declamazione, la ridondanza :e l'esagerazione in persona. Ma i suoi consoci avrelbbero dovuto ben venire a vedere i confratelli siciliani, per una piccola lezione di semplicita dmmmatica. Ne lhanno certo un gran bisogno )) . Mia ne! complesso il teatro del tempo e bm lontano dal far prevedere il caiXWolgimento di solo pochi anni dopo, anc.he se la ripresa della Amoureuse di Porto-Riche, presentata per la prima volta all'« Odeon )) ne! 189·1, celebre allora e gia un po' noiosa solo diciassette anni dopo, non manca di un oerto mordente •Che per Boissard e dovuto alla non comune audada di mescolare insieme ironia, satira e sentimentalismo patetico. Sembra infatti che que! che piu colpi il critico !rancese le ohe ~quest'opera non contiene nessuna situazione, n·e alcun personaggio del tutto simpatico o del tutto antipatico; di piu , ogni personaggio ha uno spirito par.ticolare, adatto a! momento . essendo ora freddo e indifferente, ora commosso in un modo quasi meccanico, cib che e una via singolare per raggiung.e re la spiritualita. E Boissard, concludendo, dice che a ben riflettere non trova nuovo ·q uesto modo di mescolare insieme spirito ·e sentim•e nto, scherzo e .pateticita, tanto che a ben rpensare Porto-Riche non fa che seguire le orme di Beaumarohais. Doveva scoppiare la guerra, con ·t utto il suo .fardello di l'esponsa;bilita e di soprusi , per cambiare radicalmente la scena. .s altiamo cosi aJ.cuni anni, che si trascinavano tra opere banali e noiose, e si aggira;vano tra gli e·t erni motivi senza respiro ar.t istico sufficiente, e veniamo alla prima opera drammatica frutto della guer·l'a. In v•e rita gia Bataine e Bernstein, sempne all'altezza dei ternpi, avevano inquadrato un aneddoto passionale o la stori•a di un adulterio nell'ambiente infocato della guerra; ma per primo Fran!;ois Porcthe, con Les Butors et la Finette, Cl'ea qualcosa che, derivando daHa nuova esperienza, da l'impressione che « senza di essa non sa!'ebbe mai stata scritta, evocando la oatastrorfe din·anzi a noi in una atmosfera leggendaria e ll.lililinosa )) . Si sa infatti che Porohe •e piu poeta ohe autore dmmmatico; aJbbonda:no quindi i pregi letterari, e in quest'opera son di tal qualita cthe Boissard applaude allo scrittore e all'uomo che, pur nel tumulto del momento, ha dimostrato di possedere la piu grande qualita del drammaturgo: la g·e nerosita spiritual•e : «Fran!;ois Porche e stato in guerra. Ha visto, sentito e capito cos~ delle quali noi non abbiamo che una vaga percezione - dice Boissaro. - I sentimenti che esprime non hanno solo il vantaggio di una morale piu alta, ma anohe quello dena verita. Un altro merito incontestabile e il tatto, il gusto, il senso della misura e la finezza con la quale rappr·e senta l·a tremenda realta deUa guerra. La sua opera pub essere considerata un modello di que! genere che si usa chiamal'e "allegoria teatrale", nella quale tutto e preciso senza .essere dffiinito - cio che in fondo e la caratteristica di ogni temperamento lirilco -, e in cui i particolari formano un tutto unico e sintetico 10he manca di ogni volgarita )) . La prima impressione vi·e ne cosi confermata, e sembra veramente che gli anni della guerra producano quel capovolgimento cui accennavamo. In realta,Porche, in seguito, non ostante le buone previsioni di Boissard, tentb nuovamente la so1-te sulle scene , ma con esito sempre inferiore. Gli resta tuttruvia il merito di ·e sser stato il precursore di un genere ohe av•e va bisogno di poco tempo ancora per maturare ed esplod.ere, come vedremo ben presto. sia pure in direzione antiartistioa. Accanto a questa v,e na, che dov·e va poi sfociare nella cosi detta litterature engagee, gli autori alla moda continuavane i loro gio~hi di equi!ibrio, restando sempre a galla, cib che se da un lato e un interessante caso di resistenza, lo e anche un poco d'impotenza cl'eativa. Comunque, il primo seme e getta·t o; negli anni che seguono esso matura ·c on forza insospettata. Maurke ·M aeterlinck viene ripreso dalla « Comedi•e fran!;aise)), con i1 dramma per marionette Interieur; la prova non riesce molto, ma il pubblico e conquistato da un'opera << imprecisa come un sogno e violenta come la vita stessa )) . La tendenza si accentua a proposito dell'opera di Lenormand Le temps est un songe, piu strana che or.i ginale, ·c ome la definisce i1 critico francese; e la stranezza e oerto qualcosa di deteriore, che riesce ad ent rare nel tempio dell'arte solo per la porta di s·ervizio. Il Plimo sintome della malattia moderna si avverte agevolmente dalle stesse parole di Boissard: << senza dubbio, preferisco il teatro dai caratteri g·e nerali, che ci mostva dei tirpi umani nei quali ciascuno di noi pub riconoscersi. Ma anohe lo studio del particolare pub avere un suo interesse, benche a dire i1 vero si esca da teatro con l'impressione di ave·r ascoltato un pazzo o un povero malato; impr·essione del resto superficiale, che tocca solo sul momento il temperamento ·Emotivo dello spettatore )) . 128 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ Chioara accusa di quel malanno che serpeggiava nascosto e doveva poi esplodere .con il surrealismo e il dadaismo. La piece di Lenormand vien cosi definita curiosa, strana, quantunque ben costruita: (( ma si tratta in de!finiUva di un lavoro che non conquista ».In essa la realta e una soffePenza morale e fisica , esorcizzata dal mistero; per la prima volta quindi compare nella cron:a.ca teatrale la parola aliucinazione. La quale certo non era una novita, in letteretura, se quasi un secolo prima era stata scontata dalla poesia fran cese. Una novita oertamente nel teatro ohe , piu o meno aiutato dalia tradizione molieriana , era rimasto al di fuori e al di sopra dell'inqui·e tudine e dell'angoscia: siamo dinanzi ad un caso di ·esistenzialismo ante litteram? Neanche ;per idea. L'oper.a di Lenormand e certo molto piu pacata e lontana dal fren·etico atteggiamento sartriano. Ma non doveva parer·e cosi a Boissard; il tono della sua critica, a questo punto, a parte una voluta indifferenza, non nasconde un certo stupore, conw di chi si rende conto che a volte, per ragioni che non rientrano nell'ortodossia teatrale, artista e anche il monstrum per excessum. E non a caso aidopera la parola envoutement, che e qualcosa che dal Iontano Medio iElvo si continua in Bade e si reincarna nel modernismo. n demonismo satanico riaffiora, soffocando lo slancio puro ma isolato di iPorche; quanto a questi, il leg31me con Lenormand, se non e e·v idente, non e men vero. Quegli stessi valori di sospensione dei dati normali delia realta, con una facile inrversione, diventano dati di una sottospecLe di realta, cio ch'e riporta l'arte al materialismo mistico delia degenerazione, che in filosofia si potnfube definire una forma scorretta di sensismo. E nello stesso articolo, il sospetto viene confermata, a proposito deli'Ame en folie di Franc;ois de Curel, che secondo Boissard fa una lezione, che cr·ede nuo.v a, sulla supremazia dell'istinto , scoprendo che l'amore, a dispetto di ogni retorica, ci rende simili agli animali. La derivazione da Darwin, che in quegli anni turbava i sonni di molti borghesi parigini e evidente, e la professione di trasformismo si addice bene all'andazzo del tempo. A dire il vero, Boissard rivela un certo astio nei riguardi di Franc;ois de Curel che non e certo molto giustificato, almeno per quanto ci hanno insegn&to gli anni trascorsi. Ma la modificazione del concetto di arte appare evidente, senza possibilita di equivoci; il borghese presume ora di far disquisizioni sulla composizone materale delio scheietro, cercando di far le passare per alta filosofia: « un manichino ricoperto da un drappo, simile ad un f.antasma, con voc·e di sonnambulo ci declama tutto un discorso bizzarro per spiegare la relazione tra le cos·e dell'amore e quelle della religione ». Non c'e quindi dubbio; al misticismo materialista si aggiunge ormai quella conseguente confusione tra cose dello spirito e cose della materia. Boissard se ne accorge, ma pur com.prendendo il [pericolo, non afl'erra in questo caso la realta del problema, .oed•endo forse un poco all'amor di polemica: « Franco is de Curel e il fabbro ferraio di·v·e ntato autore drammatico, membro dell'Aocademia eloevato al rango di scrittore ardito, innovatore, li:bero, ;pr·e occupato soltanto dai grandi problemi, poeta e drammaturgo eminente, pensatore senza ;pari. Jules Lemaitre iha ragione di essere morto. Quale rirvincita per il cru Georg·es Ohnet! Le sale da hallo a Parig.i si ohiamano dancings, a Londra Palais de la danse; bestialita reciproca >>. Intanto, dall'altra parte d ella barriera, il vaudeville continuava :la sua opera tranquilla, senza aocorgersi che qualcosa stava cambiando; ricordiamo ldi ;passaggio la risposta di· ·F eydeau, a chi gli aveva ohi·e sto perche non si occup3/Va di argomenti attuali: « un vaudevillista rc ome me non si impiccia di una cos a tanto gran de >>. E a dire il 'V•ero, quel ·te31tro ha sup.erato due guerre e due dopoguerra, senza accusare il minimo cambia,mento. Ma •e stato Gide·, se non erriamo, che ha detto ohe ogni uomo vale per l'inquietudine che lo agita. Boissard, evJdentemente attaccato alia tradizione e classicamente equilibrato, ,c on una Heve vena di sano ;paganesimo, si sente desolato pemh!e manca di qualsiasi inquietudine : cc sono sulla terra>> dice ,cc e nessun aldila rni •t ormenta >>. Questa oertezza positivista, che nell'Ottocento era stata l'aspetto deteriore del movimento romantico, diventava per contrasto l'aspetto migliore del modernismo, lanciato alia ricerca del misterioso nelle profondita dello psichlsmo. Tanto ohe Boissard si sente ifelice se puo dire·, dopo la rappresentazione, ohe la morale re salva ; e se si sente in dover·e di farlo notare, e evidente che cio accadeva sempre piu di rado. Con !'Enfant truque di Natanson si fa ancora ·u n passo &vanti, conf~rmando il detto di Ghamfort che ·cc l'amore non e che lo scambio di due fantasie e il contatto di due epidermidi >>; detto che J1 surrealismo ridurra ana seconda par·te. Solo il Carneval d es !Enfants, di Saint Georgoes de Bouhelier, si salva dali'ecatombe ohe la ,p enna di' Boissard compie, secondo il quale in quest'ope:ra si concludeva il tentativo di eloevare ad arte la vita moderna, tormentata e sconnessa, con un risultato quasi pittorescc e decorativo. E con questa piece certamente importantissima, ma isolata, si:amo quasi alia fine della cronaca. Nel 1920 Cocteau aveva presentato Le boeuf sur le toit ou The Nothing happens bar che Boissard definiva di un genere molto curioso: cc Una farsa? Fors'anche una pantomi:ma. I personaggi portano un'enorme testa di cartone che, per un eff-etto ottico, a.coentua ogni movimento dell'attore. n gioco dei personaggi si svolg.e lentamente, in contrasto con una musica molto nervosa e rapida. Ne risulta un insieme comico e languido , che ha del tvagico , del romantico e del grottesco. Semibra quasi che il silenzio .e il mmore si accrescano vioendevolmente, per opera di una fantasia voluttuosa e di un incanto molto reale >>. Come si vede, non e colta ancom la sostanza del caso Cocteau, ma l'a.cc·enno alia volutta e al (( oharme tr·es reel )) e abbastanza significativo. Tre anni dopo, Boissard, a proposito di Jules Remains, si chiede se l'arte si stia confondendo definitivamente con la pedagogia, e afl'•eTma ohe il segr.e to del teatro sta nel non annoiar·e mai lo spettatore. Cio evidentemente gli procuro dei fastidi , tanto da fargli esclamare: cc e mol to difficile fare il critico. Vado a vedere una opera di Jules Remains, e ne dico quel che penso: ecco che ne nasce una questione con Ju1es Romains e con Jacques Ri·viere, direttore della "Nouvelie Revue Franc;aise". Vado a Vedere una commedia di ·u n Salon: ecco un'altra questione con Morti-er e M.me Aurel. E' scoraggiante >>. Cosi, n el giugno del 1923, l·a Cron31ca si interrompe. Veramente sarebbe stato di un altissimo intel'esse vedere le trasformazioni progr.essiv·e di Q.uesti primi accenni di disgregazione del teatro ; tuttavia, pur restando nei limiti dell'opera di Boissard, ------------------------129 possiamo ugu a lmente accennare ad alcuni conoetti ohe si .possono facilmente ricavar·e da quanto abbiamo detto fino ad ora. L'immedia to effetto della guerra fu certamente benefico per il t eatro francese. Anche in s·e guito, ·un tono di tranCJ.uilla fede nei valori eterni del t eatro non manco, ma sommerso da que lle colpe deJ.J,e quali una consegu enza e Ghelderode che sembra alia ri cerca di un nuovo m ondo contratto . E la lcontrazione , > V ittorio Calvino Car lo Bergogl io ( u Car lin >) " Tull osporl " ) . . . . Anna e Ezio Santambrogio . Pasquale Barracano A. V. in memoria del Babbo * 10.500 10.00·0 2.000 i2.:0-00 1.()00 del 1.000 1 .00 0 1.000 '500 Somma comp lessiva L .29.000 Som ma precedente L 190.450 Somma totale ~ tutt'ooo i L. 219.450 ~~ * Carlo Terron, dandoci questo aneddoto, assicura che, pubblicandolo, la nostra vita sara salva ugualmente. Proviamo: « Dopo la felice rappresentazione de La V edova all' "Olimpia" , nella regia e nell' interp r etazione di Tatiana Pavlova, Renato Simoni, che non ha assistito alia recita , chiede a Carlo T erron: "Come ti e parsa ?". E Terron : "La Vedova resiste a tutto. Anche alia Pavlova". Simoni resto perplesso un mo mento e poi: "E' la Pavlova che resiste a tutto. Anche a La V edova!" ». Da qualche t empo non si parla del terribile farmacista di Alba, cioe di que! Guidino Sacerdote, croce e delizia di Luigino Visconti, Remigio Paone, Gigetto Cimara e - purtroppo - anche nostra. Ora le cose sono a questo pun to: Gigetto Cimara si e fatto scritturare da tutti impresari siciliani e, terminati gli impegni, e deciso a partire per una visita di convenienza in . Corea : L uigino Visconti e sulla scaletta di imbarco per New * York, insi em e alia sua incantevole Lalla, e non vogliono dire a nessuno quando ritornano; noi siamo protetti dalla Celere, e quindi non rimane che Remigio Paone. Infatti, da due mesi, Guidino accompagna R emigio ovunque: a Parigi, a Londra, in vettura letto, in ufficio, in auto, a piedi. Lo accompagna tanto e sempre che a Mila no, Sacerdote non lo chia,mano piu Guidino: lo chiamano Arm andino. Al Premia internazionale Sanremo per una commedia, sono giunti alia segreteria 341 copioni. Li debbo no leggere : Ermanno Contini, Giovanni Mosca, Eligio Possenti, Remi gio Paone, E. F erdinando Palmieri, Raul Radice, Lorenzo Ruggi, Orio Vergani. Una sessantina di opere sono di autori stranieri e sono pervenute dalla Francia, Belgio, Svizzera, Spagna, Egitto, e dalle due Americhe. Orio Vergani, seriamente preoccupato di questa quantita di Iavoro, da aggiungere naturalmente per la sua parte, alia enorme mole della sua quotidiana attivita, appena conosciuto ii numero dei concorren ti, ha detto: « Sanremo? Come faremo? Moriremo ». Nino Berrini e venuto a Torino dalla natia Boves (Cuneo) e si e r ecato al Carig nano da Daniele d'Anza, direttore della Compagnia Maltagliati-Carraro. Aveva sei co pioni in un involto. E' entrato ne! camerino di d'Anza, ha fatto chiamare Carraro e ha detto: « Sono sei; so no commedie mie; ne dovete ascoltare e poi rappresentare una ». E in cosi dire ha sparpagliato alia rinfusa i sei copioni dalle varie e coloratissime capertine. Daniele si e rivolto a Carraro: Facciamo tre rosso dispari : chissa che non venga. - No, no - ha risposto Berrini questo sistema lo adotta gia l'Idi; qui dobbiamo essere seri. >!< Dina Galli e entrata a Milano, in via Manzoni, ne! n egozio di Franceschi. Figuratevi il maestro calzettaio qua ndo ha visto la Dina: inchini, baciamano, poltrona, hibite, cioccolatini... La Dina ha accettato tutto e poi ha detto: - Mi da anche le calze? - Le mie calze ha risposto Franceschi - sono come la sua fama: gridano. Glie le mando a casa in scatola sigillata. E la Dina, dopo un istante di rifiession e : - Non ne avrebbe un paio mute? * Prop;ieta artist ica e letteraria rlliervata alla Soc. 'E ditrice Tori.nese - Corso Valdocco, 2 Torino - LUCIO lliDEN'l'I: Direttoro responsablle 130·-------------------------- IL MI6LXOR BE6ALO 1\TATALIZIO P E R I VO STRI AMICI I NTELLIGENT! LE EDIZIONI CURATJSSi ll'I E DELLA CASA ED IT R I C:E « ACADE MIA» ragg1·u1Jpate come seg·ue in confez·i oni spec'iali 1Je1· 1·egalo natalizio sen za aumento di prezzo : 1a CO N F E ZIONE ELIG IO POSSE N TI GUID A al TE A TRO S econda edizione · P retazione di RENATO S I MON I- Diseuni di MO LIN O VITTORIO CALV IN O GUIDA al CINEMA Pretazione rl:i V I T TO RIO D E S I CA - Con 214 i lluslrazioni "'-- PRE ZZO DEl DUE V O LU M I RIU N ITI IN C ON FEZI O NE S PE CIALE: LIRE 180 0 _) 2 a C 0 N FEZ I 0 N E f GIULI O CONFALONIERI G UIDA I a l ia \ MUSICA 1 Dalle origi ni a tutto i l '7 00 - fllust.-ata da U . Sgarzi. PR EZZO DELLA C O NFEZIONE S PEC IA LE : LI R E 14 00 "'-- ------------------------------- _) 3 a C 0 N FEZ I 0 N E f N. 5 VOLUMETTI DEL L A COLLAI'JA « TEAT RO COMICO »\ DIRET TA D A ELIGIO PO SS E N TI, SCELTI TRA I S ?:: GUE N TI TITOLI : .Aristotane: L.A. PACE - C. Gozzi: I L CORVO - R . B. Sheridan : LA SCUO L A DEL L A MALDICENZA - D e F le>·s e Caillavet : I L RE - G. Feydeau: OCCU PATI D'AMELIA - T. B ernard: IL PICCO L O CAFFE - N. Cowa·rd : L A PRi llfAVERA D I S. MART INO - F . Molnar : GI OCH I AL CASTELLO - W. S . Maugham : CAROL 0 L 'IRRAGGIUNG I BILE \__PRE ZZ O DELLA CONF EZ IONE S PE C! ALE DJ C IN Q UE V O LUM ET TI RIU N I T I : L 4a C0 N F E Z I 0 N E AUGU STO MAJANI ( NASICA RaCO R DI FRA DUE SECOLI l 1000 _ ) Prejazione di GI USEPPE L I P P ARI N I I ricordi dell 'illustratore di t u tta !'opera di St eccbetti e di Testoni in un'elegant e edizione corredat a da p i u di 100 disegni e caricatm e "'-- P R EZ Z O DELLA CO NFEZIO N E S P E CI A LE : L. 1000 _) POTRETE RICHIE D ERE QUESTE SPECIAL! CONFEZIONI NATALIZIE NELLE PRINCIPAL! LIBRERIE OPPURE POTRETE INVIARE RICHIESTA DIRETTAMENTE ALLA CASA EDITRICE «ACADEMIA»- MILANO- VIA PARINI 1A- INVIANDO IL RELATIVO IMPORTO ED INDICANDO CHIARAMENTE A CHI VANNO SPEDITE. LE SPECIAL! 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BARBARA FLORIAN • CARLO NINCHI. AVE NINCHI, VALENTINI, diretti da NUN.:ljiO ltiALASOMMA. raccontano la storia di un candid~ fraticell~. cui· n · diavolo · ha . suggerito tin •mgenua ntistificazione PR.OD-OT.TO ~A · V'l'tTORI~ ZUMAGLINQ . PER LA TAUR.US FILM ~,jtzt?ue:Co a/atZ '< ~.tt0t?' ~ooe:aa· » ./

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Il dramma : rivista mensile di commedie di grande successo. - Torino : Grandi firme, 1925-1992.

Emanuele Luzzati - Disegni per Il Dramma - Cantata dei pastori - 26 disegni

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